22 gennaio 2017

La Domenica Scrivo - Baghera

Non siamo noi a scegliere i gatti.
Sono loro a scegliere noi.

E io ho scelto, a naso, a fiuto.
Ho scelto un piccolo giardino, un piccolo portico, di un piccolo appartamento.
Ho scelto una coppia, un po' strana, un po' giovane.
Potrei dire che li ho scelti perché mi sembravano persone buone, perché sembravano finalmente qualcuno di cui fidarsi.
In realtà, se li ho scelti, è per quella piccola palla di pelo rosso che nel loro giardino si aggirava, spaventata dall'erba, ancora vergine della vita di strada.
Vinicio, lo chiamavano.
Baghera, han deciso di chiamare me, con gran poca originalità, visto il mio pelo nero. Potevano sforzarsi un po' di più, lo dicono loro, lo dico anch'io.



Non lo nascondo, comunque, a Vinicio ho rubato spesso il cibo, l'acqua, pure la lettiera. La legge del più forte, la legge del gatto di strada. Lui lasciava fare, guardando con invidia il mio saper uscire da quel giardino, cercando di crescere abbastanza da poter saltare via, da poter affrontare l'infida erba.
Lo ha fatto troppo presto. Non sono stato un buon maestro, all'inizio.
Alla nostra prima uscita, è rimasto chiuso dai vicini. Alla terza, è rimasto intrappolato in quella che una trappola per topi non sembrava.
Non sono stato un buon maestro nemmeno alla fine, a dirla tutta.
Ed è strano, però.
Perché li osservavo, questa strana coppia, il loro gatto, il loro dire "loro" gatto, il coccolarlo, prenderlo in braccio.. la tranquillità con cui si addormentava, senza stare sempre all'erta, incurante del pericolo, protetto.
Li osservavo da fuori, in un parcheggio che è diventato la mia nuova casa, e li ho osservati da più vicino, entrando sempre più spesso in quel piccolo giardino, approfittando di divanetti, poltrone, accettando di buon grado quel riparo per l'inverno, quel vecchio maglione per il freddo più pungente.
E alla fine, da quel giardino, non me ne sono andato più.
E più io mi avvicinavo, più quell'altro, quel Vinicio, approfittava della libertà della strada, senza conoscerne bene i pericoli, però.
La sua ciotola, allora, è diventata la mia, i suoi padroni, i miei.
Li ho scelti io, li ho adottati io, leccandoci assieme le ferite, la mancanza.
E a poco poco sto capendo cosa significa poter dormire senza stare all'erta, avere sempre del buon cibo, permettermi anche di sceglierlo, di condividerlo, con altri gatti di passaggio, che come me, in questo piccolo giardino, trovano un riparo, un che di approfittare.
Io lascio correre, e non li guardo più con invidia, loro che se ne vanno, che da questo giardino escono.
Non me la sento più di andarmene, ho ritrovato la mia voce, quel miagolio che vedo li fa felici, li rende orgogliosi di un gatto che non è rosso, non è bello, è ammaccato, vissuto, con la coda spezzata, il raffreddore perenne, l'occhio guasto che ogni tanto lacrima sangue, neanche fossi un cattivo di 007.
Resto, però, perché mi lasciano restare, perché voglio restare, perché mi sono addomesticato e li ho addomesticati a me, ai miei spazi, alle distanze che non riesco ad accorciare.
Quella volpe aveva ragione: "...se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l'uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò' per te unica al mondo".
E li sento, allora, la mia famiglia, parlare di me, ritrovare il loro gatto, i loro riti, in me, li sento in crisi, porsi problemi per me, per il mio futuro, diventare il centro delle loro discussioni.
Io li osservo, sempre più da vicino, li aspetto, li saluto, mi lascio guardare e quasi toccare, quasi, però.
In un gioco di rimbalzo, di doveri e preoccupazioni reciproche, di tensione che si allenta, di futuro più sereno.
"Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa", dice quella volpe, piena di saggezza. E ha ragione, meow, se ha ragione!

12 commenti:

  1. Sapevo di non dovere leggere questo (bellissimo ma crudele) post...
    Baghera, comunque, ringrazia: potevate chiamarlo Nerina, Nerone, quelle cose lì, e sarebbe stato peggio. E' un gran bel nome.
    Diciamo solo che hai compensato alla mancata visione di A spasso con Bob, ok?

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    1. Ma Bob ti aspetta, e lo sai che ti conquisterà ;)
      Baghera nel mentre, per noi amici è diventato Bagghie, non so quanto apprezzato...

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  2. Che carini, soprattutto il binomio di colori anche nella foto mi piace tanto :)
    Il nome forse non proprio originale però soprattutto dopo aver visto Il libro della giungla (martedì la recensione) lo trovo davvero azzeccato ;)

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    1. È azzeccato anche perchè quando provi ad entrare nella sua comfort zone, Baghera sguscia via come una pantera ;) Verrò a leggerti martedì, il film mi ha stupito parecchio in positivo!

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  3. Bellissima la foto di coppia e anche l'articolo. Non potevi scegliere nome più azzeccato per un gatto nero!😍 E per una strana coincidenza oggi sto scrivendo la recensione del film "Il libro della giungla" con appunto la pantera nera Baghera!😊

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    1. Il libro della giungla è ovunque oggi, allora, gran bel film, e Baghera ringrazia per i complimenti :)

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  4. Bel punto di vista felino.

    Per questa settimana gattara non poteva esserci conclusione migliore.
    Oppure i gatti domineranno anche la prossima? :)

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    1. I gatti domineranno il mondo, ma non la prossima settimana divisa tra Giappone e jazz, piccola preview ;)

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  5. Bei gattoniiiii! Anche la mia mamma ha trovato un bel gatto rosso, una bella peste, ma che compagnia che fa, con quegli occhi sempre attenti e curiosi!

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    1. I gatti rossi non sono proprio i più facili, ma presto spero di farmi adottare da un altro, per me, per noi, per Baghera :)

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  6. che bello questo post Lisa!
    (e ovviamente non ti dirò mai che mi sono pure commossa...)
    ♥♥♥

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    1. Grazie :)
      Si è commosso pure il giovine, ma io non lo dirò mai, e nemmeno lui...

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