25 maggio 2018

Montparnasse - Femminile Singolare

Andiamo al Cinema

Ce l'hanno venduta come una commedia.
Come i goffi tentativi di una goffa ragazza di sopravvivere a Parigi, ai lavori precari, all'amore che non la vuole più.
In realtà è meglio dirlo fin da subito: Montparnasse non è una commedia, non ne ha né il ritmo né i toni, e anche se quella protagonista goffa e strana lo è, quello che affronta sta molto più dalle parti del dramma.
Vero, non sembra così drammatico dover affrontare la fine di un amore, il ritrovarsi soli in una città grande come Parigi che però si ha abbandonato da anni, cercare e trovare lavori temporanei -tra babysitter e commessa- ma è drammatico non essere più una giovane donna, o esserlo ma sentirsi molto più vicina ai 40 anni che ai 30, trovarsi sola, ma sola davvero, senza amici, senza confidenti, con troppe porte sbattute in faccia.



Sola come il gatto che ha rubato a quel fidanzato che ha conosciuto e inseguito per anni fuori Parigi, in Messico, e ora che nemmeno la madre la vuole più -aiutare/vedere/perdonare per essere scappata- Paula è sola.
Paula è quel tipo di ragazza che ha sempre un piano B, che sa sollevarsi, trovare lavoro e un tetto sopra la testa, ma non un piano A. Non lo sa cosa vuole fare nella vita, non sa nemmeno se è pronta per la vita.
E dove sta la commedia in questo?
Dove sta quel ritmo che il Trailer italiano ci presenta, e che invece manca, perché ogni scena -anche quando Paula si sfoga nel suo modo sopra le righe, anche quando sbaglia approccio, battuta, quando ride e scherza con la bambina a cui deve badare- c'è il suo dramma, sullo sfondo.


Il problema però è che si fatica ad entrare in sintonia con Paula, con il film stesso, che avanza lentamente, che somma piccole e grandi paure/disgrazie.
La si osserva Paula, continuare a sbagliare, continuare ad andare avanti pur senza una direzione, con Laetitia Dosch a darle corpo e voce, in modo naturale, con quegli occhi diversi l'uno dall'altro che sembrano una metafora, uno sguardo nuovo, diviso, sul mondo.
Ma alla fine, anche se Paula, se Montparnasse non hanno saputo fare breccia, qualcosa resta, resta una crescita, una decisione, un modo di affrontare il futuro e la vita di petto, anche se in solitaria.
Resta il film di una 32enne -Léonor Sérraille- al suo esordio che sa come dirigere al meglio la sua protagonista, sa come scegliere le giuste canzoni, le giuste luci, i giusti gesti, influenzata dal cinema più indipendente e più americano. Che se la Francia, Parigi stessa -anche se la Parigi da cartolina qui non si vede mai- cozzano un po' con il racconto, il tutto in una provincia americana -dove solitamente storie simili si trovano- poteva riuscire in modo diverso.
Migliore? Forse sì.

Voto: ☕☕½/5



6 commenti:

  1. Non è la prima volta che un film viene presentato come commedia e invece ha momenti molto drammatici.

    Film interessante: mi piace vedere i fari puntati su una persona che non riesce ad avere un piano "a" ma se la cava con i piani "b".

    E' un tema molto di attualità.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il tema, e la protagonista, sono decisamente attuali. Si fatica un po', però, e strano a dirsi una punta di indie americano in più ci sarebbe stato bene.

      Elimina
  2. Ma sai che non lo conoscevo per niente per niente?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. È uscito (uscito -visto Star Wars- è un eufemismo) ieri, e mi aveva incuriosito per la leggerezza francese che prometteva. Purtroppo però non è stata mantenuta.

      Elimina
  3. Commedia o drammatica che sia, mi sa di una di quelle francesate perfette per me! :)
    Spero solo mi convinca più di quanto ha fatto con te.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Lo spero, ma ho faticato più di quanto credevo con la protagonista, e un pizzico di americanismo in più ci sarebbe stato bene.

      Elimina