6 novembre 2018

Hill House

Mondo Serial

Lo sapevo.
Ancora prima di cominciarla sapevo che dovevo stare distante da Hill House, che mi avrebbe terrorizzato, che mi avrebbe avvinto con il suo fascino per poi farmi pagare pegno.
E il pegno sono state notti infestate da incubi (ma davero davero), serate sola in casa in cui ogni crepitio, ogni porta, sembrava nascondere un'ombra, visioni con lo stomaco contratto, le mani a nascondere gli occhi e urla che sì, sorprendevano pure me.
Che, se abiti in una casa grande, con stanze vuote, una casa che fra poco compie 100 anni e di cui ovviamente tutta la storia non sai, paura te ne viene.
E allora sembrava davvero una pessima idea vedersi Hill House, nonostante il tam tam della rete, le promesse di un congegno meritevole.
Ma, come volevasi dimostrare, la rete, il tam tam, avevano ragione.
C'è una scrittura davvero superba dietro una serie apparentemente gotica e classica, c'è una regia -soprattutto- che si muove avanti e indietro nel tempo, che si muove in una casa da incubo ma pure da sogno.



La storia, ormai la saprete: c'è una famiglia che ha vissuto per una sola estate in una villa maestosa. Una casa nel mezzo del nulla e da sistemare. Una casa che però nasconde segreti, fantasmi, presenze. I figli ne sono terrorizzati, i genitori fanno i pragmatici, finché una notte non cambia tutto.
Ne escono con cicatrici, con traumi, tra chi finisce per aprire un'impresa funebre, chi cura bambini, chi trova rifugio nella droga o in mille altre soluzioni alternative, e infine chi -scettico- riversa tutto in un romanzo che diventa best seller e causa di rottura all'interno di quella famiglia.
Si indaga, allora, ad ogni figlio, e pure ai genitori, viene dedicato un episodio, in cui non mancano i classici jumpscare, i mostri che si affacciano in un secondo piano sfocato.
A decretarne la bellezza basterebbe l'episodio 5 (The Bent-Neck Lady), dal sapore amaro di una favola senza lieto fine, che nel finale assesta pugni allo stomaco -e al cuore- a non finire.
O basterebbe il suo seguito (1x06, Two Storms), quando ancora ti stai chiedendo come riprenderti, in cui lunghi, meravigliosi piani sequenza e lunghi, intensi scontri fra fratelli e figli vengono seguiti, in cui anche quelli che sono flashback si incastrano a meraviglia, portando ad un altro finale al cardiopalma.


Si resta avvinti, allora, si vuole sapere di più.
Si cerca di formulare teorie, di prevedere i colpi di scena, di rimanere vivi dopo un'apparizione improvvisa.
La messa in scena è altrettanto portentosa, con quella casa che fa invidia, sì, ma che così lugubre, così agghindata tra statue e tende fa paura anche in pieno giorno, e l'incedere fluido della macchina da presa aumenta l'effetto.
Mike Flanagan compie un passo da gigante e si fa gigante, portandosi da Il gioco di Gerald la fida e bellissima Carla Cugino, trovando poi bambini in grado di gestire un passato ingombrante e giovani promesse e sicurezze che nel presente reggono la scena.
A questo punto, però, c'è un tasto davvero dolente.
C'è un finale che non mi è andato giù, un finale in cui la scrittura scivola rovinosamente, in cui si cercano soluzioni di comodo mettendo in campo i sentimenti che lasciano senza risposta troppe domande, troppe presenze. In 70 minuti fortunatamente non si rovina quanto costruito, ma ci si va vicino, ammorbando e annoiando.
Per quel che mi riguarda, allora, Hill House e i suoi spaventi finiscono con l'episodio 9, in cui le promesse e l'estate sembravano riservare solo grandi cose per la famiglia Crain.

Voto: ☕☕½/5

12 commenti:

  1. Serve il distacco. Farsi coinvolgere da storie che sono finzioni e poi stare male per una settimana non è l'approccio giusto a un film, anche se io trascino le paure nell'inconscio che tornano in superficie nel sogno.

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    1. In realtà è il mio approccio, o meglio, quando mi coinvolge così tanto, significa che un film o una serie ha fatto centro :)

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  2. Bello, bellissimo. Per quanto mi riguarda la serie dell'anno. Scrittura praticamente perfetta.Le prime sei puntate ti annichiliscono dal terrore, le ultime quattro mi hanno lasciata uno straccio in lacrime. Una sfiancata emotiva. Ma ne è valsa davvero la pena.

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    1. Notti colme di incubi che si fanno ripagare, una scrittura e una regia davvero intensissime. Sarà difficile dimenticare i Crain e la loro casa.

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  3. Finale prevedibilissimo, vero, ma non mi ha disturbato.
    Anzi, il monologo di Nell del decimo episodio mi ha ridotto proprio in lacrime!

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    1. Purtroppo nel finale non sono arrivate le lacrime ma la noia, colpa soprattutto della divisione in 4 della prima parte, piuttosto banale poi per le due sorelle. Se mi fermo alla puntata 9 però, che fa tornare all'inizio, posso dirmi più che soddisfatta.

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  4. Del tutto d'accordo, su questa visita a Hill House.
    Serie splendida, quinto e sesto episodio grandiosi, la chiusura ideale sarebbe stata con il nono.
    L'ultima puntata, purtroppo e piuttosto a sorpresa, è probabilmente la meno convincente delle 10... a segno che questo Mike Flanagan ha ancora dei margini di miglioramento. Ma va bene, più che bene anche così.

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    1. Dillo però che sei geloso di Flanagan solo perchè sta con Theo ;)
      In ogni caso, visti i salti sul divano che mi ha fatto fare e le riprese da capogiro dell'episodio 6, per me è già un gigante.

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  5. E' in lista da tempo, ancora non ho trovato il modo di vederla: dopo le molte recensioni positive lette e i commenti di amici, l'ho messa in cima alla lista, appena termino Preacher che sono a metà.

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    1. Che coincidenza, pensa che io ho messo in pausa proprio il recupero di Preacher per vedermi Hill House, prima che troppi commenti portassero a spoiler!

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  6. Gran serie e ottima sorpresa.
    Non era facile spaventare e farlo sfruttando una metafora della e sulla famiglia che secondo me fa funzionare anche il finale "telefonato". Bravo Flanagan.

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    1. Spaventare me è un gioco da ragazzi, ma sapermi prendere e stupire con l'horror è più difficile: qui Flanagan riesce in tutto.

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