14 maggio 2021

Peel

È già Ieri -2019-

La ricerca di piccoli film indipendenti che possano rivelarsi una sorpresa continua
Mi è andata male con Thunder Road, se l'è cavata Judy and Punch pur non rivelandosi un cult, e con Peel, come andrà?
Segnato da un paio d'anni in agenda, chissà come, chissà perché, risponde a una domanda che mi facevo da tempo: che fine ha fatto Emile Hirsch?
Lui, l'attore diventato un idolo grazie a Into the Wild, che ha inanellato ruoli importanti con Lords of Dogtown, Milk e Killer Joe, promettente e sempre sul punto di esplodere davvero… che gli è successo?
Diciamo che l'aver aggredito una produttrice della Paramount nel 2015 non ha giocato a suo favore, rimanendo relegato a qualche comparsata (vedi in Once Upon a Tim in Hollywood, dove lo si vede brevemente nei panni del parrucchiere Jay Sebring) e a ruoli da protagonista in piccoli progetti che si devono andare a scovare.


La presenza di Hirsch è forse l'unico merito che ha Peel, che cerca di spuntare ogni casella tipica dell'indie movie.
Un personaggio strano, 
un passato doloroso con cui fare pace, 
personaggi di contorno ancor più strampalati, 
feste a cui non divertirsi ma in cui conoscere l'amore, 
il viaggio come tema per crescere.
Altro?


No, non serve.
Ed è un peccato, perché Hirsch (che qui ricorda il promettente Johnny Depp di Benny & Joon) cerca di far stare in piedi il film, ma il suo personaggio non può reggere tutto il peso.
Peel, abbandonato dal padre e dai fratelli, lasciato nelle mani di una madre iperprotettiva che non lo fa uscire di casa, è cresciuto solo anagraficamente.
Quando ha 30 anni, e questa madre muore, si ritrova a dover gestire una casa, una vita, tutto da solo.
Come fare?
Trovare un coinquilino non sarà difficile, trovarne di affidabili sì, perché farsi beffe del suo buon cuore è un gioco da ragazzi. Soprattutto se lui ne ha di anni da recuperare!
Ma attanagliato dai ricordi, Peel vorrebbe ritrovare quell'infanzia che si è perso, quel fratello che non l'ha mai cercato.


La sua ricerca sarà quindi intervallata da siparietti, scenette, festicciole e prove di resistenza non da poco, che tediano all'inverosimile.
Tra coinquilini odiosi e momenti di tenerezza, non basta arrivare ad un finale dolceamaro per riscattare un film che non sa bene che strada prendere, che vive di accumulo lasciando da parte le questioni più importanti.
Insomma, pur rispettando i canoni classici -fin troppo classici- dell'indie movie, Peel esagera e non aggiunge niente al genere.
Per fortuna, Wikipedia mi informa che Emile Hirsch nel suo futuro ha un numero consistente di titoli in produzione -per quanto piccoli- e questo stanco, superfluo capitolo lo posso dimenticare in fretta.
Non sarà certo difficile.

Voto: ☕☕/5

2 commenti:

  1. Mi chiedevo anch'io che fine avevano fatto Emile Hirsch e la sua un tempo brillante carriera...
    Questo film l'avevo adocchiato, ma mi sa che continuerò a lasciarlo perdere, visto che non mi sembra il lavoro in grado di farlo svoltare di nuovo. Vediamo se in futuro riuscirà a ritornare sulla cresta dell'onda. O a fare gite in Alaska.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Puoi evitartelo tranquillamente, non ti perdi niente.
      Cercando di capire la sua carriera, si parla bene di The Runaround, con J.K. Simmons. Vediamo se hanno ragione visto che le prossime produzioni sono tutte thrillerini senza mordente sulla carta.

      Elimina