24 marzo 2020

The Mandalorian

Mondo Serial

Come possono i fan di Star Wars sopravvivere alle grandi delusioni che Star Wars ha saputo loro dare?
Come digerire non uno, ma due capitoli difficili da difendere come episodio VIII e IX?
Come, soprattutto, ci si rialza dopo l'enfasi e le speranze che aveva saputo dare una nuova trilogia?
Lo si fa con una serie TV.
Una serie TV ideata e scritta da Jon Favreau che porta ancora una volta in una galassia lontana lontana, lì quando l'Impero è appena stato sconfitto, lì dove ancora la politica e gli schieramenti si confondono.
La serie in questione è The Mandalorian che fa da apripista a Disney+ che con un ritardo considerevole è arrivata anche in Italia.



La serie è quello che ogni fan di Star Wars si aspetta: un eroe silenzioso e fichissimo.
Una missione che coinvolge e che si condivide.
Una serie di riferimenti, piccole citazioni, piccoli omaggi che non devono mai mancare.
E avventure, e spari, e scontri.
Dove conta più l'intelligenza e la preparazione della forza bruta.
Se ci metti poi che quella missione è proteggere un Baby Yoda -in realtà mai chiamato così, solo the child- su cui vige il più fitto mistero, sai già che ogni fan e non solo verrà conquistato da un nuovo acchiappa-marketing.
La verità è che questo piccolo Yoda è tanto buffo, tanto tenero, tanto bello da rubare la scena a Mando, anche perché Pedro Pascal non se lo vuole proprio levare il suo casco.
I due danno vita a siparietti carini-carucci nel mezzo di battaglie, missioni salva-pelle o raggranella-soldi.


Certo, io che sono fan ma non propriamente sfegatata e accanita, qualche difetto ce lo trovo anche in questa serie.
Li trovo in quegli episodi a sé, in quelle avventure che sanno un po' di Mando versione Doctor Who alle prese con alieni e missioni diverse: una prigione da cui scappare, una taglia da inseguire.
Per fortuna, un altro episodio a sé è un chiaro omaggio a I Sette Samurai (e a tanto altro western) che grazie a una certa Promessa posso finalmente cogliere, e i personaggi secondari da "I have spoken"-Kuill, al droide GI-11 passando per la forzuta Cara Dune sono anche meno secondari del previsto.
La serietà e la solidità della messa in scena si spezzano in modo splendido con quel finale diretto nientemeno da Taika Waititi, che ironizza pesantemente sugli Stump Troopers -mancanza di mira compresa- dando il via ad un episodio finale che lascia campo aperto all'unica saga che sembra non scontentare nessuno.


Voto: ☕☕/5

2 commenti:

  1. Trame esili, quasi da missione di un videogioco vero, ma anche pochi dialoghi come vuole la tradizione dei western di Leone (e di conseguenza del cinema di Kurosawa) che poi erano le fonti originali di "Guerre Stellari", ci voleva questo Mandaloriano con un'espressione sola per tornare alle origini. Baby Yoda invece incarna la Forza che tiene unita la galassia (il merchandinsing) però è una meraviglia quindi va benissimo così. Non vedo l'ora che cominci la seconda stagione ;-) Cheers!

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    1. Solo un paio di episodi alla fine li ho trovati riempitivi, ma in realtà è perché non ero sintonizzata sulla modalità "episodi verticali". Sapendo che ci sono, e che possono essere delle fantastiche avventure, aspetto con ansia la seconda stagione per ritrovarmi Baby Yoda e il suo mistero.

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