9 marzo 2020

Il Lunedì Leggo - Dancing Paradiso di Stefano Benni

C'era una volta Stefano Benni.
Il Benni poetico, che faceva riflettere sulla crescita con Saltatempo.
Il Benni politico che ironizzava con Terra!.
Il Benni strano e fantasioso che creava angeli, mostri, santi in Prendiluna.
Perdendosi un po' per strada.
Perdendomi un po' per la sua strada.
Una piccola ripresa l'aveva avuta con il Martin de Di tutte le ricchezze,
poi solo romanzini e romanzacci che non riuscivano a stare al passo con i tempi, prevedibili nel loro ironizzare, nel loro prendere in giro la società.
Ritorna, e lo fa in poesia.
Ritorna, e lo fa in brevità.
Ritorna, ed è uno strano raccontare il suo.
Un abbozzare di personaggi,
un raccontare lieve.



C'è Amina, cameriera e profuga, sola.
C'è Stan, pianista triste,
c'è il suo amico Bill, batterista morente.
C'è Lady, poetessa che medita il suicidio.
C'è Elvis, factotum del re del rock'n'roll, hacker obeso, pronto ad andarsene facendo una strage, facendosi così ricordare.
E c'è un angelo, che veglia su di loro,
che li osserva e li guida,
li porta a riunirsi, tutti in una sera, in un locale notturno.


Il Dancing Paradiso,
dove Amina serve ai tavoli,
dove Lady su quei tavoli compone,
dove Stan suona,
dove Bill può esibirsi un'ultima volta,
dove Stan entra per un'ultima cena.
Tesse i fili del destino questo angelo, cerca di cambiarlo.
Benni, invece, cerca nuova linfa,
mette in rima la sua storia che ha più l'aria di un innocuo interludio,
di un gioco ben giocato,
che non dei grandi romanzi a cui mi aveva abituato.
Lo si legge in fretta, senza troppo clamore,
lo si legge in un'ora o due,
un reading musicale a cui manca il supporto delle note per rendere la sua storia davvero indimenticabile.

4 commenti:

  1. Autore mai letto.
    Non so se la forma poetica, questa volta, fa per me, ma in un modo o nell'altro proverò :)

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    1. Direi che vista la brevità e i versi, questo lo si può lasciare da parte. Saltatempo resta il mio preferito e quello che ti consiglierei per conoscerlo ;)

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  2. Dopo trenta anni di satira forse si è stancato. Ho letto quasi tutto di Stefano Benni.

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    1. Può essere, lo avevo preso a scatola chiusa senza sapere fosse in versi. Lo preferisco nei romanzi, ma anche lì ultimamente la satira è meno pungente.

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