20 marzo 2020

Better Start Running

Feel Good Movies -2018-
Noi restiamo a casa, loro scappano

Ultima tappa per questa settimana con quei film indie che hanno come tema principale la fuga di persone a loro modo speciali.
Un'ultima tappa, c'è da dirlo da subito, non così soddisfacente.
Scusami Harley.

Chi è Harley?
Harley è un ragazzo timido e introverso, commesso in una grande catena di negozi.
Cresciuto da una serie di famiglie adottive finché il nonno scorbutico e veterano di guerra non l'ha preso con sé, si ritrova ora a badargli e a sostenerlo in una casa di riposo da cui vorrebbe farla finita.
Innamorato a distanza della collega Stephanie, non osa fare il primo passo.

Perché scappa?
Scappa perché Stephanie è stata aggredita dal loro viscido capo, e in un'estrema difesa, l'hanno ucciso.
Scappa, e si porta appresso Stephanie, non prima di aver avvertito la polizia e di aver recuperato il nonno dalla casa di riposo.



Dove scappa?/Tappe:
l'obiettivo finale è quello di ricongiungere lo scorbutico Garrison con la sua prima fiamma, quella abbandonata prima di partire per il Vietnam.
Lo si fa fermandosi in quelle strane attrazioni tutte americane (il più grande silos, la più grande pistola, il più grande prosciutto) che sembrano costellare le strade di campagna.
Sconfinando e portando così il caso all'attenzione dell'FBI.

Aiutanti:
Più che aiutanti, compagni di fuga.
Stephanie si rivelerà essere altrettanto speciale e strana.
Lenta, come si definisce lei.
Troppo veloci gli altri, come preferisce vederla Harley.
Oltre al nonno scorbutico si unisce pure Fitz, senzatetto/santone/supertramp dai tanti cliché che non si approfondiscono.


Chi c'è:
purtroppo, gli attori sbagliati.
Alex Sharp e Analeigh Tipton fanno più antipatia che empatia, strani come sono, distanti come si mostrano.
Nemmeno Jeremy Irons -anche produttore- appare giusto, esagerato com'è.
Anche se il vero personaggio fuori fuoco è la detective di Maria Bello, fin troppo caricaturale per strappare qualche risata.

Il tocco in più:
manca.
Si prova a darlo in molti modi (le tappe alle attrazioni, l'amore che sboccia e quello da ritrovare) ma senza alcun tipo di equilibrio.
Il finale tra il sacrificio e la scintilla che scocca, sembrano poi dei contentini per finire un film che voleva chiaramente giocare le carte tipiche del film indie (colonna sonora compresa) senza però saperle mescolare per bene.

Voto: ☕/5


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