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Ad ogni regola c'è un'eccezione.
Se i film sparattutto/tuttiazione, machi e machisti non fanno proprio per me, c'è un nome al quale non so rinunciare: Guy Ritchie.
Lui i film tamarri li sa fare bene, o forse li sa fare con quel tocco di classe, con quella sua firma personale, che me li fa apprezzare.
Per dire, sono fra i pochi ad aver difeso pure quel King Arthur che doveva essere una saga e che invece -dopo il flop al botteghino- è stato chiuso in un cassetto.
I tempi d'oro del suo esordio sono lontani, in gran spolvero Guy non è più tornato, e annovero anche il passaggio alla Disney con la versione live action di Aladdin fra i suoi passi falsi.
Ma i guadagni ricevuti gli hanno permesso di tornare a fare i film "alla Guy".
E anche se non fanno strappare i capelli, se non gasano a mille, una serata riescono a risollevarla.
Cosa significa film "alla Guy"?
Film alla Guy significa molta azione, punte di adrenalina, qualche sparo, doppi o tripli giochi per cui non fidarsi di nessuno e un piano che va rivelato lentamente, più lentamente possibile in modo da sbalordire in un finale che a ritroso ricostruisce tutto.
Così è anche con Wrath of Man, in cui Guy ritrova il fido Jason Statham, uno che non capisco ancora com'è riuscito a diventare attore, monoespressivo, monosillabico, com'è.
Ma si accetta pure lui, nuovo assunto come agente di sicurezza per il trasporto di portavalori, che un secondo fine ce l'ha, si vede.
Quale sia, basta poco per capirlo: basta quell'inizio e quella rapina finita male in cui chissà come Patrick è coinvolto.
Faceva parte della banda?
È stato fregato?
Sta cercando la spia che ha fatto finire nel sangue la rapina?
Tutti diventano così dei sospettati, soprattutto quando a ritroso si ricostruisce come si è arrivati a quella rapina, preparandoci a un nuovo, ragguardevole colpo.
Più macho e più americano (nonostante sia il remake di un film francese del 2004, Le Convoyeur) questo Wrath of Man non ha lo stile british e i personaggi macchietta di The Gentlemen che lo rendevano così irresistibile, così "alla Guy", ma dalla sua ha un peso maggiore, una sua solidità.
Data da un cast di puri machi in cui a fatica trovano posto un paio di donne.
Certo, non ci si spiega come la mira di chi spara sia sempre così pessima, le scelte assurde di alcuni personaggi -Josh Hartnett in primis-, ma siamo comunque dentro un film tamarro, un film di Guy Ritchie fatto di colpi di scena e piani ben architettati, e allora anche tutta questa azione, quest'adrenalina, va accettata.
Con la trasferta americana sembra averlo capito anche lui, che con i film ora ci gioca, si intrattiene.
Ma la sensazione è che si stia preparando anche a un'inevitabile zampata.
Io, inaspettatamente, ci spero.
Voto: ☕☕½/5
Sono contento che tu abbia ricordato The gentleman, perché lontano mille lune da questa furia umana abbastanza indecente..
RispondiEliminaQuesto manco Ford, ovunque lui sia, lo guarderebbe. XD
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