Mondo Serial
Presente fra le migliori serie TV del 2024, avevo promesso di parlarne a breve, ma poi titoli più nuovi e più chiacchierati hanno preso il sopravvento.
Con qualche mese di ritardo, rimedio e pubblico il post di questa ancora misconosciuta miniserie reperibile su Disney+.
La questione dei Troubles nordirlandesi non è mai facile da affrontare.
Troppo recenti per far parte della storia studiata a scuola, troppo complicati da riassumere in film o serie TV, troppo fresche le ferite per essere accolti con imparzialità.
Ci si è provato negli anni con Hunger, Nel nome del padre e il più recente e decisamente più politico The Journey, ma anche con punti di vista più leggeri come in Belfast e Derry Girls, che raccontando problematiche infantili e adolescenziali riescono comunque a mostrare quegli anni sullo sfondo.
Ora arriva Say Nothing, tratta da un romanzo-inchiesta, che affronta il problema di petto e ci immerge nella politica e nelle decisioni ma anche nel vivere comune di membri attivi dell'IRA.
Di Dolours Price in particolare, e della sorella Marian, figlie di combattenti che decidono di passare al lato attivo della lotta, fatto di guerriglia nelle strade di Belfast e di attentati su suolo inglese.
Ma anche di lotta interna, con le due chiamate a obbedire agli ordini che portano all'eliminazione di traditori e di spie, di doppiogiochisti che fino a qualche ora prima erano amici con cui bere una pinta al pub.
Una vita spesa in questa lotta, una vita passata a combattere anche dietro le sbarre.
La vita di Dolours Price non è certo semplice da riassumere o da capire, e cerca di chiarire le idee lei per prima partecipando al Belfast Project: registrazioni che sono confessioni e ricordi di chi ha partecipato alla lotta, una storia orale fatta di verità che secondo l'idea iniziael dell'università di Boston dovevano vedere la luce solo alla morte di chi queste confessioni le ha date -salvo poi essere richieste dai tribunali per i processi in corso e definitivamente restituite ai proprietari per evitare ulteriori problemi con la legge.
Resta un paese piccolo, l'Irlanda del Nord, dove ci si conosce e ci si guarda con sospetto, dove ci si difende e ci si accusa.
Dove una pistola poteva essere nascosta in ogni angolo di ogni casa, e sparire sembrava facile.
Il romanzo come la miniserie ruotano attorno a quello che viene definito come un rapimento: la misteriosa scomparsa di Jean McConville, madre di dieci figli.
Su di lei si è costruito un caso, per anni sono circolate speculazioni e solo nel 2003 il suo corpo è stato ritrovato in un lavoro faticoso e doloroso delle autorità e dei collaboratori ora pronti a parlare e a far ritrovare questi desaparecidos irlandesi giustiziati per ideali.
Come la spieghi, una situazione politica e civile così?
Joshua Zetumer decide di dare un colpo al cerchio e uno alla botte.
Decide di dosare la pesantezza dell'argomento, mostrando discussioni e decisioni e vita nel carcere, e allo stesso tempo far parlare la leggerezza di chi in fondo è ancora adolescente, di chi è una giovane donna attenta ai look e alla moda e che idealizza la lotta, che forse non ha ancora capito il gioco importante in cui è entrata.
L'atmosfera cool e fumosa degli anni '70 passerà presto al sangue degli '80 e alla presa di coscienza dei '90, con la scalata all'interno dell'IRA e del farsi un nome di Dolours Price a lasciare spazio ai drammatici anni dentro il carcere, con lo sciopero della fame e l'alimentazione forzata a cui lei e la sorella vengono sottoposte.
Da lì, niente sarà più lo stesso, vacilla la fede, una vita intera viene rimessa in discussione anche per il ruolo che Gerry Abrams ha nel mettersi in politica, lui che ha sempre negato di far parte dell'IRA e che qui un disclaimer sottolinea all'inizio di ogni episodio. Salvo mostrarlo come capo del fronte più sanguinario.
Difficile capire ragioni e sentimenti dietro certe azioni di guerra o di guerriglia, difficile capire da che parte schierarsi se il sangue viene sparso da entrambe e se gli inglesi si dimostrano bravi a capire che è più facile lasciar gli altri farsi danno, qui si guarda al prodotto, alla miniserie che rende quegli anni e quella politica più chiara e anche più accattivante.
In modo pericoloso ma anche attento, facendo faville nelle scene d'azione e di tensione, in inseguimenti e sparatorie e attentati da preparare.
Il racconto in 9 episodi finisce però per ruotare attorno alla ricerca di un colpevole di un singolo omicidio, scivolando in un finale che dà una risposta ormai non più necessaria e poco rispettosa, come dichiarato dai figli di Jean e da Marian Price, che ha intentato causa contro Disney+, produttrice della miniserie.
La storia continua a chiedere il suo conto, ma guardando al prodotto come intrattenimento, la sbavatura finale non inficia un risultato importante, fatto di appeal e di approfondimento, di costume e di politica.
Lola Petticrew e Maxine Peake sono protagoniste in età diverse che stregano, in una Storia così buia di cui chissà quando si riuscirà a parlare con meno dolore.
Voto: ☕☕☕½/5
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