Amori impossibili in mezzo alla Storia e alle sue atrocità.
Dal Giappone all'Irlanda del Nord, con giovani attori promettenti e generosi, due miniserie che mescolano sentimenti e guerra:
The Narrow Road to the Deep North
Anni '40, Australia.
Con la Guerra Mondiale a espandersi, anche i giovani australiani sono chiamati a combattere in Giappone.
Anche Dorrigo Evans, medico e chirurgo, diviso fra l'amore ambizioso con la ricca Ella, e quello più passionale e proibito con la giovane zia acquisita Amy.
La pace, gli amplessi, la poesia di quegli amori viene interrotta dalla chiamata alle armi, e dall'essere presto preso prigioniero assieme al suo squadrone e chiamato a costruire una ferrovia che colleghi Thailandia e Myanmar. Una ferrovia costruita da prigionieri di guerra, a lavorare in mezzo alla giungla, in condizioni inumane, tra mancanza di cibo e igiene, mezzi di lavoro e torture continue. Uno dei più cruenti crimini di guerra, poco ricordato nella nostra vecchia Europa, ma che Dorrigo, sopravvissuto, non può dimenticare.
Il suo pensiero è fermo lì, fermo a un amore perduto a cui si attaccava mentre cercava di salvare un compagno, mentre ne perdeva un altro, mentre assisteva a torture e alla vita scivolare via. Ci ripensa oggi, chirurgo di successo, incastrato in un matrimonio finanziariamente conveniente ma infelice, la tradisce ancora Ella, la tradisce da sempre, e mentre presenta un romanzo illustrato da un compagno di guerra che non c'è più, pensa e ripensa a quello che non si può dimenticare.
La presenza di Jacob Elordi è ovviamente lo specchietto con cui attirare spettatrici che si aspettano e si accontentano del suo corpo e dei suoi amplessi, vuoi con Ella, vuoi con Amy, ma Jacob l'ha detto e l'ha dimostrato che vuole essere più del suo bel faccino e quindi si impegna, e si strugge e si dispera e si annichilisce di fronte ai corpi denutriti, feriti, menomati, in cancrena, e pur non perdendo i suoi muscoli, ha lo sguardo malinconico e distrutto dell'attore vissuto.
Il mio specchietto, più che Jacob, più di Odessa Young, è stato però Justin Kurzel: regista australiano che indaga il male, le sue origini e le sue forme, che dopo film più o meno riusciti sulla storia recente del suo Paese, passa per le miniserie per raccontare una pagina storica che non si vuole dimenticare.
Se come lo sguardo di un soldato illustratore anche la sua macchina da presa riesce a cogliere la bellezza, struggente, in mezzo alla desolazione, è forse il racconto spezzato, in un disequilibro continuo fra vita e morte, in accostamenti a contrasto che scuotono, a non funzionare. Se gli amplessi non ci vengono risparmiati, così è anche per la violenza, con torture e operazioni che a fatica si riesce a seguire in una pornografia esagerata. Esagera e punta il dito, per poi perdere pezzi di racconto, in una cronologia non sempre chiara, in una fretta di concludere che lascia indietro e in un finale amaro che fa perdere punti.
Eros e Thanatos, certo, sprazzi di vita passionale, visioni di morti violente, in una ferrovia in cui hanno perso la vita più di 12.000 prigionieri di guerra e diventata il simbolo della disumanità della guerra.
Se le parole finali di Dorrigo, se il suo ricordo continuo, sono il monito a cui aggrapparsi, cinque episodi per quanto esteticamente e recitativamente imponenti non sono il modo migliore per raccontarla, questa pagina di Storia.
Il romanzo di Richard Flanagan, come sempre e a detta dimolti, sembra migliore.
Voto: ☕☕½/5
Trespasses
Anni '70, Irlanda del Nord.
Gli anni dei Troubles, degli attentati dell'IRA, delle proteste civili e delle sentinelle.
Gli anni di divisione, che dividono famiglie e amici e colleghi e parenti.
Nasce in questi anni l'amore fra Cushla e Michael, un amore sbagliato e non solo per gli anni e per il dove nasce.
Cushla è una giovane insegnate e barista nel bar di famiglia per arrotondare. Cattolica, mette a rischio la sua reputazione e la sua carriera iniziando a vedersi con Michael.
Michael è molto più vecchio di lei, è sposato, pure, e protestante, soprattutto. è È però un avvocato che difende attivisti e civili accusati di essere parte dell'IRA, inimicandosi così entrambe le parti.
Il loro amore, sbagliato, ostacolato da una madre alcolizzata da una parte e da una moglie depressa dall'altra, attira gli occhi della gente e delle spie, e ci viene raccontato in una passione che esplode, in episodi in cui Lola Petticrew e Tom Cullen non ci risparmiano corpi e amplessi.
La Storia diventa quindi un sottofondo, con una famiglia mista presa di mira a scuola come in casa, con un attivista alle prime armi che s'intromette nel destino di Cushla e di Michael.
Quattro episodi sono forse troppo pochi per inquadrare un problema, tra i tanti, dentro i Troubles, e nonostante la bravura di Lola Petticrew, di Tom Cullen, e di una Gillian Anderson a invitare alla visione, la serie è fin troppo pruriginosa dando l'idea di un romanzo sentimentale più che di un approfondimento dell'epoca.
Vista la presenza di Petticrew, il consiglio è di recuperare la più riuscita, la più approfondita e dura Say Nothing, su Disney+.
Voto: ☕☕½/5



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