7 aprile 2021

The White Tiger

Andiamo al Cinema su Netflix

Gli Oscar spingono spesso e volentieri anche a questo: a recuperare quei film che per pregiudizio, mancanza di tempo o voglia, non si erano considerati.
Era successo con La Tigre Bianca, uscita di punta su Netflix qualche mese fa, co-produzione India e America, con la prezzemolina Priyanka Chopra Jonas a fare da sponsor.
Una durata non troppo ammaliante, una trama che poco ispirava, e io lo avevo tranquillamente scartato.
Poi arrivano le nomination agli Oscar, appunto, e a sorpresa, lì dove non ce l'ha fatta Charlie Kaufman, ce la fa Ramin Bahrani con una sceneggiatura adattata dal romanzo di Aravind Adiga da cui era rimasto folgorato.
Una sceneggiatura tagliata e rimaneggiata solo in parte, ma che comunque è arrivata a sforare le due ore.
E si sentono tutte, purtroppo.


Si parla dell'India più vera, quella di caste e di servitù, di corruzioni e di vendette, di sangue e di tentativi possibili o impossibili di cambiare le cose.
Balram, il protagonista, si sente una rarità.
Una tigre bianca, unica nella sua generazione già dai tempi della scuola, ma con un destino di povertà a remargli contro. Cogle l'occasione per andarsene dal suo villaggio di fango appena può, per fare da autista alla famiglia che quel villaggio lo tiene in scacco. 
Basta poco, basta insistere, basta adulare, basta denunciare e far licenziare l'altro autista.
E Balram diventa così servitore benvoluto di Ashok, tornato con la moglie dagli Stati Uniti, ancora non perfettamente integrati.
Il fattaccio che tutto cambia -un incidente stradale- lo si vede ancora prima dei titoli di coda, e quando arriva, già sappiamo che spianerà la strada a fughe, vendette e piani per cambiarle quelle cose, finalmente.


Ritmato e con un occhio di riguardo al pubblico occidentale (tanto da inserire la hit di Panjabi MC, di conoscenza da The Millionaire) il film avrebbe in effetti tutte le carte giuste per conquistare.
A partire da Adarsh Gourav, attore sconosciuto scelto appositamente al posto di star di Bollywood, buca lo schermo e rende il suo Balram vero e credibile.
La sceneggiatura si dipana come una lunga lettera al governatore cinese in visita in India per capire come questa si è imposta economicamente, e quindi con una voce fuori campo imperante che spiega come in realtà vanno le cose nel suo Paese.
E funziona.
Anche se la penna di Bahrani si dilunga, eccede, nel minutaggio come nei dettagli, prendendo spesso per finimento.


Amorale e freddo come il suo protagonista, La tigre bianca lascia fuori messaggi stucchevoli in un lieto fine solo apparente, visto com'è sporco di sangue.
Per quel che mi riguarda, poteva essere amore, sì, poteva essere un racconto di una scalata sociale fulminante, ma si appesantisce in troppi punti.
Ah, se solo fosse stato più snello, più diretto, sarebbe stata un'altra sorpresa di questi Oscar!

Voto: ☕☕½/5

2 commenti:

  1. A me è piaciuto.. comunque fuori registro, e dai messaggi contraddittori ma consapevoli di veicolare polemica.

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    1. Aveva tutte le carte in regola per piacere anche a me, ritmato e non scontato com'è. Ma ho patito troppo la lunghezza e il ripiegarsi su se stessa della sceneggiatura, purtroppo.

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