10 dicembre 2017

La Domenica Scrivo - Montagna (di una bambina e di un'adolescente costrette alla montagna, di una non-adulta che ci torna)

C'era un bambina per cui la domenica, era di mercoledì.
Succede se hai dei genitori che la domenica lavorano, che il bar lo devono tenere aperto per far godere agli altri della domenica, e se quel bar chiude di mercoledì.
E il mercoledì, cascasse il mondo, si va in montagna.
Oddio, magari non proprio tutti i mercoledì, magari qualche volte ci si scampa, si va a Gardaland, si va a fare spese, si sta semplicemente a casa tutti insieme, ma il più delle volte, in quel mercoledì che ha il sapore della domenica, si parte dopo pranzo, dopo la scuola, e si affrontano i tornanti.
Strano.
Strano per una famiglia che ha il mare altrettanto vicino, che ha nonni che al mare, cascasse il mondo, ci vanno per due settimane, in pieno luglio, stesso hotel, stessa spiaggia, per una vita.
O forse, è proprio una reazione a quelle vacanze comandate, a quel mare che da giovani aumenta la libertà, ma se ancora giovane, e con una famiglia già tutta per te, forse il tuo posto è la montagna, più impervia, più seducente, che richiede silenzio, riflessione, rispetto.



In montagna ci si va anche in agosto, in baite sperdute al confine con l'Austria dove gli altri bambini hanno un biondo accecante, dove già si parla tedesco, e ci si va mangiare, a bere, con quei tornanti che sembrano non finire, con quella strada sempre uguale ma che poi la si allunga, si esce prima, dopo, si fa una curva in più, e la meta finale cambia.
In montagna quella bambina finisce per andarci anche da adolescente, quando i mercoledì in famiglia si sono diradati, il bar nemmeno c'è più, e i mercoledì sono tornati ad essere semplici mercoledì.
Quell'adolescente ci va in tenda, ci va in gruppo, con quei campeggi organizzati dalla parrocchia anche se la parrocchia mica la frequenta. Ci sono le amiche, però, gli amici e pure i primi amori, perchè rinunciare alla montagna?
E allora montagna significa davvero libertà, significa camminate in cui parlare e conoscersi, in cui si scala con facilità, con le scarpe meno adatte ma che non sono un problema, ma in cima, nelle cime, ci si arriva.
Poi, all'improvviso, qualcosa si rompe.

Quella montagna ha stancato, basta.
Una vita ad andarci, una vita ad affrontare tornanti, vacanze comandate per cui ora c'è bisogno di altro.
Non di mare, per assurdo, che piace ancora meno: troppa sabbia, troppo sale, troppa gente. E poi, quel mare che da casa non è così distante, non è certo il migliore dei mari, anzi.
Meglio le città, meglio le capitali europee, meglio chiudersi in musei, in pub, in parchi ben curati, meglio viaggiare per l'Europa, prendere treni e aerei, in cui di curve, non ce ne sono.
Poi, all'improvviso, qualcosa si ricompone.

Come una chiamata, come una fascinazione, quelle montagne tornano a vedersi nell'orizzonte di quella bambina che non è più una bambina, non è nemmeno un'adolescente, ma adulta -nonostante una casa, un compagno, un gatto e un mutuo- non si sente.
Sarà per quel compagno che la montagna non ha mai smesso di amarla, sarà che pure lui in montagna c'ha passato agosti dal sapore di agosto, sarà che c'è un'età in cui la si apprezza di più, il fascino, il rispetto, il silenzio che chiede, si è pronti a darlo.
E la si osserva, la si vive, la si guarda dalle finestre con le sue cime innevate, la montagna, e sembra più vicina. Quei tornanti più dolci, quelle camminate meno faticose, quella libertà, quella natura, più autentica.
Così, nel futuro di questa non-adulta, la montagna torna, richiederà scarpe più tecniche, un po' più di pazienza e di allenamento, ma le domeniche che verranno, domeniche che sono domeniche, in tutto e per tutto, la montagna avrà il suo posto.
Come fosse un cerchio, un eterno ritorno, un percorso che ritorna al suo inizio, per ricominciare.

4 commenti:

  1. Io e la montagna invece siamo proprio due cose separate, che proprio non vanno d'accordo.
    Ci sono stato pochissimo e di quelle poche volte non ho proprio dei gran bei ricordi...

    Bello, ma soprattutto singolare, comunque il mercoledì in montagna. :)

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    1. La mia vera e propria rivalutazione partirà in primavera, con le prime camminate e cime da conquistare, ma spero che l'amore proprio non cambi. Questione di latitudini, anche.

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  2. Le cosiddette tradizioni di famiglia, io in montagna son stato poche volte, ma ho sempre ricordi bellissimi, di slittini lanciati a tutta velocità ;)

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    1. Slittini no, chissà perchè nei miei ricordi di famiglia la neve non c'è mai. Ci sono solo un paio di uscite con gli scii, ma la velocità non fa per me e la paura è stata troppa. E continua tutt'oggi :)

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