3 marzo 2021

Wild Rose

Andiamo al Cinema a Noleggio

La prima concorrente di questa settimana musicale è Rose-Lynn Harlan.
Facciamo una piccola presentazione.


Rose ama la musica country, meglio, vive per la musica country.
Si veste come fosse a Nashville quando in realtà è nata a Glasgow.
Rose è appena uscita di prigione, storie di risse, di droga, di una vita sregolata.
Rose ha due figli, ma nessun amore materno: preferisce cantare, ballare, bere e divertirsi.
La madre cerca di non giudicarla, cerca di proteggere quei bambini che la vedono come un'estranea, che sanno di non essere amati.
Ma deve rimettersi in sesto, Rose, se non per loro, almeno per la libertà vigilata.


Così trova un appartamento e un lavoro: donna delle pulizie, e il destino vuole che chi l'ha assunta, cerchi di aiutarla.
Quella voce deve farsi sentire, deve farsi conoscere, e in fondo è solo questione di avere i contatti giusti.
Solo?
No, perché non basta una voce se non si ha qualcosa da dire.
E a quel sogno non si deve rinunciare per convenzioni.
Basta capire dov'è casa, dov'è il cuore.

E allora, eccola Rose.
Con Country Girl
Di Martin Duffy - Bobby Gillespie - Andrew Innes - Gary Mounfield
Conduce: la band stessa
Canta: Rose-Lynn Harlan



Rose è soprattutto Jessie Buckley, esplosa quest'anno grazie a Charlie Kaufman e il suo I'm thinking of ending things, vista da poco in Fargo, in realtà si muove da anni in piccoli film indipendenti come Beast o come questo, che l'ha consacrata in patria.
Sfacciata, naturale, più bella che mai, la sua Rose non è facile da amare.
Non è facile nemmeno da capire nella sua ossessione per un genere, nella sua fame di palco.
Ma basta guardarla esibirsi, imporsi, e la sua ossessione acquista un senso.
Il racconto sembra diviso in due, veloce e spedito all'inizio, più profondo e riflessivo il secondo.
Il paragone, oggi, nasce spontaneo, prima della Pixar, Wild Rose è un Soul al femminile.
Il racconto di un sogno e di come questo non riesca a dare un senso alla vita, il racconto di un'ossessione che fa perdere il senso di tutto il resto.
Il finale, qui, è più lieto.
Perché Rose qualcosa da dire la trova, ed è un qualcosa di bellissimo che anche senza trucchetti fa versare più di una lacrima.
Parabola felice, redenzione riuscita, brividi garantiti in questo finale musicale.

La riascoltiamo?
Massì, dai.
Con Glasgow (No Place Like Home)
Di Mary Steenburgen - Caitlin Smith - Kate York
Conduce: la band stessa
Canta: Rose-Lynn Harlan

(Attenzione Spoiler: il video è un riassunto del film)


Voto della giuria demoscopica composta da me: 8/10

8 commenti:

  1. Un piccolo film con una grande protagonista. Mi è piaciuto molto, e qualche volta ascolto anche qualche brano della colonna sonora!

    PS. Sei comunque meglio della giuria demoscopica di Sanremo!

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    1. Fortuna che il televoto ha battuto la giuria demoscopica!

      Il film è una vera sorpresa, classico ma non troppo, capace di emozionare e ridurmi in lacrime.
      Che brava, poi, lei!

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  2. Se Sanremo è tutto come la prima puntata, meglio vedere un film. Oddio le canzoni ci stanno, per quello che ho sentito finora, ma un Ariston senza il pubblico è tremendo.

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    1. Arrivo reduce dalla settimana sanremese, ci si sente un po' in una bolla un po' in ostaggio, per fortuna quest'anno c'erano canzoni e artisti al livello di Rose.

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  3. Bella l'idea di questa specie di anti-Festival di Sanremo. :)

    Wild Rose non è chi mi sia piaciuto un granché, sarà che il country scozzese non è il mio genere, a parte Amy Macdonald.

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    1. L'inizio che sembrava intriso di buonismo e prevedibilità mi stava per farmelo bocciare, ma poi cambia, ci si appassiona, si finisce per volere bene pure a una protagonista difficile come Rose. Ciò detto, il country scozzese non sarà mai il mio genere, ma la canzone finale emoziona.

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