14 ottobre 2019

The Boys

Mondo Serial

Spero sia ormai cosa risaputa: i supereroi non fanno per me.
L'opinione (opinione, capito: L'interpretazione di un fatto o la formulazione di un giudizio in corrispondenza di un criterio soggettivo e personale) di Martin Scorsese la condivido in pieno.Effetti speciali, lunghe battaglie... non è quello che cerco dal cinema.
E nelle serie TV?
C'ho provato, tempo addietro, con Daredevil, complice una tecnica e un piano sequenza da tutti elogiato.
Ma non è andata bene, anzi, la noia ha prevalso.
Ci riprovo un po' controvoglia ora con The Boys, una serie che non prende sul serio i supereroi, che gioca con il genere, che cambia le carte in tavola.
Ci riprovo per il tam tam della rete, per la produzione di Seth Rogen e Evan Goldberg che dopo Preacher prendono in prestito un altro irriverente fumetto.
Com'è andata?


È andata che in questo mondo alternativo in cui i supereroi somigliano molto ai politici di oggi -corrotti, tutta immagine, tutta finzione, pronti ad usare ogni mezzo per mantenere il potere- mi ci sono trovata bene.
Almeno all'inizio, soprattutto grazie ai personaggi coinvolti.
Hughie, timido nerd che si è visto uccidere la fidanzata proprio nelle sue mani, per colpa di A-Train, il supereroe superveloce.
Billy Butcher, ex poliziotto dal passato misterioso e dall'accento marcatamente inglese che i supereroi vuole metterli alla berlina.
La squadra che rimette in piedi assieme a Hugh che comprende lo scapestrato Frenchie e il paterno MM.
I supereroi stessi, ovvero i The Seven: il perfetto (e per questo inquietante) Homelander, il viscido The Deep, la fragile Queen Maeve, l'invisibile e creep Translucent, l'esagerato A-Train, l'oscuro Black Noir e la nuova arrivata Annie/Starlight, che dalla campagna del Kansas deve abituarsi ai tanti compromessi che essere tra i 7 richiede.


Insomma, un team niente male, con squadre ben definite, incroci che mettono pepe (un Hughie che cerca amore e vendetta e una Annie che cerca di restare a galla in mezzo alle tante bugie) e tutti i retroscena di riprese, salvataggi e religioni che vengono derise.
Mettici poi il conoscere la genuinità di Jack Quaid e Erin Moriarty, e il ritrovare in altre vesti Simon Pegg (vesti decisamente invecchiate) e Antony Starr (una trasformazione da applausi rispetto al suo Banshee) e i punti a favore sono elencati.
Peccato che questa freschezza, questa novità, si perdano man mano che si va avanti.
Non che manchino un piano ben preciso, i colpi di scena o le scene d'azione per architettate.
Non mancano momenti surreali e discorsi da incorniciare (sì, sto parlando ovviamente di quello sulle Spice Girls), ma in soli 8 episodi quella che sembrava una novità diventa presto una routine senza il brio che volevo, il pizzico di genialità che mi aspettavo e che avevo trovato in Deadpool, che ovviamente viste le scene di sesso esplicito, di violenza esagerata e di politicamente scorretto, gli si avvicina molto.
Certo, questi supereroi alquanto odiosi sono più sulle mie corde, e anche questi Boys che se ne fregano delle regole e del sangue. Ma siamo ancora distanti da sancire la pace.

Voto: ☕☕½/5



4 commenti:

  1. Visto che oltre al parere di zio Martino, a tenere banco in questi giorni sono anche i lettori di fumetti anche loro in subbuglio, posso dire che “The Boys” ha tutto per piacere, e come hai ben sottolineato, ad una prima occhiata sembra roba fresca, ma contro il materiale originale risulta tutto molto più piatto ed omologato. Spero che nella prossima stagione (già confermata) decideranno di mordere di più, ora che i “Super” hanno saturato il mercato (e anche in questo zio Martino ha ragione), sarebbe un peccato rendere questa serie un altro programma con dei tizi in calzamaglia, quando invece i Boys sono nati per frantumare il monopolio delle tutine tra le pagine dei fumetti americani. Cheers

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    1. Spero davvero di vedere più boys, meno calzamaglia. Le potenzialità c'erano e ci sono tutte, basta saper mantenere il ritmo che qui purtroppo a metà giro già si perde.

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  2. Mi era stranamente piaciuto.
    Più che Deadpool, da me odiato, per fortuna mi aveva ricordato Kick Ass.

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    1. Lo splatter, l'ironia e l'esplicito fanno la differenza fra i due. Essendo un mondo a me così distante, il fatto di essersi fatto vedere e di essermelo goduto è già una novità!

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