4 ottobre 2025

Honey Don't

Andiamo al Cinema

Lo si diceva giusto ieri che i Coen divisi hanno preso strade meno epiche.
Troppo difficoltoso farsi approvare le loro strane storie, ne cercano altre in solitaria e non sempre sono memorabili.
Se Joel si è dato a Shakespeare con un Macbeth tanto magnetico visivamente quanto spossante da seguire, Ethan ha deciso di comporre assieme alla moglie una "lesbian B-movie trilogy".
Cosa mi significa?
Immagino prendere Margaret Qualley, farla girare con fare sicuro fra le strade di paesini d'America pieni di strani ceffi, farla godere con partner via via diverse e in mezzo metterci un po' di morti ammazzati male, un po' di mistero, un po' di thriller.
Drive-Away Dolls, il primo capitolo di questa trilogia, era stato ripescato da una sceneggiatura mai andata in porto negli anni 2000. E si vedeva e sentiva. Fuori dal tempo, innocuo e leggero, è stato dimenticato in fretta. Almeno dalla sottoscritta.
Ora, assieme alla moglie Tricia Cooke, Ethan ritorna e le cose vanno un po' meglio.


Certo, si tratta pur sempre di un B-movie, di un film che non vuole prendersi sul serio, che esagera nelle scene di sesso, che esagera nella caratterizzazione dei personaggi.
La storia è un filo più interessante: una scia di sangue che si sparpaglia per la misera città di Bakersfield, California, e che una detective privata dal piglio sicuro com'è Honey O'Donahue collega alla congregazione del Reverendo Drew Devlin, che non è certo un santo.
Di mezzo, scene bollenti con l'apparente timida agente di polizia MG Falcone e una famiglia molto allargata con i suoi problemi che finisce in mezzo alle indagini.
È tutto volutamente molto strano in queste indagini, che sembrano prendere una strada fin troppo prevedibile, che portano Honey a vagare per la città in cerca di indizi e di una nipote scomparsa.
È lei, Margaret Qualley, a reggere il film sulle sue esili spalle. Bella in abiti seducenti quanto in déshabillé, con i suoi modi spicci, con una sicurezza da invidia, tiene testa tanto a un miserabile reverendo come Chris Evans, quanto a un poliziotto sui generis come Charlie Day, facendo poi faville in coppia con la solita Aubrey Plaza che strizza l'occhio alle lesbiche.


E quindi, nel risolversi in modo solo in parte sorprendente, nel tirare le fila di questo mistero non così misterioso, nel mettere in mezzo la famiglia, la religione, la vendetta, com'è questo Honey Don't?
Un B-movie che ci crede, a volte troppo, a volte il giusto, che riesce a divertire e convincere se lo si prende per la sua natura di B-movie e poco più.
In attesa di un capitolo finale, ma soprattutto di un ritorno dei Coen al loro completo.

Voto: ☕☕½/5

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