7 novembre 2017

Preacher - Stagione 2

Mondo Serial

La prima stagione di Preacher mi aveva convinto a metà.
Mi avevano convinto i personaggi, il potically scorrect, quel senso strano di black humour che ricordava un po' i fratelli Coen.
Non mi aveva convinto la trama, che sembrava andare con il freno tirato, che non prendeva mai il sopravvento.
La noia, bussava troppo speso.
Così, questa seconda stagione è rimasta in sospeso a lungo. Poca la voglia di continuare, di iniziare.
Se non fosse che il giovine si esalta con poco, che lui quella prima stagione l'aveva adorata, e pretendeva di andare avanti.
Fortuna che l'ho ascoltato, perchè lasciata Annville, lasciato il Texas, Preacher finalmente mette il piede sull'acceleratore.



Si cerca Dio, si cerca di capire che fine ha fatto.
Si scappa da un killer spietato, che uccide tutto e tutti, che non risparmia nessuno pur di arrivare al suo preacher.
Si viene monitorati da una strana e misteriosa organizzazione di bianco vestita, con un eccentrico e amorale capo, che ha più potere della Chiesa stessa e che della sparizione di Dio sembra saperne qualcosa.
Insomma, c'è parecchia carne al fuoco questa volta per Jesse, Tulip e Cassidy.
Non mancano poi intrusioni nel loro passato, in episodi flashback spettacolari, con colpi di scena e nuovi personaggi strampalati che entrano in scena.


L'azione, che dal Texas si sposta nell'alcolica ed esagerata New Orleans, ci guadagna. Ci guadagna pure una trama che finalmente sa dove vuole andare a parare, e che sconfina in un politicamente scorretto ancora più scorretto.
È blasfemia mostrarci le evoluzioni erotiche di Gesù? Blasfemia mostrarci un nuovo Gesù che però ha più di un qualche ritardo mentale?
Probabile.
Ma aggiungiamoci pure un inferno in cui Hitler fa parte dei buoni, e il quadro di quanto oltre si spinga questa stagione di Preacher, fa capire perchè oltre ogni scetticismo, la si adora.
Sembra stretta, ormai, Ruth Negga nel ruolo di Tulip dopo la sua nomination agli Oscar, ma riesce a colpire e affondare con quella voce che modula perfettamente, trovano il loro spazio, il loro ruolo, il bel Dominic Cooper e soprattutto l'esagerato e questa volta più umano e romantico Joseph Gilgun.
Con questa stagione Dio sarà ancora in fuga, ma Preacher ha decisamente trovato la sua strada.


4 commenti:

  1. Che rapporto strano con Preacher. Avevo i tuoi stessi identici dubbi ma poche puntate, la scorsa estate, li hanno fugati in fretta. Divertentissimo e folle. Poi, non so perché, si sono accumulate e non ho più avuto voglia. Tocca rimettersi in pari, essendo il resto all'altezza.

    Ps. Occhio alla serie che ha ispirato The Place, il prossimo film di Genovese: The Boot at the end. E' su Netflix. ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Fosse stato per me, manco l'avrei iniziata questa seconda stagione,ma il giovine premeva e in ritardo l'ho vista: altro che noia e sbadigli, tante grasse risate, tante situazioni assurde. Forse ci vuole solo il mood giusto, e il tempo, ovviamente ;)

      Uhm, il film di Genovese mi incuriosisce tanto, non vorrei rovinarmi la visione partendo prevenuta con la serie, al massimo me la vedrò dopo, grazie per la dritta!

      Elimina
  2. La seconda stagione in effetti è partita in maniera più frizzante rispetto alla (soporifera) prima.
    Ciò nondimeno, a un certo punto, con la concorrenza di troppe altre serie, me la sono persa per strada e ora non so se riuscirò mai a recuperarla tutta, visto che nel frattempo sono uscite altre decine di serie che mi piacciono di più di questa.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io l'ho lasciata stazionare per un bel po', ma le ho trovato un buco, ché viste le risate che mi ha fatto fare, si meritava. Ora però sono indietro con il resto, ma non me ne pento troppo :)

      Elimina