Il mostro nell'armadio è quello sempre difficile da confessare a genitori non facili, bigotti e ciechi.
Il mostro nell'armadio è un segreto che segreto non dovrebbe essere, ma se sei cresciuto in una piccola città del Canada, se hai visto con i tuoi occhi cosa certe persone possono farti e se quel tuo genitore bigotto non ha indorato la pillola, allora dire apertamente di essere gay non è facile.
La carta da giocare è quella di provare ad andarsene, di fare dei mostri un lavoro vero e proprio, armandosi di trucchi ed effetti, usando la propria migliore amica come modella di quei make-up cinematografici tanto strani.
Sceglie questa strada Oscar: figlio incompreso, abbandonato da una madre che con quel marito beone non voleva più stare, osteggiato da quel padre che il divorzio ancora non lo accetta tanto da non svuotare l'armadio di lei. Creando nuovi mostri.
Si confida con il suo criceto Buffy, che commenta e risponde diventando coscienza, morale, amico. Che scappa e che osserva, che accompagna la crescita e la scoperta dell'amore, per quanto dolorosa.
Oscar il suo mostro nell'armadio lo deve sconfiggere davvero, deve superare un trauma che mina la sua vita sessuale, deve stare bene con se stesso prima che con i misteriosi e aitanti ragazzi che conosce.
Piccolo film da anni nella mia lista, trova ora il suo spazio e si fa strada facile nel mio cuore.
Per quella casa sull'albero ricca di labirinti e luccichii, per un protagonista ironico e fragile, per Buffy e la sua buffa voce (sì, è nientemeno che di Isabella Rossellini), per un tema non facile -l'accettazione di sé e il superamento di una certa omofobia- affrontato in modo diverso.
Magari un po' confuso, magari lasciando spazio ad altro invece di arrivare al nocciolo della questione. Ma se un criceto, nella sua saggezza, finisce per far commuovere, allora nel suo piccolo questo quasi dimenticato film canadese ha davvero qualcosa da dire.
Voto: ☕☕☕/5
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