Di questi tempi bui, le commedie romantiche sono un faro a cui aggrapparci.
Anche quando fuori stagione, anche quando sono più estive del previsto, sono sempre ben accolte da queste parti.
E da queste parti, vengono sempre scritte allo stesso modo:
Lei, Lucy, aspira ad essere una gallerista.
Tanto effervescente quanto pasticciona come tutte le protagoniste di commedie romantiche devono essere, colleziona memorabilia nel senso stretto del termine: ogni più piccolo oggetto (che sia una cravatta, una chiave, una pedina di un gioco) per ricordare momenti e amori.
La sua disastrosa vita amorosa fa sì che la sua stanza sia un mausoleo zeppo e assiepato di cianfrusaglie.
Le amiche (un'amante seriale di modelle russe, una cinica in una relazione a lungo termine fondata sull'approvazione costante di un silenzioso fidanzato) ci sono sempre: conoscono il kit di emergenza per quando l'ennesima storia promettente finisce male, conoscono le intimidazioni verso questi ex se hanno il coraggio di ripresentarsi, scommettono apertamente su durata e riuscita di questi amori.
Lui, Nick, è un sognatore, che sogna di aprire un piccolo hotel come si deve nel cuore di New York.
Hipster a livelli altissimi, aiutato da un amico in procinto di diventare padre che non si può permettere un fallimento.
Ma quell'hotel, il Chloe Hotel, rischia di fallire ancora prima di aprire, subissati da debiti e ritardi.
Lui e lei si scontrano una notte che li vede entrambi in crisi.
Lei piantata da amore e lavoro, entra nella macchina di lui, credendolo il suo uber.
Si sfoga, non lo lascia parlare.
Si riscontrano e si salvano, lui ascolta, lei parla.
E parla e parla e parla.
E ha un'idea, piantando un semplice chiodo: creare la sua galleria in quell'hotel in costruzione, la sua esposizione di cuori infranti, invitando via social le persone a donare oggetti, storie, denaro. Aiuta così Nick, diventando la sua interior designer, cercando per strade e mercatini gli oggetti con cui dare un'immagine unica al suo hotel.
Come andrà a finire, già lo sappiamo.
L'amore trionferà?
Supererà quei piccoli ostacoli che per forza di cose in una romcom devono esserci?
Ci saranno feste a tema, balli e inaugurazioni in cui stupire con abiti, canzoni e dichiarazioni commoventi?
Ovvio.
Siamo in una commedia romantica e questo ci deve.
Sempre.
I punti unici di The Broken Hearts Gallery, stanno allora in una protagonista come Geraldine Viswanathan decisamente effervescente, in un piccolo segreto che non è quello che ci si aspetta, e che per questo stupisce, in una New York che come sempre è lo sfondo ottimale per le storie d'amore.
I comprimari aiutano, nella loro stranezza, nel loro essere caricaturali al massimo.
Incerto il giudizio su Dacre Montgomery, forse troppo gigione, forse tropo consapevole del suo fascino dopo il successo di Stranger Things o semplicemente troppo debole rispetto alla Viswanathan, capace però di una dichiarazione migliore -e di molto- rispetto a quella di Holidate, ma comunque lontana da quella imbattibile di Harry a Sally.
La colonna sonora pop e moderna, decisamente troppo pop e moderna da sembrare già superata (colpa della produzione di Selena Gomez?), è un difetto trascurabile ma che poteva essere un altro fiore all'occhiello del film di Natalie Krinsky, hipster che più hipster non si può, tra come quell'hotel, quella galleria e quei social vengono utilizzati.
Ma fresca e romantica, con il lieto fine che fa spuntare quel sorrisino che sempre si cerca, The Broken Hearts Gallery è la commedia romantica che ci serve.
Tutti abbiamo avuto il cuore spezzato, rendiamogli grazie e ripariamolo così.
Voto: ☕☕☕/5
Romcom carina.
RispondiEliminaMi aspettavo qualcosa di un po' più originale e indie, ma va bene anche così.
In questi tempi di magra, certe dichiarazione d'amore fanno sciogliere nonostante l'hipsterismo ad altissimi livelli.
EliminaSegno, ce n'è bisogno!
RispondiEliminaOh sì, più estivo del previsto, ma romantico al punto giusto per l'aria natalizia che si fa sentire.
Elimina