5 luglio 2021

Il Lunedì Leggo - Voi non sapete che cos'è l'Amore di R. Carver

Neanche il tempo di riprendere in mano questa rubrica che mi verrebbe da incagliarmi.
Cosa dire, ancora, di Carver?
Cosa aggiungere?
Cercavo altro, in realtà, dopo averlo finalmente affrontato.
Cercavo il suo Il Mestiere di Scrivere per sbloccare un'altra cosa che negli anni mi si è incagliata.
Ma ho trovato questa raccolta, e tralasciando le poesie che non so mai come leggerle, quanto dovermici soffermare, quanto davvero riescono a darmi, ho puntato ai saggi e ai racconti.
È che Carver sembra di leggerlo da sempre, quella sua aurea inarrivabile, quel suo stile diventato un aggettivo, quella sua America che fa capolino in altri film, in altri romanzi che a lui chiaramente si ispirano.
L'ho già detto, ma lo avevo scoperto in radio.


In un pomeriggio in cui stranamente ero a lavoro, in cui non c'erano canzoni o dj ciarlieri, ma RaiRadio3 e il suo programma che anticipava gli audiolibri.
C'era Ernesto Goio, a leggere un racconto di Carver. 
La prima parte almeno, e io mi sono ritrovata dentro quella storia, affascinata, quasi dimentica del lavoro che stavo facendo.
Ma al finale non c'ero arrivata. 
Il giorno dopo ero tornata a lavorare al mattino, con le canzoni, i dj ciarlieri, a farmi compagnia.
Poi, il racconto l'ho ritrovato, nel podcast che RaiRadio3 ha sul suo sito, e la voce di Goio mi ha accompagnato per altre passeggiate, fino a diventare troppo: troppo calcata, troppo recitata, andando a sostituirsi al voce di Carver che avevo in testa.
Allora, Carver l'ho ritrovato solo lo scorso anno, ritrovando pure quel racconto lasciato tronco -Con tanta di quell'acqua a due passi da casa-, in una raccolta apposita che raccoglie quegli scritti che hanno ispirato Robert Altman nel suo America Oggi.

E il racconto lo ritrovo anche qui, come una costante, come il mio Carver.
Lo rileggo, e mi rendo conto di quanto riesco a dimenticarmi a distanza di poco tempo, un anno appena: la voce femminile di una moglie che si sente tradita, a fare da narrante, quella gita al fiume che occupa solo una parte del racconto, quel finale velato di minacce, di decisioni avventate e di dolore che non passa, che chiude nell'amarezza.
E chiude pure la raccolta, perché Con tanta di quell'acqua a due passi da casa è l'ultimo di Voi non sapete che cos'è l'Amore.
Prima, però, c'è spazio per altre coppie litigiose, per altre uscite a pesca, per famiglie che si sfaldano, per figli che restano e si interrogano su dove possa essere andato l'amore dei genitori, c'è spazio per morti e funerali, fughe e prese di coscienza, che siano su barche, in auto, che coinvolgano fagiani o baite sperdute.
E ogni volta, si trattiene il fiato, ci si immerge completamente in tempi che sono rarefatti, che durano poche pagine ma che dentro hanno tutto.
Si apre con Distanza che nel suo raccontare una storia all'interno di una storia, quella di giovani genitori ancora innamorati, fa davvero male e diventa una nuova storia da portarsi nel cuore.

I saggi, invece, non spaventano come di solito fanno i saggi con me.
Sono personali, sono spaccati autobiografici a raccontare di un padre che ha cambiato case, lavori e probabilmente anche sogni, di mentori che sono stati scrittori e insegnanti, di cosa significa scrivere, di chi Carver leggeva, ammirava, cercava di imitare, a comporre un quadro più completo su di lui.
Ormai è diventato un appuntamento annuale, per me, per scoprire poco per volta, per leggere lentamente, tutti i racconti tutte le storie, che Carver c'ha lasciato. 
Che sembrano sospese nel tempo, eterne e inarrivabili ma così vicine al mio sentire.

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