Altro lunedì, altra prima volta.
Già, perché anche se al cinema Nick Hornby l'ho incontrato più che spesso, su carta non ci eravamo mai sforati.
Colpa appunto di quegli adattamenti, colpa di una pigrizia generale e del voler trovare la storia giusta.
L'ho trovata in Non buttiamoci giù, dopo aver evitato il relativo film che non aveva entusiasmato né i fan né i critici, ma aveva incuriosito me.
Difficile non voler sapere di più su un gruppo di persone decisamente diverso fra loro che si ritrovano nella stessa notte, sullo stesso tetto, con il desiderio di buttarsi giù, e farla finita con le proprie sofferenze. Ma il trovarsi lì, tutti insieme, nella notte di Capodanno mentre gli altri festeggiano e i fuochi d'artificio illuminano Londra, mette uno stop gli uni agli altri, e partono le domande, le curiosità, il tentativo di salvarsi a vicenda, di vedere il destino, il karma, il cosmo dietro il loro incontro.
Un patto, allora, che nasce dopo disguidi ed equivoci, dopo bugie e prese in giro e insofferenze: ritrovarsi lì, fra 6 settimane esatte, e capire se si vuole ancora farla finita.
Nel mentre, ci si continua ad incontrare, ad incrociare, ad aiutarsi.
Capite no, che una storia così la preferivo leggere che vedere, una storia raccontata poi volta per volta, capitolo per capitolo da una voce diversa (e sembra un tratto comune ai libri di cui ho parlato ultimamente), e quindi abbiamo:
- Martin, presentatore TV caduta in disgrazia dopo essere stato a letto con una minorenne, senza lavoro, senza una moglie, senza le figlie ma con tanti titoli scandalistici accumulati,
- Jess, giovane sboccata e viziata, con il cuore infranto ma in realtà una tragedia famigliare a minare la sua autostima,
- J.J., musicista americano che si ritrova in Inghilterra senza più una band, un migliore amico e nemmeno la proprio ragazza,
- e infine Maureen, madre ma non moglie, di un figlio che non parla, non si muove, ma le fa da pubblico, da conforto, in una vita che sembra essersi fermata da trent'anni.
È lei, in fondo, il vero motore della storia, lei che unisce questo gruppo eterogeneo di persone, lei che tutti vogliono aiutare davvero.
Con le settimane che passano, con i tentativi di aiutarsi che passano dal piccolo (letture e album condivisi) al grande (vacanze alle Canarie), questi strani e a volte odiosi personaggi li vediamo crescere e confrontarsi con le loro paure, affezionandosi alle loro stranezze, facendo il tifo per loro, con i momenti di confronto a due (quelli fra Maureen e J.J. su tutti) a riempire davvero il cuore.
Spigliato e veloce, capace di essere snob, sboccato, indie e remissivo, Hornby si muove fra questi personaggi e dà loro una voce. Purtroppo, sapendo del film, il loro volto nella mia mente assomigliava parecchio a quello di Pierce Brosnan, Imogene Poots, Aaron Paul e Toni Collette (in realtà vedevo Helen Mirren per colpa o merito di una memoria non perfetta), ma, su quel tetto, con Londra ai loro piedi e una vita da mandare avanti, li ho incontrati con immenso piacere, li ho sentiti vicini, con dubbi e riflessioni che, nel bene e nel male, ci si ritrova almeno una volta nella vita a condividere. Ma sono anche personaggi come questi, libri come questi a dirci di non buttarci troppo giù.
Ho visto il film, anni fa, trovandolo innocuo ma carinissimo (un'occhiata dagliela pure, ha un gran bel cast), e nell'ordine inverso ho preso poi il romanzo, trovandolo su una bancarella a poco prezzo. Ho un oscuro segreto da confessare. Hornby mai, mai letto, eppure so che lo adorerei.
RispondiEliminaProprio perché trovato su una bancarella e ricordando quel film che sapeva di carino ho preso il libro e mi sono finalmente decisa a leggerlo Hornby, e come da previsione, lo si adora... vedrai ;)
EliminaEcco, io invece ho odiato questo libro. L'ho cominciato con le migliori intenzioni ma si è rivelato una mezza sola, con personaggi odiosi e una trama sciapa. Peccato davvero!
RispondiEliminaVoler bene a Jess è stato difficile, ma sarà stato il momento giusto -la quiete delle vacanze con la sua malinconia- ma mi ci sono trovata bene in loro compagnia.
EliminaHornby ha una grossa personalità stilistica, già cinematografica di per sé e a me piacque moltissimo... ma forse il film di più!
RispondiEliminaDa mio dogma "o il libro o il film", non riuscirò a fare il confronto, ma va bene così visto quanto mi è piaciuto.
EliminaNon tra le opere migliori di Hornby che ha prodotto libri decisamente più belli di questo, vedi Alta fedeltà, Febbre a 90, Un ragazzo e forse anche altro ancora... questo all'interno della sua bibliografia l'avevo trovato deludente, se ti è piaciuto prova Alta fedeltà, la sua opera migliore a mio avviso.
RispondiEliminaDi Altà fedeltà ho amato il film, quindi (v. commento sopra) non potrò leggere il libro. Conto però di procacciarmi altri Hornby, come sospettavo fa proprio per me.
EliminaHo visto il film, niente di eccezionale, tuttavia è in grado di colpire e di lasciare un buon ricordo ;)
RispondiEliminaProprio come il libro, non sarà il migliore di sempre o della mia libreria, ma si lascia godere, ti intrattiene e ti lascia un bel ricordo :)
EliminaPurtroppo ho compiuto la scelta sbagliata.
RispondiEliminaIl film è una delle peggiori trasposizioni di Hornby mai viste (http://www.pensiericannibali.com/2014/06/non-buttiamoci-giu-buttiamo-giu-sto-film.html)...
avrei dovuto leggere il libro, mannaggia!
Direi proprio di sì, anche perché da quel che ho letto l'adattamento è stato rimaneggiato un bel po'... ho fatto bene a resistere ad Aaron ;)
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