27 gennaio 2024

Chi Segna Vince

Andiamo al Cinema

Chissà perché il calcio non funziona al cinema.
Non nella finzione almeno, nemmeno se di mezzo ci sono Taika Waititi e Michael Fassbender e soprattutto la nazionale delle Samoa Americane.
Quella nazionale che per anni è stata all'ultimo posto del ranking mondiale, senza aver segnato alcun gol, anzi, subendone 31 contro l'Australia in quella che è diventata la sconfitta più umiliante del calcio.
Come riprendersi?
Arruolando un nuovo allenatore, cercando di rimettere in piedi lo spirito e la squadra di una nazione piccola ma agguerrita, dove i calciatori hanno anche altre professioni e in campo c'è pure una fa'afafine, terzo genere samoiano che fa di Jaiyah Saelua, la prima giocatrice transgender a competere in un Mondiale.
Una storia, insomma, che andava raccontata.


Lo ha fatto prima un documentario, nel 2014, con i registi Mike Brett e Steve Jamison ammessi agli allenamenti e nel privato dei giocatori dell'anno che si era data la nazionale per segnare almeno un gol e riparare l'umiliazione subita.
Un documentario capace di incantare il pubblico di tutto il mondo perché nei documentari, lo sport funziona meglio che nei film di finzione.
Ci prova comunque Taika Waititi a rendere il tutto in una commedia atipica, pur prevedibile nel suo finale lieto.
Ma qualcosa scricchiola.
Per amore di sceneggiatura, cerca gli ostacoli, cerca i problemi, e calca troppo la mano in una storia che spesso prende svolte non previste.
Lo salva il ritmo, la leggerezza, i colori e la natura delle Isole Samoa americane, che si fanno conoscere, che si prendono gioco dei turisti, dei bianchi.


E lo salva il cast.
Non tanto un Fassbender che sembra rinato anche se qui perde di fascino invecchiato come è stato (ma con il fisico teso sfoggiato in The Killer), quanto i calciatori stessi, la popolazione intera che come tradizione per le produzioni di Waititi, sono fedeli all'origine, al genere.
Dopo Reservation Dogs e Our Flag Means Death (appena cancellato, purtroppo), il regista continua a dare voce alle minoranze poco rappresentate.
Certo, molto spazio se lo prende l'allenatore, l'intruso, il nuovo collerico arrivato che deve fare pace con se stesso e con le tradizioni che non comprende.
Un perdente tanto quanto i suoi giocatori.
E proprio qui, tra passi avanti e passi indietro, montaggi veloci e ricadute, si inciampa.


Godibile nella sua leggerezza, nel suo umorismo disincantato e nell'ottimismo che emana, spiace non abbia la sceneggiatura calibrata di Jojo Rabbit.
Anche se trattenere le lacrime e un sorriso in un finale ricco di pathos è impossibile.
Resta un calcio in porta, insomma, ma che prende la traversa.

Voto: ☕☕½/5

2 commenti:

  1. Certo che se tra i film sul calcio più riusciti ce n'è uno con Lino Banfi, i film sul calcio qualche problemino ce l'hanno... :) Chissà perché?

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    1. Fortuna che ci sono i documentari, quelli hanno capito come farlo funzionare.

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