Se la pandemia che stiamo vivendo ci mette a dura prova, arriva un altro film che di una pandemia peggiore parla.
Dove ad essere compromessa non è la salute fisica, ma la memoria.
Così, da un giorno all'altro, ci si sveglia senza sapere chi è quella persona che abbiamo accanto nel letto, o più lentamente, dimenticando dettagli, ricordi, persone.
Una malattia che non si riesce a spiegare e fermare, che porta a perdersi e perdere amici, amori e parenti, con abbandoni continui, non solo di cani.
Little Fish non è però un film catastrofico.
È tutt'altro.
È un boy meets girl alla rovescia, con l'incontro fra i due protagonisti che ci viene poco a poco mostrato, arricchito di particolari.
Perché loro, Emma e Jude, si attaccano ai ricordi comuni, a come si sono conosciuti, come hanno finito per amarsi e sposarsi. Come un continuo test, come un mettersi alla prova per riuscire a respirare ancora un po': non hanno dimenticato. Ancora.
Scrivere, condividere, ripetere è il modo per cercare di stare a galla, mentre le soluzioni mediche fanno troppa paura.
La pandemia che c'è fuori ci viene mostrata di sfuggita, con le sue conseguenze che passano per tatuaggi scontati o graffiti imponenti, con la gravità dei sintomi che passa per un amico malato che fa da monito.
Lo so, lo so.
Un altro film sulla pandemia?
Ma questo non è un instant-movie pensato lo scorso anno.
Little Fish nasce da un racconto del 2011 di Aja Gabel che parla di Alzheimer in modo diverso, in modo poetico tanto quanto è riuscito a diventare un thriller The Father.
E soprattutto è stato girato sei mesi prima dei lockdown nazionali, portando gli attori coinvolti a vivere doppiamente l'intensità della situazione.
Protagonisti che sono perfetti.
L'alchimia fra l'ormai amatissima Olivia Cooke e il redendo Jack O'Connell è palpabile, tanto da lasciare spazio all'improvvisazione, a sorrisi e canzoni complici, a rendere questo piccolo film ancora più bello.
L'atmosfera è quella che ne aumenta la magia: una voce narrante, una colonna sonora composta da Soko (anche fra i comprimari) e una circolarità per finire in bellezza.
Piccolo e magico, Little Fish colpisce come aveva saputo fare in tempi ancor meno sospetti il sottovalutato Perfect Sense, a mostrare come trovare l'equilibrio, nell'altro, in mezzo al caos.
Voto: ☕☕☕½/5
Devo vederlo, assolutamente. Poi che coppia bellissima!
RispondiEliminaEro convinta lo avessi già visto, scommetto già che sarà amore.
EliminaEro un po' indeciso se vederlo o meno, rischiava di essere un altro film pandemico catastrofico nel senso di cinematograficamente catastrofico, però dopo che sui social l'hai definito bellissimo mi sono convinto a vederlo e...
RispondiEliminaHo fatto bene. E hai fatto bene a consigliarlo. ;)
Un po' di dubbi li avevo anch'io, ma a una coppia così bella ho dato fiducia facendo benissimo.
EliminaPiccolo ma grande, resterà fra i film pandemici da non dimenticare.