E mi sono ritrovata a chiedermi: chi è Kelly Reichardt?
Di suo, avevo visto a Venezia solo il molto soporifero Night Moves di cui ormai ho vaghissimi ricordi di protesta e azione ambientale.
Ma la sua filmografia, breve ma a quanto pare intensa, fatta di piccole storie americane, era lì a stuzzicarmi.
Così, prima di conoscere la sua mucca, vado a ritroso e parto dai suoi esordi.
Old Joy
Due amici, che non si vedono da tempo.
Decidono di partire per una scampagnata fra i boschi dell'Oregon, solo loro due, e il cane di Mark.
Non si vedono da tempo e il tempo li ha cambiati.
Kurt è ancora permeato dalla filosofia hippie, dal viaggiare senza meta e conoscere il mondo, lasciandosi andare a lunghi discorsi di protesta, di riflessione su dove sta andando il mondo.
Mark è cresciuto. O si è imborghesito, non fosse che i conti non sempre quadrano in famiglia. Ma si è sposato, ha trovato un lavoro fisso, aspetta un figlio.
Chi dei due ha davvero fatto la scelta giusta?
Chi si sente felice?
A ben guardarli, mentre silenziosamente si giudicano e si sentono giudicati, una risposta corretta non sembra esserci.
C'è questa tensione, fra loro, c'è questa malinconia nel rendersi conto che l'amicizia che li univa è svanita.
Sono due estranei, che si perdono nel bosco, che non capiscono le esigenze dell'altro, che nemmeno nella pace delle terme più caratteristiche che si possono immaginare fra quei boschi, riescono a rilassarsi.
Sono solo 76 minuti e sembra un racconto di quelli che ultimamente mi ritrovo a leggere, infatti è tratto da un racconto di Jonathan Raymond, che lo adatta con la Reichardt.
Profondamente americano, dove a grandi dialoghi fiume si alternano lunghi scorci silenziosi di paesaggi, i monologhi politici di una radio, una colonna sonora suggestiva e sguardi che parlano da sé.
Un secondo film breve, ma decisamente denso dove Will Oldman e Daniel London così simili ad altri attori, bucano lo stesso lo schermo.
Voto: ☕☕☕/5
Wendy e Lucy
Lucy è un cane ubbidiente, lo stesso che girava fra i boschi con Mark in Old Joy, e nella vita vera compagno fedele della regista Kelly Reichardt.
Wendy è una ragazza in cerca di fortuna.
La sua vita sta tutta dentro la sua auto malconcia, dove vive, dorme, cerca di raggiungere l'Alaska e una prospettiva migliore.
Ma tutto sembra andare in fumo in Oregon, dove si ferma, dove viene fatta sloggiare da un parcheggio privato, dove la sua auto non parte più e dove soprattutto perde Lucy.
Colpa di un disguido, di un tentativo di furto andato a male.
Perché quella cittadina dell'Oregon non è certo messa meglio di lei, fatta com'è di barboni che spaventano, di guardie giurate anziane che possono permettersi solo pochi dollari, di piccoli proprietari che si credono chissà chi.
Pure qui, la durata è di appena 80 minuti, l'azione si svolge nell'arco di un paio di giornate, in cui Wendy vaga, telefona, chiama disperatamente la sua Lucy.
Wendy è una Michelle Williams giovane e dimessa, decisamente nella parte anche se la regista la riteneva troppo bella per il ruolo, in cui i dialoghi sono scarnissimi, il più è fatto da quello che la macchina da presa inquadra, scova, mostra, in tutta la sua miseria.
Fino ad un finale in cui, da proprietari di cani, non ci si può che commuovere. Con un briciolo di speranza che si cerca di mantenere viva, la speranza della gioventù.
È un terzo film che tiene il cuore del primo, che sembra un racconto e un racconto lo è, sempre del fido Jonathan Raymond.
Sono due singoli, brevi film, nell'America di provincia che vista con lo sguardo della Reichardt, ha una marcia in più.
Che bello trovare qualcuno che ne parla, lei è fra i miei amori assoluti cinematografici.
RispondiEliminaEra un po' che cercavo la scusa giusta per conoscerla meglio, con l'arrivo su Mubi di First Cow ho colto l'occasione. Direi che ho fatto bene, visti questi due gioiellini :)
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