13 ottobre 2018

Mio Figlio

Andiamo al Cinema

Un figlio che sparisce nel nulla, nel cuore della notte, dopo un apparente litigio.
Una madre e un padre disperati, riuniti nonostante il divorzio dal dolore, dalla speranza, nella ricerca, con tutti i risvolti e i contrasti che possono emergere.
Insomma, niente di nuovo viene da dire.
Un canovaccio noto, oggetto di numerosi film e -soprattutto- di serie TV, da Broadchurch a The Missing.
Dove sta allora la particolarità di Mio Figlio?


All'apparenza, non c'è.
Perché non c'è chissà quale approfondimento psicologico, c'è il seguire un padre disperato, che perde la testa e il controllo, segue -solo- una pista che non si sa quanto sia consistente, lasciando sangue dietro di sé.
Nemmeno il finale, a ben guardare, prova a spiegare di più.
Ma, a leggere in che modo Mio Figlio è stato girato, le cose cambiano.
Solo sei giorni di riprese, nelle nevose Alpi francesi, e un protagonista tenuto all'oscuro di tutto.
Il feticcio di Christian Carion, Guillaume Canet (che invecchia un gran bene) si muove sul set senza conoscerlo, affidandosi al caso, alle indicazioni degli altri protagonisti -vedi il viaggio in auto con Mélanie Laurent a fare da copilota- fidandosi del suo regista.
Si muove soprattutto senza conoscere la sceneggiatura, improvvisando, lasciandosi trasportare e trasformare dal suo ruolo.


Solo conoscendo questo particolare il film assume un altro aspetto, viene visto sotto un'altra luce, e anche i momenti folli dell'attore trovano una spiegazione.
Lo seguiamo fra boschi, case abbandonate, case che erano la sua.
Lo si segue in un vortice di dolore e disperazione, e anche se qua e là ci si annoia, si sente il pathos, l'ansia e il climax della sua ricerca.
Un film che è quindi più interessante per l'esperimento che mette in pratica che non per quello che ci vuole raccontare, breve e veloce, 84 minuti che si consumano in fretta, e un attore che passa la prova sotto i nostri occhi.
Ma, vien da dire, Victoria e Boyhood come esperimenti filmici, han saputo far di meglio, han saputo raccontare una storia completa.


10 commenti:

  1. Se la trama poco sembra offrire di nuovo, anche per me che eppure quelle serie TV non le ho seguite, mi interessa moltissimo la prova alla cieca di Canet e la collaborazione con la bellissima Melanie. Segno!

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    1. La prova è più che superata, anche se la storia sembra perderci. Delle serie, se ti va, recupera The Missing: una struttura notevole, coinvolgimento assicurato ;)

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  2. Dopo 10 minuti ho cambiato film (Sky) per vedere "Vi presento Toni Erdmann", regia
    Maren Ade. Una scoperta importante di questa sorprendente commedia. Parla del difficile rapporto di una donna manager, tutta tesa a far carriera e di un imprevedibile padre, che possiede il senso dell’umorismo e riesce a trasmetterlo alla figlia. Il film è coraggioso per come descrive la globalizzazione della Romania e in particola per una scena di nudo totale, uomini e donne che riesce a scorrere senza creare sciocchi imbarazzi. E' come se la regista tedesca volesse riportare l'essere umano alla sua purezza liberandolo dalle incrostazioni della menzogna di una vita priva di senso.

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  3. Lisa, io ci tengo a essere incluso nell'elenco "AMICI MIEI", tanto qualche recensione so farla.
    Ciao.

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  4. Ho letto le recensioni di quasi tutti i film che hai nell'apposito elenco. A volte mi sento uno zombie.
    M come si fa a non aver visto "Il colore nascosto delle cose" con Valeria Golino nel ruolo della cieca?

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    1. Non ho un buon rapporto con la Golino, e non tutti i film che fa mi ispirano. Il prossimo da regista -Euforia- però lo vedrò senz'altro.

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  5. Non sapevo della modalità in cui è stato girato...
    Geniale!
    A questo punto mi sa che sarebbe più interessante vedere un film su come hanno realizzato il film che non il film stesso. :D

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    1. O semplicemente averlo saputo prima, visto a scatola chiusa non mi è sembrato niente di che, anzi. Solo leggendo su wikipedia il suo dietro le quinte ho capito molti momenti strani, ho rivalutato il tutto.

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  6. Un esperimento estremamente interessante...
    Se ho capito bene, Canet sapeva solo uno stralcio della sceneggiatura, il figlio sparito e il rapporto difficile con la moglie e il resto è quasi tutto improvvisato?
    Incredibile! Devo assolutamente recuperarlo!
    Grazie per averlo condiviso!

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    1. Da quello che ho capito, sì. Non sapeva nemmeno come muoversi nel set, e nell'ultima parte all'interno di una scuola abbandonata, lo si capisce di più. Esperimento davvero interessante, e che Canet supera alla grande.

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