10 agosto 2019

Piercing

È già Ieri -2018-

C'era una volta il thriller sadico all'italiana.
Che non era propriamente horror, che non si basava tanto sulla paura e suoi brividi, ma sull'atmosfera e sul sangue -copioso- da spargere a favor di camera.
Contavano gli aspetti tecnici, con  musiche orchestrali, con ambienti scenografici e stilosi, con abiti e protagonisti cool, quando ancora la parola cool in Italia non era arrivata.
Fan del genere Nicolas Pesce, che trapiantato in America lo omaggia con un film piccolo -per durata, per distribuzione indipendente- in cui tutti questi elementi sono presenti.
L'atmosfera è quasi claustrofobica, fatta di palazzi alti e lineari, di modellini che riempiono lo schermo. Fatta di stanze decorate in ogni dettaglio, da sfoggiare. Fatta di abiti sartoriali, costumi sadomaso e pellicce ingombranti, e fatta soprattutto di una colonna sonora che è un gusto ascoltare, e che da sola fa il film.



Poi ci sono loro: due protagonisti stilosi come Christopher Abbott e Mia Wasikowska, lui un neo papà che vuole sperimentare il primo omicidio, lei prostituta masochista e instabile, più intelligente di quello che sembra.
Si parte dalle prove di lui, che lascia con una scusa la moglie -la prezzemolina Laia Costa- e cronometra, mima, prepara ogni gesto, ogni battuta del suo delitto perfetto.
Ma arriva lei, eccessiva, esagerata, e scombina tutti i piani. Parte così uno strano gioco, non si sa chi sia la vittima, chi il carnefice. Chi il gatto, chi il topo.
Si sa però che nella sua brevità -appena 80 minuti- il tutto è una goduria da vedere, con strane soluzioni di sceneggiatura, di riprese in finti esterni.
Non ne saprò niente di quel thriller sadico all'italiana che Pesce omaggia, ma il suo omaggio merita i miei applausi.


Voto: ☕☕/5

6 commenti:

  1. Piaciuto parecchio anche a me, come sai. Davvero stiloso, e loro due bravissimi.
    Del regista, interessantissimo anche My mother's eyes: un piccolo horror argentino, tutto in bianco e nero.

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    1. Segno anche questo, magari per il prossimo anno. L'occhio, questo regista, ce l'ha ben affinato.

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  2. A me invece, così come il suo esordio, ha detto davvero poco. Stilosissimo, ma poco altro...

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    1. I protagonisti li ho trovati molto interessanti, e capaci di reggere a una messa in scena così definita nello stile. Anzi, abbracciandolo senza problemi.

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  3. Ho apprezzato l’idea di fare un giallo che omaggia anche i “Gialli” italiani, con particolare attenzione alla scelta di musiche citazioniste (tipo i Goblin), sicuramente punta tutto sull'estetica correndo dietro a De Palma, però mi ha convinto più l'omaggio che il film in se forse. Cheers!

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    1. Capisco il rischio, per fortuna non essendo ferrata sui film che omaggia, mi sono goduta il risultato che spicca anche per una trama più compatta e ben gestita.

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