6 ottobre 2023

Flora and Son

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In Once univa due solitari fra le strade di Dublino.
In Begin Again guariva due cuori infranti.
In Sing Street era il mezzo con cui cercare di conquistare un amore.
In Flora and Son aiuta ad avvicinare una madre e un figlio.
La musica continua ad essere il centro della narrativa di John Carney.
La musica e l'Irlanda, dove i sui personaggi si muovono, da dove partono, da dove vorrebbero scappare.


In una Dublino di periferia e quartieri popolari, Flora è una madre single e arrabbiata. Arrabbiata con l'ex che l'ha lasciata per una più giovane, arrabbiata con il figlio che non ascolta, che le ruba tempo, arrabbiata con la vita che pensava diversa, con quella gravidanza portata a termine a 17 anni che doveva essere l'inizio di un futuro roseo e che invece sente ora come una prigione.
Max è il figlio problematico. Perché ruba, perché invidia i compagni di quartiere più ricchi, più affermati, che girano i loro video trap in cortile conquistando le attenzioni della ragazza che gli piace. Ruba, quindi, e si immerge nelle sue cuffie, creando e scrivendo.
Per lui la musica è una fuga, un modo per esprimere quello che non sa dire anche se spesso sono cliché rap con la donna oggetto e le grandi firme a cui ammiccare.
Per lei la musica è una vendetta, verso quell'ex che rimugina ancora per una carriera mai decollata, ma che presto diventa altro.
Grazie a Jeff, unico insegnante di chitarra on line ad averla conquistata con la sua presentazione, con cui flirta, con cui si confessa, con cui fa cadere la maschera in un rapporto che inizia ad andare oltre accordi e posizioni, riff e arpeggi.


È un film semplice Flora and Son.
Di quelli che fanno sentire bene e che fanno ascoltare la musica in modo diverso.
Merito di due protagonisti dalla forte alchimia, da un lato Eve Hewson che si crede una vera proletaria irlandese al suo esordio quando invece è la figlia di Bono Vox, dall'altro Joseph Gordon-Levitt dal fascino capace di uscire dallo schermo di un PC, che naviga nelle acque sicure della sua grande passione per la musica.
Poi c'è la sceneggiatura, semplice e diretta condita da frecciatine che colpiscono anche James Blunt, che approfondiscono la musica pop.
E infine, ovviamente, c'è la musica. Quella che si ascolta con orecchio nuovo e quella originale, composta con un figlio, rimaneggiata con un maestro.


Ma è anche un film che sorprende, Flora and Son.
Che cambia strada lì quando si pensava che il sogno del successo oltreoceano fosse alla portata di Flora, che questo rincorreva e sognava.
Ma come per Rose, la musica ha un altro obiettivo, la vita deve essere sistemata in altro modo, partendo da se stessa per abbracciare chi le sta attorno.
Purtroppo, però, c'è il finale a rovinare quanto costruito.
O meglio, a non reggere.
Un finale che andrebbe bene aperto com'è, a mostrare cosa la musica ha portato, le rinunce che tali non sono se di mezzo c'è la felicità di un figlio, di una famiglia capace se non di stare nella stessa casa, almeno di condividere lo stesso palco.
Un finale rovinato da una canzone che non è incisiva come le altre ascoltate e che per questo perde di forza anche quando decide di uscire dal locale, per volare sulle strade di Dublino.


Un peccato, perché nella sua semplicità, anche nell'inevitabile sospensione della realtà che richiede, Flora and Son stava per diventare un altro film perfetto di John Carney.
A questo punto, per togliermi l'amaro dalla bocca non mi resta che recuperare i titoli degli esordi, anche solo per scovare un giovanissimo Cillian Murphy.
Sceglie bene le musiche, John, ma anche gli attori.

Voto: ☕☕/5

5 commenti:

  1. In rampa di lancio in questi giorni. È la coccola che serve, che bello.

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    1. È il feel good movie che ci vuole, sempre sia lodato John Carney per regalarceli, anche quando sbaglia il finale.

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  2. Io ho amato tutto, anche il finale! :)

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    1. Anche quella canzone molto più debole delle altre? Oltre al volo sospeso su Dublino, è proprio quella a non avermi convinto, con tutte le chicche che Joseph ha scritto...

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    2. Anche quella canzone molto più debole delle altre? Oltre al volo sospeso su Dublino, è proprio quella a non avermi convinto, con tutte le chicche che Joseph ha scritto...

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