4 maggio 2021

Anna

Mondo Serial

Il Quaderno delle Cose Importanti di Anna

È importante la storia, profetica prima e dopo.
Prima, su carta. 
Quando poteva sembrare l'ennesima variazione di una storia post apocalittica, con la fantomatica La Rossa ad uccidere tutti gli adulti e tutti i bambini sopravvissuti, una volta cresciuti.
Poi, su schermo, con le riprese che quasi coincidono con la pandemia ora in corso.
Una storia, lo si può dire, che poco sembra dire di nuovo.
Parla della cattiveria insita nell'uomo, anche in tenera età.
Parla della natura che prende il sopravvento, di quella sopravvivenza che è più forte dell'umanità.
Lo si era già visto con The Walking Dead, dove prima che arrivasse la noia, facevano più paura i vivi dei non-morti.
Lo si è letto in La Strada, che quanto ha fatto male scoprire chiusa in pieno lockdown un anno fa.
Lo si ritrova qui, tra prove ed errori, situazioni e cattivi da affrontare, per sopravvivere un altro po', per ascoltare un altro po' gli insegnamenti di una mamma pragmatica, che agli abbracci ha preferito le regole.


È importante la regia. 
La produzione, anzi. 
Di una serie non facile, piena di location così ben caratterizzate. 
Un mondo post apocalittico, lasciato in mano al disordine, allo scompiglio dei bambini. 
La vedi, quella villa, come cambia?
La vedi, quella cascina in mezzo ai boschi, come si è trasformata?
E l'Etna, e le strade, e il canneto…
Lo vedi, l'occhio di Ammaniti, che non è più solo una penna, è uno che -lo si poteva supporre- un suo stile di cinema ce lo aveva già in testa.
È importante, perché la parte visiva è quella che fa Anna.


È importante, allora, dire che non tutto torna?
Se ci si ritrova a dire: "in Italia una serie così non si era mai fatta", sì.
Così di genere, estrema e diversa.
Perché la nazionalità non deve essere un pregio fine a se stesso se dei tasselli mancano.
E, strano ma vero, manca proprio la storia.
O meglio, manca l'approfondimento di questa storia.
Ne scrive una che Anna non l'ha letto, che nemmeno sapeva di cosa parlasse.


Cosa avrei voluto?
Meno scene madri, meno scene visivamente potentissime, più tempo per abituarmi a certi ambienti.
La cattiveria dei gemelli Mario e Paolo, per esempio, a cui è dedicato appena mezzo episodio.
O la rivelazione della Picciridduna, che arriva come un grandissimo anticlimax, a differenza di Angelica e il suo mondo, a cui è dedicato più spazio e infatti funziona benissimo.
Più episodi, quindi, che 6 sembrano davvero risicati, nonostante il notevole costo rappresentato.
Ma è importante lo sviluppo di questi episodi, con quei flashback di lostiana memoria che non deludono mai e permettono di voler bene a Pietro e a Katia, di odiare Angelica, e di inquadrare Anna solo alla fine.


È importante, Anna, ma lo credevo di più.
Speravo di appassionarmi, stupirmi, strapparmi i capelli di più.
Di stare male di più, invece le tante storie lette, le tante serie e i film visti dello stesso genere, la realtà stessa, mi hanno quasi anestetizzato alla violenza del mondo, che pure i bambini, egoisti per nascita, sanno infliggere.
Speravo di non trovare così tanti difetti, in una recitazione teatralissima e sussurratissima che toglie così forza alle scene più dure, in un finale dove gli effetti speciali scivolano un po' sul senso più bello che si trasmette.
Ma la speranza, pure qui, è l'ultima a morire.
E allora si salva, Anna, resta a galla, nonostante tutto per quanto di bello (ma sporco, in fiamme) mi ha fatto vedere.

Voto: ☕☕/5

8 commenti:

  1. Per me, nonostante i difetti, di una potenza rarissima. Ammaniti regista è una scoperta.

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    1. Regista sì, sceneggiatore meno.
      Forse perché il romanzo non l'ho letto ho faticato ad entrare nella storia e soprattutto nelle situazioni. Scene madre potentissime, ma che presto finiscono e non lasciano il tempo di capire.

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  2. Non fa per me.. ho virato su Suburbia killer (Netflix), invece, e forse starò peggio.. !!

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    1. Nah, avrò un pregiudizio io sulle serie spagnole, ma solo sulla carta molto meglio Anna! :)

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    2. Sulla ..casa di carta.. ahah.. ho visto roba molto buona spagnola invece! ;)

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    3. Sarà che su Netflix ne caricano troppe e mi sembrano tutte varianti soap di serie B di altre serie, niente, non ce la faccio.

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  3. Per i primi due episodi, che mi hanno ricordato i da te citati The Walking Dead e La strada, mi ha fatto la tua stessa impressione.
    Dal terzo in poi però l'ho trovata una bombissima. Visivamente notevole, ma anche con una storia che, poco a poco, mi ha preso molto molto.

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    1. Con l'ingresso nella villa effettivamente il ritmo cambia e si approfondiscono meglio personaggi e situazioni. Il tarlo della recitazione sospirata fatico a superarlo, ma alla fine, la parte visiva mi ha fatto fare pace.

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