13 ottobre 2023

Fair Play

Andiamo al Cinema su Netflix

Netflix sa anche sorprendere.
Dopo delusioni, un abbonamento che giace inutilizzato per mesi, mette a tacere i miei pregiudizi con due novità nel giro di due settimane.
Prima una produzione spagnola dignitosa e accattivante come Nowhere, ora un film pubblicizzato puntando sia sul bel faccino di Phoebe Dynevor da Bridgerton che, soprattutto, sulle scene erotiche che condivide con Alden Ehrenreich.
Rischiavo di passare oltre, complici i miei pregiudizi, davvero oltre al sesso c'è altro?
A quanto pare sì, e ringrazio Mr. Ink per la dritta.
Quello che c'è è una narrazione delle complesse dinamiche nel mondo del lavoro per una donna in carriera senza banalizzarle, senza appiattirsi all'algoritmo.
Nessuna bandiera femminista, nessun grido di battaglia come invece usato nell'ultima stagione di Sex Education dove le istanze dei protagonisti solo così venivano portate avanti.
Qui è tutto più sottile, ci si mette di mezzo la psicologia, i piccoli gesti, le piccole vendette.


Siamo nel freddo mondo della finanza dove la bollente relazione fra Emily e Luke deve essere tenuta nascosta, colleghi e in lizza per una promozione, non vogliono il naso degli altri in una storia che sta diventando seria, molto seria, con tanto di proposta di matrimonio e un anello da tenere solo nelle mura di un appartamento.
Si tratta di tenere la testa bassa, di lavorare fino a tardi, di far valere pettegolezzi, rumors, che sembrano privilegiare lui, ovviamente.
Via di festeggiamenti, allora, di notti bollenti, di sogni ad occhi aperti.
Ma che succede quando sarà invece lei, ad ottenere quel posto?
Come cambia la loro storia, ora che lui è il suo analista che si sente oberato di lavoro, che non sa stare al passo, che insinua dubbi: come l'ha scalata, la vetta? A chi si è concessa?
Cerca di umiliarla, sottilmente, di farsi valere, cadendo nella sua stessa trappola.
A giochi inversi, dove starebbero le sue colpe? Lei che sperpera denaro, che vai in night club, che comanda a bacchetta e che cerca di aiutarlo?


Non c'è niente di banale in una sceneggiatura che calibra bene questa discesa nell'inferno per entrambi, con il sesso tanto pubblicizzato che latita sempre di più lasciando spazio a una distanza impossibile da colmare che parenti e colleghi rendono più asfissiante.
La freddezza che sembrava confinata sul posto di lavoro, fatto di abiti e acconciature rigide, entra anche in quell'appartamento dalle luci soffuse che appare via via più spoglio e fuori mano.
Il cattivo della situazione non è quindi quell'Eddie Marsan squalo della finanza che licenzia e umilia, è un uomo che non sa accettare i successi della compagna che a sua volta non riesce nemmeno a goderseli, spaventata di fare la mossa falsa, di scrivere il messaggio sbagliato.
Phoebe Dynevor che in Bridgerton no ho visto, ha la maturità necessaria per il ruolo, che acquista forza, sicurezza anche in un finale che gioca bene le carte dell'ambiguità.


Nonostante il titolo, non c'è sportività, non c'è equilibrio.
E il pensiero "cosa sarebbe successo a parte inverse" fa capolino in continuazione.
Più maturo e più profondo di quel che l'ufficio marketing voleva farci pensare, questo gioco pericoloso di una coppia che scoppia sa come tenere alta l'attenzione e come far risplendere Alden Ehrenreich, che dopo un esordio promettente, sta tornando sotto le luci della ribalta.
Fossero tutti così i prodotti medi di Netflix...

Voto: ☕☕/5

3 commenti:

  1. Risposte
    1. Grazie ancora della dritta, Netflix ogni tanto regala sorprese.

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  2. L'hanno venduto come un thrillerino erotico, invece (per fortuna) è molto di più e ha un crescendo notevole. Fair Play avrà anche poco fair play, ma sa giocare le sue carte

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