Tre indagini, tre donne ad indagare, tre toni diversi.
Quelli esagerati, quelli comici, quelli assurdi.
Con identità da rivelare e omicidi da risolvere, il tutto, in breve:
Inventing Anna
In Breve: Anna Delvey (o Sorokin?) ha solo 26 anni ed è in prigione.
Anna Delvey (o Sorokin?) ha solo 26 anni ed è riuscita a truffare finanzieri e banchieri, la parte ricca di New York, fingendosi un'ereditiera tedesca pronta a fondare il suo club esclusivo nel più esclusivo palazzo di Manhattan.
Anna Delvey (o Sorokin?) diventa la protagonista della storia su cui una giornalista in crisi decide di indagare, finendo per essere la sua ossessione.
Anna Delvey (o Sorokin?), chi è costei?
Chi c'è: c'è una lanciatissima Julia Garner, irriconoscibile dietro occhiali grandi, look che si vorrebbero strepitosi, capelli che avrebbero bisogno di un balsamo migliore, come qualcuno fa notare, che con un fortissimo accento rende ancora più fastidiosa la viziatissima Anna Delvey (o Sorokin?).
C'è una ancor più fastidiosa Anna Chlumsky, in perenne overacting a rendere quella che dovrebbe essere una giornalista per cui patteggiare, un personaggio a dir poco irritante.
Infine ci sono gli immancabili protetti/prezzemolini di Shonda Rhimes, perché dietro l'adattamento di questa storia vera, c'è la sua mano.
Episodio Migliore: ogni episodio, prende un personaggio e racconta un pezzo di vita di Anna Delvey (o Sorokin?), e della sua grande truffa.
Tra fidanzati altrettanto truffaldini, stilyst e ricchi borghesi, scelgo l'episodio dedicato alla trainer Kacy e all'esclusiva vacanza in Marocco che mostra tutte le crepe dietro le bugie di Anna Delvey (o Sorokin?) e ci fa sentire un po' più felici per la sua disgrazia.
Funziona? No.
Non con me, almeno, che di questi prodotti patinati mi sono stancata.
Anche dal punto di vista etico, poi mi pento di avergli regalato il mio tempo visto che i soldi ricevuti da Netflix hanno permesso a Anna Delvey (o Sorokin?) di ripagare i suoi debiti.
La mano di Shonda è così pesante da rendere tutti i personaggi degli urlatori, dei fornitori di frasi ad effetto o di reazioni preconfezionate (mai visto un processo così finto).
Non lo posso nemmeno definire un guilty pleasure come era ai bei tempi Scandal, perché ogni personaggio a partire da Anna passando per Vivian arrivando a Neff, urta per come è stato scritto, per come viene recitato.
Il formato con gli episodi lunghi un'ora, poi, ha di certo sfiancato chi si aspettava di trovare un nuovo Bridgerton e non si capisce poi il taglio che voleva avere: da un posto di vista sociologico, di genere, generazionale, il tutto poteva essere molto più approfondito e dare adito a riflessioni niente male.
E invece, no, concentriamoci su abiti tutt'altro che da sogno e meme preconfezionati.
Tornerà? No, per fortuna, anche se di Anna Delvey (o Sorokin?) sentiremo di certo ancora parlare.
Spero in modo migliore.
The Afterparty
In Breve: la più classica delle reunion del liceo, con i più classici tipi del caso, tra chi vuole conquistare l'amore perduto, chi finge una fama che non ha, chi la insegue e infine chi davvero ce l'ha fatta e si pavoneggia.
La reunion che si trasferisce nella villa esclusiva della popstar del gruppo, diventa la scena di un omicidio e il palcoscenico per il più classico dei whodunnit.
Chi c'è: ci sono i divertentissimi Sam Richardson e Ben Schwartz, le folli Tiffany Haddish e Ilana Glazer, la romantica Zoë Chao e infine c'è lui, un Dave Franco che sembra quasi scimmiottare il fratello, biondo ossigenato e pieno di sé, nel ruolo della star Xavier.
Il tutto ideato, prodotto e diretto da Christopher Miller.
