21 agosto 2019

Assassination Nation

È Già Ieri -2018-

Sam Levinson lo si è conosciuto solo ieri con quella bellezza che è Euphoria, e lo si rincontra oggi, con quello che è il suo secondo film da regista.
Un semi-esordio a cui Euphoria deve molto.
Le basi, dello stile di Levinson, sono infatti tutte qui.
Quelle luci soffuse, quei colori acidi e fluo, quell'estetica pazzesca sia nella musica, che nel look delle protagoniste e nelle protagoniste stesse.
Quattro amiche, quattro liceali alle prese con i nostri tempi. Fatti di filtri, di immagini da condividere, di foto di sé da lanciare in giro.
E la vendetta, i ricatti, il sangue che si fanno incontrollabili ed esagerati.


Perché c'è un hacker, a Salem, che decide di rendere pubblico tutto lo sporco di sindaci, presidi e studenti. C'è una psicosi incontrollata per quei segreti che vengono esposti, e c'è una reazione moralista, bigotta fondamentalmente ipocrita che porta a una Notte del Giudizio senza regolamento.
L'obiettivo della massa diventa Lily.
Anzi, Lily e le sue amiche.
Sembrano così lontani i party in cui bere e rimorchiare, i bagni in cui rinchiudersi, le cene con i genitori in cui lo schermo del telefono si fa salvezza.


Non è Euphoria, però.
La voce fuori campo e il ruolo da protagonista è affidato a una meno incisiva Odessa Young. Anche se il resto del cast, giovane e bello (Suki Waterhouse, Hari Nef, Abra, Maude Apatow, Bill Skarsgård, Joel McHale, Bella Thorne), ha il suo perché.
Il genere non è poi tanto il teen drama -con tutte le sfumature del caso a renderlo adulto- ma l'horror, il gore, con il rosso sangue a scorrere a fiumi, con omaggi tarantiniani al grido di revenge movie.
Ma se il seme è lì, pronto ad esplodere, l'acerbo si sente.
In una gestione non perfetta dei tempi e della sceneggiatura, in esagerazioni e soluzioni che ricercano l'alone di cult. Quasi troppo.
Ma scene come il piano sequenza dell'attacco nella casa a vetri e il monologo finale di Lily, fanno capire già di che pasta è fatto Levinson, che anche nei titoli di coda firma a modo suo.
Non è Euphoria, d'accordo, ma è comunque un Levinson da tenere d'occhio.


Voto: ☕☕/5

4 commenti:

  1. Una rivelazione, questo regista.
    Quel piano sequenza, accanto alla canzone di Miley Cyrus nel finale, li ricorderò a lungo.

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    1. Arrivando dopo Euphoria perde un po' di smalto, ma sì, è da tenere d'occhio e da scoprire!

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  2. Devo dire che nella sua pasticciata follia mi è piaciuto, non tutto è perfetto, ma risulta esagerato, urlato e adolescenziale quanto la storia richiede. A questo punto dovrò vedere anche "Euphoria" visto il modo euforico in cui ne scrivi ;-) Cheers

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    1. Devi, molto adolescenziale ma anche molto più maturo e sentito rispetto a questo strano esperimento. Vedrai ;)

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