26 novembre 2019

#LaPromessa2019 - Via Col Vento

Ci sono modi e modi per prepararsi a compiere gli anni.
Io, quest'anno, ne ho scelto uno molto particolare.
Invitare gli amici di sempre, armarci di tisane, biscotti, dolci e pizze e affrontare la lunga visione di Via col vento assieme.
La promessa l'avevo fatta io, il supporto me l'hanno dato loro.
Non così spontaneamente, c'è da dirlo.
Se il giovine ha fatto leva sui lavori della sua stanza/studio da mandare avanti, qualcuno ha detto di avere la febbre e qualcun altro era giustificato dal lavoro, ci siamo ritrovati in tre (più il cane Bloom) sul divano o sul tavolo della cucina a scoprire le gesta di Rossella O'Hara.


Perché, vien da chiedersi, l'ho inserito nella Promessa e l'ho voluto vedere nelle mie ultime ore da 30enne?
Perché a questo film sono legata da quando sono piccola.
C'erano modi e modi di passare i sabati sera quando rimanevo a dormire da mia nonna.
C'erano le vhs della Disney, c'era La Corrida in TV, ma il più delle volte io e mia sorella chiedevamo a gran voce Via col vento.
Ovviamente, non siamo mai riuscite a vederlo tutto, chissà quanto in realtà duravamo prima di crollare dal sonno.
Ci bastava sentire Mami sbuffare e rimproverare Rossella, ci bastava scorrere fino alla fine, fino a quel Francamente me ne infischio e quel Domani è un altro giorno per essere contente.


Insomma, arrivare a vederlo dall'inizio alla fine lo dovevo a quella me bambina ignara di quello che scorreva sullo schermo.
Scopro così solo oggi la presenza di ouverture, intermission e exit music.
Di una colonna sonora portante tristemente diventata jingle di Bruno Vespa.
Scopro che ci vogliono quasi 10 minuti prima che il film inizi, dopo titoli di testa infiniti si parte felici e gai tra balli e abiti pieni di pizzi, di amori da conquistare e un unico cuore a cui ambire.
No, Rossella è tutt'altro che l'eroina da amare e venerare.
È superficiale, viziata, vanitosa, si dà un sacco di arie. Flirta senza ritegno con gli uomini delle altre, desidera solo quello che non ci sta: Ashley.


Strano quindi che un uomo tutto d'un pezzo come Rhett Butler si invaghisca di lei... Ma così è, e con sullo sfondo la guerra di secessione americana, la caduta e la distruzione di Atlanta, il lento rialzarsi dell'economia dei sudisti, loro si cercano, si aiutano, bisticciano e si lasciano.
Lei fa in tempo a sposarsi due volte, e due volte rimanere vedova.
Salva la rivale in amore, salva la sua Tara, si spezza la schiena e le mani, si veste con delle tende e dopo aver conosciuto la fatica, l'onore, il sangue, torna ad essere una gran signora, seppur non così pura. Con la promessa di non patire mai più la fame a renderla ancora più viziata e senza scrupoli.


In quattro lunghe ore, succede di tutto.
E fa sorridere come nel giro di qualche minuto si passi da matrimoni a funerali, da morti improvvise e cambi di tenore di vita.
La costante per noi è Mami.
Che non invecchia, che è voce della coscienza e del giudizio, che non a caso quel gran pezzo di un Clark Gable tiene tanto in conto.
Il doppiaggio originale italiano è ben più razzista di quel che pensavo, ma è impossibile non voler bene a questa domestica dal cuore d'oro, non sorridere alle sue entrate in scena e ai suoi movimenti che catturano lo sguardo.


Per il resto, si resta sorpresi e impressionati al pensare che un film del 1939 sia ancora in grado di avvincere e conquistare così. Pur con tutti i limiti del caso, gli eccessi della recitazione, l'esasperante amore di Rossella per quello smidollato di Ashley, i fondali ben visibili.
Ma, arrivati alla fine, ci siamo davvero sentiti di aver vinto una sfida, affrontato una maratona.
Di quelle che danno soddisfazione, di quelle che ricorderemo anche domani, che è un altro giorno.
Nonostante un finale quanto mai aperto e sospeso, di cui francamente ce ne infischiamo.


12 commenti:

  1. “Ben Hur” è il classico delle feste di mio padre, “Via col vento” quello di mia madre. Uno di quei titoli con cui alla fine si cresce e diventano parte della cultura popolare (fino ad arrivare a Bruno Vespa, brrrr!). Ottima scelta di tempi per un ripasso, perché resta uno di quei classici che hanno influenzato tutti, anche i grandi registi. Cheers!

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    1. Urca, Ben Hur! Parlandone con mia nonna ancora si ricorda di quando è andata a vederlo al cinema! Erano più abituati di noi a starsene seduti in religioso silenzioso... Le 4 ore di Via col vento sono state inaspettatamente leggere, però. Chi l'avrebbe mai detto!

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  2. L'opera artistica "Via col vento" ( è anche un manifesto sulla grande forza delle donne) va oltre il romanzo e il film e dobbiamo considerarla un trattato di storia e di psicologia dell'essere umano.
    Ottima scelta Lisa.

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    1. Si parla tanto oggi di film femministi con protagoniste donne forti, quando già nel 1939 si facevano film così: con una Rossella non facile ma capace di cavarsela sempre, e di guardare avanti, al domani.

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  3. Complimenti per il vostro coraggio! Io l'ho sempre intravisto in TV e, prima o poi, mi tocca. Mi ci vorrà la bombola di ossigeno. Tremo già per le tre ore e rotte dell'ultimo Scorsese...

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    1. Pensa che ho lasciato per ultimi nella Promessa tutti i film più lunghi, compreso il Casino di Scorsese che affronterò.. oggi? Probabile. Con il metodo: aperitivo+cena+divano la visione in compagnia diventa un divertimento! La modalità commento è attivata, ovviamente, altrimenti resistere si fa dura.

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  4. I fondali ben visibili, forse una volta si vedevano meno, ma ora coi bluray scopri tutti i trucchetti del cinema, tipo i cavi che reggono le astronave ne La Guerra Dei Mondi degli anni 50.
    Comunque a me sto polpettone piace e apprezzo anche Cleopatra con la Taylor, pensa te...

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    1. Vediamo l'anno prossimo se mi toccherà un altro polpettone, questo è stato gustato e digerito benissimo :)

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  5. Sai ho visto un documentario su i segreti di Hollywood, ed originariamente non doveva (non poteva) dire "francamente me ne infischio" ma "francamente non mi importa", perché non era moralmente ed eticamente accettabile, però per fortuna è poi rimasto ;)

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    1. Ovviamente finita la visione ci siamo fiondati su wikipedia per conoscere tutti i retroscena, e sì, il regista ha dovuto provare che Damn sul dizionario non è menzionato come bestemmia per evitare la censura :)

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  6. Anche io mi sarei inventato una scusa, pur di evitare questa visione.
    E' un film che non ho mai sopportato, e che non credo di aver mai visto per intero tutto, ma di recuperarlo francamente me ne infischio. :)

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    1. Saresti stato anche tu un amico poco fedele. Perché chi c'era alla fine si è ricreduto: ci siamo ritrovati coinvolti e avvinti dalla storia che regge ancora benissimo, sappilo ;)

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