13 marzo 2020

The Good Liar - L'Inganno Perfetto

È già Ieri -2019-

Lei è una fresca vedova, che cerca solo un po' di compagnia, che ha un solo nipote che la difende con i denti.
Lui è un arzillo truffatore, sempre alla ricerca di una gallina dalle uova d'oro da poter fregare: che siano investitori inglesi o, appunto, fresche vedove con una pensione come si deve.
Basta poco, basta fare il galante, farsi vedere acciaccato, e Roy finisce per andare a vivere nella villetta residenziale di Betty.
E poco può farci quel nipote, studioso di storia, che si lamenta e non si fida.
Il piano allora sembra facile: conquistarla, Betty, e poi farla investire con un conto comune che presto si chiuderà.
Ma in un film fatto di truffe, dove i giochi sono doppi o tripli, niente è davvero come sembra.
Così, aspettando che le carte vengano scoperte, ci si concede un tuffo nel passato della Berlino occupata, ci si crogiola in bevute solitarie o in uscite galanti.



Vecchini + truffe + grandi attori.
Cosa potevo volere di più?
Forse, solo un minimo di coerenza in fase di scrittura.
Perché se niente ho da ridire sulle prime truffe, su quella Londra posh che si mostra e sull'alchimia fra due leoni come Helen Mirren e Ian McKellen, sono i colpi di scena ad ogni costo che fanno storcere il naso.
Passino i primi, in cui si guarda, ogni gesto, ogni mossa, di Roy.
Passino le tante incursioni del solito fastidioso Russell Tovey.
Ma è quando le carte passano di mano, quando gli sguardi e i gesti da tenere d'occhio sono di qualcun altro che le cose cambiano.
E perdono di efficacia.


Perché me le devi preparare meglio questi colpi di scena.
Perché ok Berlino, ok i tempi di guerra, ma in un attimo stravolgere tutto così, no.
Non si fa.
Non così.
E allora sei lì che resti più perplessa che sbalordita, più sospirante verso l'occasione mancata che non per quella presa.
Finendo per trovare irritante l'irascibile Roy, più beone che mai, finendo per trovare esagerata Betty, la sua ricchezza, in un finale che sembra uscito da una rivista di arredamento, di moda, di pari opportunità fin troppo patinata.
Che poi -concedetemelo anche se ne conosco poco di investimenti- se ho 70 anni, un solo nipote già ben piazzato, e un conto in banca da due milioni e passa, mi serve davvero raddoppiarlo in soli 5 anni, visto che neanche li spendo, con la mia casina di proprietà da poche pretese?
Sarò pragmatica io, ma preferisco spenderli che investirli così alla cieca.
Dovrei solo imparare a farlo anche con i film.

Voto: ☕☕½/5


2 commenti:

  1. Non mi è dispiaciuto. Loro bravi, e tanto dramma. Non era il thriller raffinato che mi aspettavo, ma mi ha intrattenuto bene :)

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    1. Sono della scuola che i colpi di scena funzionano se li prepari bene, così il finale sembra messo lì per essere imprevedibile e basta.
      Sulla classe dei protagonisti, però, non si discute.

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