26 febbraio 2018

Il Lunedì Leggo - Storia del Nuovo Cognome di Elena Ferrante

Si riprende da dove ci si era lasciati.
Da quel matrimonio da favola, da quello sperpero di denaro, da quei due destini che si univano, forse per amore, forse solo per convenienza e vendetta, il cui sogno presto si sbriciolava.
Un altro smarginarsi, un vedere per davvero quello che in realtà il proprio sposo è, e scoprirlo ancora, poi, nel peggiore dei modi, durante la prima notte di nozze, in una luna di miele da cui si torna diverse, sì, piene di lividi ed ematomi.
Si concludeva con il matrimonio di Lila il primo volume della saga de L'amica geniale, avevo faticato ad arrivare fin lì, a star dietro alle gelosie e alle invidie di Elena, alla cattiveria e alla spavalderia di Lila.
Ora, però, che la giovinezza prende il sopravvento, le pagine corrono, la curiosità cresce, il seguirle, vederle distaccarsi, rincontrarsi, separarsi e stare di nuovo assieme, diventa una vera e propria droga, che sottrae tempo al sonno, agli episodi, pure ai film.
Ci voleva l'amore, quello vero, ci voleva l'estate più calda, ci voleva una maturità e un'urgenza da parte di entrambe di vivere e scappare, per entrarmi finalmente nel cuore.



Ormai diverse e con un diverso destino di cui prendersi il peso: Elena studia, si imbruttisce e si piega sui libri, fatica e cerca consensi, Lila fa la signora, chiusa nel suo appartamento da signora, dimentica quei libri, dimentica pure le scarpe Cerullo, e si annienta.
Sono pagine che fan male, sono pagine che fanno sentire il dolore e la distanza tra la vita delle due, una che ancora può sognare e sogna di scappare, uno che è finita prigioniera, suo malgrado, al centro poi di gelosie, di odi, di interessi più grandi di lei, che come sempre han a che fare con i soldi.
L'aria si torna a respirarla al mare, tornando a Ischia, a quel mare, a quel sole che fan a pugni con il freddo che c'è fuori dalle coperte in cui mi rifugio a leggere.
E lì, le pagine scorrono ancora più veloci, con l'amore, la passione, la vera giovinezza spensierata, fuori dal mondo, e piena di speranze che fa capolino.
Sempre lui, Nino Sarratore, il portatore di tutto questo.
Sempre lui, suo malgrado o forse no, chissà, ad ingannare e illudere, ad accendere corpi e passioni. Fra quelle spiagge si svolge un dramma che in quegli anni '60, nel sud dell'Italia, poteva avere un finale ben più tragico. Quella passione, quindi, spaventa. Quella volontà a proseguirla,a portarla avanti, incuranti di tutto e tutti, ancor più.


Ci si illude, però, per un finale romantico, per una rivalsa e il "vissero per sempre felici e contenti", ma Elena Ferrante non racconta fiabe, non ha un lieto fine nel cappello e altre due romanzi davani con cui continuare a raccontare la dura realtà, quella che la stessa Elena racconta e descrive nel suo di libro, quello dell'amore sporco, visto finalmente da un punto di vista femminile vero e crudo. Lo strusciasi, il cercarsi, il ritrovarsi in fredde spiagge di notte, in camere d'albergo, in camere universitarie, non fa sentire l'amore, perchè amore forse non c'è.
Lila sfugge al suo matrimonio, prova a tornarci, prova a cambiare se non la sua vita, almeno quella del figlio, madre convinta dell'importanza dell'educazione, dei primi passi che indirizzano poi una vita intera.
Elena scappa a Pisa, scappa a Milano, scappa a se stessa e si ritrova nel bel mondo sempre sognato senza però sapere chi è, impossibile ritrovarsi pure in quella Napoli che non cambia, ampia i suoi giri, i suoi malaffari, ma resta la stessa.
Tanto lineare e semplice da riassumere la vita di quest'ultima, tanto complicata, segnata, la vita dell'altra, soprattutto quando raccontata da lei, su quaderni fitti fitti in cui per anni ha racchiuso ogni suo pensiero, così diverso, poi, da quello che Elena credeva.
Messi da parte dubbi e ritrosie, superata la fatica, gli ostacoli del troppo rimarcare certe caratteristiche personali, qui L'amica Geniale, con un nuovo cognome pronto ad imporsi alle sue protagoniste, mi trova avvinta e catturata, mi trova ormai un tutt'uno con le famiglie che popolano queste pagine, a seguire con interesse pure gli affari di una salumeria, di un'altra ancora, di un negozio di scarpe ma soprattutto di un libro, con quel mondo dell'editoria, dell'élite culturale che si affaccia oltre il rione. Ci si ferma ancora una volta all'improvviso, con il passato che bussa, che richiama a quella spiaggia da cui sembrano passati troppi anni, e così si corre subito a cercare risposte, continuazioni, fra ciò che resta e ciò che fugge.

4 commenti:

  1. Perfetto. Ora posso avvicinarmici con meno ansia, con meno pesantezza. :)

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    1. Pensa che in un niente ho già finito il terzo volume! Sì, la fatica è scomparsa, e la voglia di sapere ancora, tutto, si impossesserà presto di te ;)

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  2. Va beh, ma non ti era piaciuto il primo volume e ti sei letta il secondo?
    Ci va una bella pazienza, che io non ho.
    Manco per iniziare il primo... :)

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    1. Non l'hai ancora capito che sono una signorina precisetti e mollare il colpo non fa per me? Comunque del buono nel primo volume c'era, non c'era quanto in tanti avevano acclamato, purtroppo, e la delusione e la fatica han preso il sopravvento.
      E tanto lo so che aspetti il bignami della serie/fiction per farla franca ;)

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