8 novembre 2019

L'Uomo Senza Gravità

Andiamo al Cinema su Netflix

I presupposti perché fosse un bel film c'erano.
C'era la produzione di Netflix, che con uno Scorsese in arrivo riacquista credibilità.
C'era Elio Germano, che i suoi ruoli li sceglie sempre con cura.
C'era una storia strana, non così originale se confrontata a livello internazionale, nuova nel nostro panorama nazionale: una bambino che nasce e non cede agli effetti della gravità.
Fluttua nell'aria, rischiando così di essere un fenomeno da baraccone in quel paesino in cui una madre non più giovane e una nonna decisamente restrittiva, vivono.
Oscar deve quindi sottostare ad altre leggi: chiuso in una casa dai soffitti foderati di coperte e cuscini, conosce il mondo solo attraverso la TV, immedesimandosi in Bruce Wayne con l'identità di Batman da tenere segreta.
Non può durare, però.



Non se la madre si ribella, non se un giubetto-zavorra viene realizzato, non se un'amicizia speciale nasce con l'aspirante Raffaella Carrà, Agata.
Non può durare soprattutto perché ogni libertà privata chiede un contrappasso notevole, e così la fiaba lieta di una bambino diverso diventa l'entrata di un ragazzo nell'oscuro mondo dello showbusiness, dove vendere se stesso e i propri ideali, dove farsi raggirare da manager e produttori truffaldini.
Anche qui, non può durare.
E così inizia una nuova vita, non certo rosea, non certo felice: fingendosi per assurdo portatore di handicap, trovando un lavoro alquanto discutibile e così -forse- l'amore.


I presupposti perché L'Uomo Senza Gravità fosse un bel film c'erano.
Ma la verità è che ci si ritrova di fronte non ad uno, bensì a tre film decisamente brutti.
Che mettono in scena la bruttezza, in una scenografia povera e squallida, in colori spenti, in una recitazione al minimo sindacale in cui quella cadenza da paesino la fa da padrone, irritando sia negli adulti sia in bambini che senza essere troppo cattivi, non sono certo attori nati.
Ci prova Elio Germano a rendere il suo Oscar disincantato, ma la verità è che tutto odora di semplicità, con una sceneggiatura che passa dall'essere scontatissima, a lasciare buchi e trovare idee davvero ingiustificabili.
In un crescendo di noia e scontatezza, nell'inanellare scene che puntano a stupire con poco, L'uomo senza gravità ha paradossalmente l'effetto di essere quanto di più pesante presente su Netflix in questo momento.

Voto: ☕/5


8 commenti:

  1. Presupposti interessanti dici....io già che ho visto l'immagine del neonato ho detto NO..

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E hai fatto benissimo! Tentata più volte di abbandonarlo, non mi capita spesso.

      Elimina
  2. A me già il trailer non mi convince, seppure sono incuriosita dal plot non proprio usuale per il cinema nostrano...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il problema è che è però già visto in tante salse all'estero, e qui la sostanza non cambia. Anzi, forse immergendo tutto in un paesino tristo ci si perde ancora di più.

      Elimina
  3. Lascio stare, con buona pace di Germano.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E fai bene, mi sono sacrificata io e basta e avanza!

      Elimina
  4. I presupposti validi sembravano esserci anche per me. Il tuo giudizio non lascia però spazio a molti dubbi...
    Mi sa che è meglio se gravito su altre produzioni. Netflix e non. :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Gravita altrove che è meglio! Il suo unico pregio è far uscire una stroncatura scritta di getto, come non succedeva da tempo. Unica gioia dopo tanta noia e disappunto.

      Elimina