22 ottobre 2019

Modern Love

Mondo Serial

Tratta da una rubrica settimanale del New York Times, già diventata un podcast.
Adattata da un mago del romanticismo come John Carney che dimostra -lui, irlandese- di essersi innamorato di New York.
Diventata così una serie antologica su Prime Video da divorare, con gli occhi sempre più lucidi, gli applausi pronti a scattare per la scrittura sopraffina dei dialoghi, per la vivacità delle storie, per la bravura degli attori coinvolti.


È stata la cura perfetta per un raffreddore spossante e l'immancabile malinconia autunnale.
Divano, coperta, un cane e Modern Love.
Otto storie, che raccontano l'amore di oggi, così strano, diverso, unico.
Otto storie che si muovono in una New York in cui sì, tutti gli appartamenti sono da invidia, tutte le vite sono quelle ideali, nonostante le delusioni, i cuori infranti, la ricerca spasmodica dell'amore.
L'elogio per questa serie potrebbe andare avanti, perché innamorarsene è davvero facile.
Ma invece di continuare a blaterare nella sua universalità, andiamo al particolare, sfogliando episodio dopo episodio queste storie, e classificandole:


8. So He Looked Like Dad. It Was Just Dinner, Right? 
(1x06)


Dispiace mettere all'ultimo posto un episodio diretto da Emmy Rossum. Ma sarà che manca la penna di John Carney, sarà che lo strano amore di un'orfana verso il suo capo più maturo (modello perfetto di un padre), poco convince.
Non la regia, per l'appunto, che trova gli angoli interessanti, i primi piani migliori, non Julia Garner con cui cerco di far pace, ma questo amore che non è amore in senso lato, questa venerazione con i richiami francamente evitabili al #metoo lo mettono al fanalino di coda.

7. Rallying to Keep the Game Alive 
(1x04)


L'accoppiata Tina Fey-John Slattery convince ma non ammalia.
Forse è un problema dell'amore così maturo, della crisi di un matrimonio in cui sembra non ci sia più niente da dirsi, in cui si conducono due vite separate.
O forse l'analogia con il tennis, tanto abusata.
Sta di fatto che anche qui la scrittura sembra meno brillante del solito e ci si concentra solo su di loro, i protagonisti, e i loro sguardi.

6. When Cupid Is a Prying Journalist 
(1x02)


Non una, ma due storie.
Due storie sul lasciarsi e il non provarci più.
Con il tarlo del "se..." che condiziona ogni relazione futura.
Da una parte il geniale creatore di un'app per incontri, dall'altra una curiosa giornalista interessata più a lui e alla storia che ha scritta in faccia che non alla sua creazione. Ne esce un duetto in cui qualche cliché di troppo c'è (un Andy Garcia anche troppo gigioneggiante, per dire). Ma ne esce anche un bellissimo racconto di destini che si incrociano e di lezioni da imparare.

5. At the Hospital, an Interlude of Clarity 
(1x05)


Un appuntamento che finisce nel peggiore dei modi: all'ospedale ancora prima di cominciare.
Lui, timido e insicuro di sé.
Lei, bellissima e ammaliante.
Come conquistarla, come credere possibile la scintilla che scocca? Come, soprattutto se ci si ritrova bloccati in una stanza d'ospedale per ore?
Continuando un gioco di verità obbligate che fluisce in confessioni a cuore aperto, con i social di mezzo, la vanità a metterci lo zampino. John Gallagher Jr. ispira sempre tanta tenerezza, Sofia Boutella smesso il trucco e le ciglia finte, diventa più sincera.
Un primo appuntamento, anzi, un intermezzo, su cui fantasticare.

4. Hers Was a World of One 
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Loro e lei.
Loro, una coppia gay affiatata, e lei, la madre che aspetta il loro figlio adottivo.
Una madre diversa, una senzatetto che ha deciso di viaggiare per l'America, fregandosene delle convezioni e del mondo oppresso di oggi. E loro, tanto liberali a parole quanto perfettini e imprigionati da paure nella realtà.
L'amore, però, vince su tutto.
Così le lacrime fanno capolino, il fascino di Andrew Scott viene meno solo di fronte alla sua bravura unita alla sempre splendida Olivia Cooke, e la comparsata di Ed Sheeran fa sorridere.
Una piccola commedia, in cui ci si confessa e ci si confronta.
In cui la famiglia assume un significato in più.

3. Take Me as I Am, Whoever I Am 
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Lei è Lexi: avvocato brillante, scintillante donna in cerca dell'amore capace di trovarlo anche fra le fila di un supermercato di prima mattina. L'umore abbagliate come le paillettes che indossa, la vita che le sorride come dentro un musical.
Lei è Lexi: capace di non alzarsi dal letto per giorni, di non lavarsi, di non uscire di casa. Di abbandonare così appuntamenti, amici e lavoro.
Sono i due lati della stessa persona, Lexi appunto: bipolare. Capace di andare a mille come di stare sotto zero.
Non lo dice però, non lo confessa a nessuno per paura di sé e della reazione degli altri.
Anne Hathaway che ammalia come Rita Hayworth è superba.
Il suo profilo senza menzogne pure.
E la scrittura migliore nasce anche così: da una semplice pesca.

2. The Race Grows Sweeter Near Its Final Lap 
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Episodio finale, episodio che dopo aver fatto piangere ogni lacrima possibile nel raccontare l'amore alla terza età che non ha niente da invidiare rispetto a quello dei giovani, lascia racchiudendo tutti gli altri. Muovendosi per quella New York che ha racchiuso gli 8 racconti, mostrandoci stralci inediti, piccoli retroscena che ci erano sfuggiti.
L'elogio funebre di Margot è da incorniciare, i fazzoletti teneteli a portata di mano.
Parola anche del giovine.

1. When the Doorman Is Your Main Man 
(1x01)


È il primo episodio e ruba da subito il cuore.
È una commedia romantica perfetta, nei suoi tempi, nei suoi protagonisti.
Una giovane critica letteraria che non trova l'uomo giusto, il suo portinaio che non accetta nessuna delle sue fiamme, creandole ansia, frustrazione.
Finché non resta incinta, e lui diventa più di un semplice portinaio: un amico, un confessore, una spalla su cui appoggiarsi dando vita a un rapporto meraviglioso che cresce con il tempo e i mesi che passano.
La scoperta Cristin Milioti è genuina e invidiabile (nel look, nell'appartamento, nel lavoro), il finale è qualcosa di splendido facendo rimanere così: a sorridere tra le lacrime.

Voto: ☕☕☕☕/5

4 commenti:

  1. Ho visto soltanto il primo, ma che incanto. Me ne sono già innamorato.
    Sembra This is us, quando faceva cose belle.

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    1. È molto più di This is Us. In un pomeriggio di raffreddore mi sono vista praticamente 6 episodi, uno dopo l'altro, come la dose della cura migliore in circolazione. Prosegui e innamorati di tutti!

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  2. Spero riasca a rubare anche il mio, di cuore...
    Staremo a vedere se il primo episodio mi farà lo stesso effetto.
    Tempo giusto di finire qualche altra serie che ho in corso, anche se poi già ce ne sono altre che premono, tipo BoJack Horseman... :)

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    1. Curiosa di leggere anche la tua classifica infatti. Il tuo cuore di pietra potrebbe sciogliersi facilmente con questi incontri indie!
      (stendiamo un velo pietoso sulla marea di titoli in uscita o già usciti: sì, l'autunno sul divano è iniziato)

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