20 maggio 2022

Parigi, 13Arr.

Andiamo al Cinema

Ah, i giovani d'oggi!
Ai giovani d'oggi non frega niente, né del lavoro né della famiglia né dell'amore.
Vivono alla giornata, passano da un appartamento all'altro, da una storia all'altra, da un lavoro all'altro senza mettere radici.
Non gliene frega del lavoro, tanto da permettersi di tardare, prendersi pause, reinventarsi per non voler crescere, accontentarsi.
Non gliene frega dell'amore, che non ricercano e non vogliono, bazzicando per app per non restare soli la notte.
Non gliene frega della famiglia, che non sentono e che evitano, da cui scappano.


Sì, l'introduzione è simile a Generazione Low Cost perché della stessa generazione si parla, nella stessa Francia siamo.
Ma qui, non siamo in volo tra Lanzarote e la campagna, siamo a Parigi, nel 13esimo Arrondissement per la precisione, a Les Olympiades.
Palazzi tanto ingombranti, appartamenti tanto stretti, che però con il bianco e nero con cui li inquadra Jacques Audiard prendono una bellezza tutta loro.
Brulicano di vita, quelle finestre all'apparenza tutte uguali, brulicano di fame.
E seguiamo Emilie, Camille e Nora, tre giovani, diversi ma simili, che si sfiorano e si incrociano.


Emilie cerca una nuova coinquilina e nonostante l'iniziale equivoco sul nome, accetta Camille, un professore con cui subito scatta la scintilla.
Ma è un sesso senza impegno, almeno per lui: nessun legame, nessuna remore nel portare altre ragazze in casa con il cuore e l'umore di Emilie a rabbuiarsi.
Nora, invece, arrivata a Parigi da poco, con il suo fare da fuori città e il suo essere fuori corso all'Università si mette ancor più al centro dell'attenzione per la somiglianza con una pornostar, vedendo i suoi sogni infrangersi, ma allo stesso tempo curiosa di capire com'è che Amber fa il lavoro che fa.
La chiama, e iniziano lunghe conversazioni con cui cercare di superare certi imbarazzi, certe ritrosie, che nemmeno con Camille, fresco collega, riesce a risolvere.


Emilie, Camille e Nora, tre francesi di oggi, dalle origini diverse, dalla cultura diversa, si muovono tra speranze e gelosie.
Si sfiorano, si scontrano, si lasciano andare.
Sono storie piccole, storie di tutti i giorni e di gioventù.
Che hanno però la genuinità e le poesie delle storie raccontate da Céline Sciamma, qui sceneggiatrice assieme a Léa Mysius e lo stesso Audiard ad adattare tre storie a fumetti di Adrian Tomine.


Con quel bianco e nero che fa subito radical chic, con quell'aria fumosa, stropicciata, senza pensieri che fa subito Francia, questo 13esimo Arrondissement, così poco turistico, così poco parigino, è una sorpresa più per il regista solitamente mascolino, impegnato, che la racconta (il Jacques Audiard de Il Profeta, Un sapore di ruggine e ossa, Dheepan), che per la storia in sé.
Che non esalta come si sperava, ma si fa voler bene.
Come quei quartieri, popolari e caotici, da cui è difficile allontanarsi.

Voto: ☕☕/5

6 commenti:

  1. Il sesso visto come unico mezzo di comunicazione per una generazione spaesata, nata e cresciuta nell'incertezza (ben rappresentata dai palazzoni identici e impersonali del 13.distretto, oltre che dalla fotografia scarna in b/n). Io ho circa il doppio degli anni dei protagonisti del film, eppure Audiard è riuscito a farmi provare il loro disagio. Per me è un film più che riuscito, come (quasi) tutti i suoi.

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    1. Forse ci voleva un generazione di scarto per capirli di più, ma sono riuscita comunque ad entrare e ad apprezzare il film.

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  2. Regista che amo particolarmente, devo recuperarlo.

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    1. Una fatica riuscire a trovarlo, ma ne vale la pena!

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  3. Una radical-chiccata che non vedo l'ora di vedere!
    Spero che mi faccia sentire un buon (?) sapore di ruggine e ossa. :)

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