Episodio Migliore: anche qui, ogni episodio si concentra su un sospettato, che racconta la sua versione dei fatti lasciando posto pure per il flashback dell'investigatrice che corre contro il tempo (e i suoi superiori) pur di risolvere il caso.
Ogni episodio, prende il genere da chi lo racconta e non posso che tifare per la versione animata di Zoë e per quella musical, scintillante, di Yasper.
Funziona? Sì.
Nel suo essere classica, ne suo canovaccio che sembra l'ennesima copia di un giallo alla Agatha Christie, la comicità e le assurdità sono di quelle irresistibili tipiche dei comici coinvolti.
Scoprire il colpevole, come sempre, è solo parte del divertimento, che sta tutto nel viaggio per arrivarci.
Tornerà? Sì, una seconda stagione è stata confermata.
Il sospetto è che si tratterà di una serie antologica in cui alcuni personaggi (scommetto su Tiffany Haddish) torneranno.
Voto: ☕☕½/5
La donna nella casa di fronte alla ragazza dalla finestra
In Breve: la classica donna in crisi, dal passato tormentato e dal presente molto alcolico, si convince di aver assistito all'omicidio della nuova vicina di casa.
Inizierà ad indagare per conto proprio, finendo però in cima alla lista dei sospettati.
Chi c'è: c'è una Kristen Bell che ricorda una Veronica Mars molto meno presente a se stessa, ma comunque con delle capacità intuitive migliori della polizia.
Episodio Migliore: difficile scegliere in una serie che sembra una farsa che si prende però sul serio, o una serie che volendo prendersi sul serio, scivola nel ridicolo.
I toni sono così poco chiari che i momenti migliori sono quelli che lasciano perplessi, tra morti traumatiche e assurde nel passato, epitaffi che cambiano, scene bollenti che non ti aspetti, e un finale pronto a sorprendere.
Funziona? nella sua assurdità, diciamo di sì.
Prendendolo come una parodia di gialli simili come La ragazza del treno o La donna alla finestra, il tutto mostra come è facile cadere nel fascino del crime, e come si può giocare con il genere.
Peccato che gli intenti non siano sempre chiari, e ci si perda un po' di atmosfera.
Tornerà? Il finale aperto con tanto di Glenn Close mette una pulce nell'orecchio, ma per il momento, il tutto era pensato come una miniserie.
Voto: ☕☕½/5
Commento off topic per augurarti buon 8 marzo 😊
RispondiEliminaIn ritardo, ma grazie! :)
EliminaNon posso che concordare con te su Inventing Anna ed anche su La donna nella casa. La prima secondo me ci prova a fare la serie riflessiva e con punte più profonde, ma non ci riesce perché hanno preso una strada un po' forzata. La seconda poteva essere più piacevole se fosse stata più costante nell'ottica parodistica, ma si lascia guardare sicuramente.
RispondiEliminaEsatto, entrambe non sanno bene in che scarpa stare e confondono ancora di più.
EliminaPer fortuna, se Anna e le sue attrici irritano da morire, La donna ubriaca ha punti di non-sense che mi hanno lasciato a bocca aperta.
Tre serie in modi differenti un po' deludenti, ma se non altro guardabili, visto che le ho finite tutt'e tre. E non è comunque una cosa da poco.
RispondiEliminaInventing Anna poteva essere il guilty pleasure dell'anno, e invece fallisce sia in quello, che nel tentativo di risultare una serie seria. Cosa che proprio no, non ci siamo. Eppure le premesse perché fosse qualcosa di irresistibile tipo Scandal c'erano tutte...
Che fastidio di serie! XD
The Afterparty e La donna nella casa di fronte funzionano parecchio di più e hanno degli spunti geniali. Peccato che questi spunti non siano sfruttati in pieno e risultino un po' discontinue.
Che gran delusione Shonda. Tutto così insopportabile a partire dalla mancanza di presa di posizione della serie: non è un guilty pleasure, non è un drama, sa soltanto quello che non è.
EliminaAncora non lo so se La donna nella casa ecc. ecc. l'ho capita del tutto, ma Afterparty con la sua struttura classica, mi ha conquistato di più. Yeah, sure, whatever ancora in loop :)