Regola n° 1
Se vuoi fare un film sugli zombie, cerca di essere originale.
Mettici gli zombie, certo, mettici i jumpscares, ma mettici anche qualcosa di diverso, la storia di base, la location, i protagonisti.
Regola n° 2
Se vuoi fare un film sugli zombie che faccia ridere, bada bene a te.
Che c'è un caposaldo come Shaun of the Dead con cui fare i conti.
E provaci tu a fare meglio di Edgar Wright!
Devi avere dei protagonisti tosti davvero, devi avere delle idee geniali, devi saper dosare il tuo umorismo.
Come, sei Ruben Fleischer e decidi di farlo questo film sugli zombie che faccia pure ridere, e decidi di farlo nel 2009, a 5 anni da Shaun?
Ok, a tuo rischio e pericolo.
Come, chiami a far parte del cast Woody Harrelson che fondamentalmente fa quello che da un Woody Harrelson in un'apocalisse zombie ci si aspetta? E chiami come loser di turno Jesse Eisenberg, come bella di turno Emma Stone, e come ragazzina cazzuta Abigail Breslin?
Direi che sei sulla buona strada.
Come, caratterizzi così bene questi personaggi e il tuo film non dando loro un nome, ma la destinazione da cui provengono o a cui sono destinati?
Abbiamo così Tallahassee, Columbus, Wichita e Little Rock.
E non abbiamo nomi propri nemmeno per le altre guest star del film, tranne una, la più importante. E vista l'importanza dei nomi, il finale si fa doppiamente romantico?
L'idea direi che è ottima.
Il problema ora, caro il mio Ruben, è trovare la storia.
Ah, dici che decidi di raccontare la solita fuga/vita solitaria all'insegna della sopravvivenza tipica degli zombie-movie, ma lo fai in chiave nerd e in chiave ossessivo-compulsiva con delle regole da rispettare, che compaiono lì, in bella vista sullo schermo e non solo negli appunti di Columbus.
E fai che queste regole diventino una costante, ma anche uno schema che si può e si deve infrangere.
Direi che la storia per quanto non originale, si fa speciale.
La caratterizzazione?
Uhm, capito, si tratta delle location scelte.
Non tanto le strade ingombre di auto e i paesini senza anime vive (ma tanti corpi non-morti), ma quel luna park finale e soprattutto quella villa hollywoodiana in cui i nostri eroi stanno.
Quale villa? Il tuo asso nella manica, Ruben!
Ma la villa di quella guest star d'eccezione, un Bill Murray che gigioneggia alla grande, che improvvisa, che delizia, che manda in estasi neanche fossimo noi quel Tallahassee che perde il controllo.
Insomma, ok, c'erano solo due regole da rispettare, e qui sono state rispettate alla grande.
Anzi, lo dico: Zombieland diventa un altro film sugli zombie contro cui scontrarsi in futuro.
Il bello, è che a scontrarcisi sarà Ruben Fleischer per primo, a distanza di 10 anni, tornando sulla scena del delitto.
Ce n'era bisogno?
Io, che arrivo con un ritardo abissale a conoscere questo titolo dico di sì.
Ma anche di no, che un film one-shot ha sempre un sapore speciale.
Staremo a vedere nei prossimo giorni se questo sequel/cocktail s'aveva da fare.
Voto: ☕☕☕☕/5
Il primo davvero carinissimo, ma sul secondo, uscito fuori tempo massimo, ripongo scarse speranze. Mi hai tentato con l'idea del rewatch.
RispondiEliminaE visto una decina d'anni fa aveva un gusto ancora più saporito. Anche perché allora di storie sugli zombie ne erano già state raccontate, certo, ma il genere non si era ancora saturato come capitato dopo il successo (a oggi ancora inspiegabile) di The Walking Dead.
RispondiEliminaIl sequel vedremo. Probabilmente inutile, ma spero si rivelerà se non altro divertente. :)
Non me l'aspettavo, ma bene così, perché adoro questo film, come adoro anche quell'altro ;)
RispondiEliminaVisto all'epoca sarebbe piaciuto ancora di più, confermo. Anche io, però, nutro forti dubbi sull'operazione di questo sequel...
RispondiEliminaNon lo vedo da un sacco di anni e, onestamente, salvo il cameo di Bill Murray non ricordo poi molto. Infatti credo recupererò il sequel con tutta calma...
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