26 febbraio 2020

Watchmen - La Serie

Mondo Serial

Dopo il fumetto, dopo il film, la serie.
La serie da cui tutto ha avuto inizio, almeno per me.
La serie ideata da quel Damon Lindelof capace di spingermi a questo recupero, ad entrare finalmente nel mondo di Watchmen.
E com'è questa serie?
Credo che il buon Cassidy sia riuscito a riassumere tutto con un'unica frase:
"Snyder ha dimostrato che del fumetto di Alan Moore e Dave Gibbons guardava solo le figure, mentre Lindelof... Beh, lui lo ha letto e lasciatemi aggiungere che, forse, lo ha anche capito.".
Esatto.
L'ha letto, l'ha capito, ci ha dato un seguito che dalle stesse pagine sembra uscire.
Un seguito che ha un senso, è intelligente, è pazzesco, manda fuori di testa.
Un seguito che manda in visibilio per la cura estetica, per la potenza della scrittura.
Un seguito che tiene conto di essere un seguito, in tutto e per tutto.


L'azione si sposta a 34 anni da quando quell'enorme calamaro alieno si è presentato senza invito su New York mietendo milioni di morti.
E ora non è più la guerra fredda a spaventare, è un certo razzismo che non si è mai fermato in America: dalle violenze di Tulsa nel 1921, passando per il KKK, anche oggi i bifolchi esistono, e fanno paura.
Fanno paura quando fanno gruppo, quando minacciano di sovvertire quel che di buon il governo Redford (sì, Robert) sta facendo.
Fanno paura quando si scagliano contro la polizia, in una Notte Bianca che porta i pochi poliziotti sopravvissuti e i nuovi poliziotti, ad indossare maschere a protezione della loro identità.
E i vecchi supereroi?


Dottor Manhattan sembra ancora lì, in auto-esilio su Marte, Ozymandias non dà traccia di sé, ha venduto il suo impero a un'intelligentissima donna orientale, miliardaria e consapevole di esserlo, Silk Woman è ora nelle forze dell'FBI.
E arriva a Tulsa.
Lì dove piovono calamaretti dal cielo, lì dove il capo della polizia è stato ucciso.
Lì dove le cose non sono davvero quello che sembrano.
Ma la protagonista non è lei, è Sorella Notte, è una poliziotta che è anche madre, che si ritrova a far fronte a un'eredità genetica di un certo livello, a scoperte su chi credeva amico, a rivelazioni che... ci manderanno fuori di testa!


La cura ad ogni episodio cresce, e cresce il ritmo della serie che inizia piano, inizia con un salto nel passato, lasciando a speciali televisivi dal gusto trash il compito di spiegarci le storie dei Minutemen, lasciando indizi qua e là.
E poi si esplode.
Lo si fa con un episodio pazzesco come This Extraordinary Being (1x06), degno erede di quel capitolo IV del fumetto, in cui il Tempo è relativo, l'identità pure, e proprio un'identità da sempre rimasta irrisolta, si svela per noi in bianco e nero (ah!).
Lo si fa poi con l'episodio 8 dal titolo geniale A God Walks into Abar (il cognome di Sorella Notte), in cui quello che è un primo incontro diventa un excursus temporale in cui ancora una volta quel Dio blu che si vede solo in dettaglio, fa la differenza.


E la fa pure la musica, con le più variazioni di Careless Whisper in Little Fear of Lightning (1x05, altro episodio pazzesco, dedicato al nuovo Rorschach dalla maschera a specchio), lo fanno quei dettagli che compaiono come murales, come giornalai, come romanzi presenti a malapena nel fumetto stesso.
Per non parlare delle interpretazioni di Regina King, di Tim Blake Nelson, pure di Don Johnson e di un Jeremy Irons raggelante nel suo confino di finto Eden.
Insomma, Lindelof lo ha davvero capito Watchmen, e ci regala un seguito fenomenale, per cui essergli eternamente grati.
Un seguito che ha un finale aperto, da cui però Lindelof non vuole sapere di ripartire, perché è perfetto così com'è. Per come ricollega tutte le uova viste, tutte le citazioni e le possibilità, con i Beatles (anche se sono i Spooky Tooth) a cantare in sottofondo.
Capito?

Voto: ☕½/5

6 commenti:

  1. Io che riassumo? No impossibile, ma pensavo fosse impossibile per me apprezzare qualcosa firmato da Damon “cioccolatino” Lindelof e invece, può davvero accadere di tutto ;-) Sei decisamente più in buoni rapporti di me con Damon, ma dopo questa serie, il ragazzo ha guadagnato dei punti. Certo non è il seguito che avrebbe scritto Moore, ma è una “fan fiction” affascinante che dimostra di aver capito la lezione del Mago di Northampton. Ho letto in questi giorni che HBO vorrebbe derubricare “Watchmen” a miniserie autoconclusiva, non potrei essere più felice, quel finale è perfetto così ;-) Cheers!

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    1. Ebbene sì, con quella frase hai detto tutto. Ma qualche parola in più sulla bellezza e la potenza della serie l'ho voluta spendere. Tra contenuto e forma non so cosa ho apprezzato di più. Ben venga che si fermino qui, più avanti qualcuno magari cercherà di farne un seguito, ma dovrà avere un bel coraggio.

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  2. Rimango di stucco, sinceramente non me l'aspettavo, soprattutto del tuo voto, però caspita se alcune cose scritte le condivido, se pur non con lo stesso giudizio anch'io la ritengo una gran serie o miniserie, perché c'è il genio, indubbiamente c'è ;)

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    1. Entrata nel mondo di Watchmen qui c'è tutto quello che c'era nel fumetto, come non amarlo.

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  3. No, io non ho capito.
    Essendo partito direttamente dalla serie, senza aver letto il fumetto o nemmeno guardato il film e senza sapere nulla di nulla al riguardo, di questo seguito non ho capito... nulla di nulla. :)

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    1. Però anche tu, come hai fatto? Ci credo che non c'hai capito niente, anche se la storia del presente aveva un suo senso. Ora devi farti un piacere e leggere il fumetto, promesso?

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