O io dopo la Notte Horror sono diventata improvvisamente coraggiosa, o wikipedia nel denominare questo film un horror ha qualche problema.
Certo, il suo regista Guillermo Del Toro è di solito avvezzo al genere, e, certo, Il labirinto del fauno i suoi momenti e i suoi personaggi da brivido ce li ha, ma da qui a categorizzarlo così ce ne passa...
In ogni caso, l'averlo così etichettato mi ha permesso di recuperarlo in questa settimana di blog un po' più tetra del solito, e il suo alone di cult (vedasi anche solo l'header di Mari's Red Room) gridava recupero.
E, beh, senza girarci troppo attorno, forse proprio il suo alone di cult, forse qualche inceppo in una trama fantasiosa, sì, storica, certo, ma anche prevedibile, con me non ha funzionato.
La scintilla non è scattata, Ofelia nella sua ingenuità e nella innocenza mi ha anche irritato un pochettino, ma non per questo la visione non è stata altamente fascinosa, merito di una fotografia povera a tratti, barocca e calda in altri, merito di effetti speciali che rendono le fantasie di Ofelia dei sogni spaventosi, inconsciamente affascinanti.
Il film si divide se non è chiaro tra storia e fantasia, tra vero e presunto vero, con le prove che Ofelia deve portare a termine per dimostrare ad un misterioso Fauno la sua discendenza reale di un regno dimenticato, durante la sanguinosa guerra civile spagnola, con partigiani nascosti nel bosco che combattono il perfido Vidal, patrigno appena acquisito della bambina, la cui madre sta attraversando una difficile gravidanza.
Nella casa/prigione in cui si ritrova, il libro che lo strano essere le regala diventa da subito una via di fuga da seguire, mentre a cercare di cambiare le cose ci provano il Dottore che segue la madre, e Mercedes, domestica e cuoca che collaborano segretamente con i partigiani.
In questo perfetto intreccio, a farla da padrone sono certamente gli scenari da sogno (o da incubo) che Ofelia si trova ad affrontare, mentre Vidal dimostra tutta il suo sadismo e la sua malvagità uccidendo, torturando e razionalizzando in nome di Franco.
I due diversi percorsi formano così un film in cui proprio il labile confine tra vero e fantastico lo rende più significativo, e in cui non mancano citazioni e riferimenti a renderlo invece più profondo.
Dalla mitologia greca richiamata con nomi e ambienti, alla Alice di Carroll i cui vestiti Ofelia prende in prestito, del Toro arricchisce il suo film facendone un prodotto accattivante, intelligente e perfino commovente.
Che sia reale o meno, la fantasia della bambina è il modo migliore per fuggire da una realtà difficile da digerire, da una guerra che non vuole finire, da persone così cattive che nemmeno nei suoi libri potrebbero finire a contrastare i buoni.
Come il film per lo spettatore, quindi, il sogno di una mente protegge e rende lieto anche il peggiore dei finali, rendendo immortale la sua protagonista.
Pensa che è uno dei miei preferiti, o poco ci manca. Da sogno, o da incubo.
RispondiEliminaE no, secondo me come horror non vale: Wikipedia imbroglia! :P
Wiki si sbaglia spesso e volentieri!
EliminaDavvero uno dei tuoi preferiti? Mi spiace ancora di più allora che non sia scattata la scintilla...
Uno dei miei film preferiti. Pensa tu che ho rischiato, qualche anno fa, di fare la mia prima tesi proprio riguardo alle due opere di Del Toro sul regime franchista. Poi ho dovuto optare per un'altra opera -sai com'è, i professori tendono a volerti far scrivere cose che piacciono a loro^^-
RispondiEliminaChe dire? Film elegante, un fantasy che mi piace (perché è lontano anni luce da LOTR e menate varie).
Recupera anche La spinda del diavolo^^
Moz-
Segno, ormai ai film cupi ci sto facendo il callo :)
EliminaDiciamo che è un 'fanta-horror'... ma nemmeno poi tanto: come hai giustamente fatto notare, il film è un'allegoria (a mio avviso ben riuscita) sull'atrocità della guerra: Ofelia si rifugia nel suo mondo fantastico per sfuggire alle atrocità del presente. Devo dire che a me è piaciuto molto, sarebbe stato perfetto anche per il 'No-war day' ;)
RispondiEliminaC'hai ragione, di certo un film sulla guerra (e sulla sua crudeltà) diverso dal solito. E per questo da guardare con fascino.
EliminaGran film, forse il migliore di Del Toro.
RispondiEliminaE perfetto l'equilibrio tra realtà ed immaginazione.
Eh, di Del Toro mi manca praticamente tutto... mi rifarò, prometto!
EliminaA me è piaciuto molto. Sono partita prevenuta ma poi l'ho decisamente rivalutato..
RispondiEliminaPerò non è assolutamente un horror!
Proprio no, segnalerò la pagina wiki!
EliminaIo era partita forse con un po' troppe aspettative, confermate certo, ma senza quella scintilla necessaria a rendermelo più caro.
A me invece ha colpito fin da subito... ma va detto che io sono un fanboy di DelToro. Per me una delle pellicola più toccanti del primo decennio degli Anni Zero.
RispondiEliminaCome detto, questo rappresenta l'unico Del Toro tra le mie visioni, rimedierò, anche se scorrendo la sua filmografia vedo parecchi ostacoli da abbattere...
EliminaDio mio che film!
RispondiEliminaUno dei migliori che abbia mai visti, dico sul serio.
E' qua che è iniziata la stima per Del Toro!
Con Del Toro dovrò sicuramente approfondire, già la sua mano produttrice in The Orphanage mi ha fatto più colpo!
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