17 giugno 2018

La Domenica Scrivo - Calcio (di una settimana da Ultras)

Non ero mai stata allo stadio.
Mai.
Almeno fino alla scorsa settimana, in cui all'improvviso ci sono stata non una, ma due volte.
Complici gli amici, tifosi da sempre, complici sfide importanti che vedevano quella che già non era più la "piccola" squadra di paese, combattere per entrare fra le grandi di serie A.
È andata che a questa sfida mi ci sono appassionata, più del dovuto, più di quanto pensavo.
Io, che mai ho seguito il calcio, che non so se ho una squadra del cuore (formalmente dovrebbe essere l'Inter ma mentirei nel dirlo, visto quanto poco seguo/mi interesso/amo/tifo), che sono cresciuta in una famiglia in cui al calcio si preferiva la Formula1, in cui si è tifato Vicenza nei suoi tempi d'oro e basta, io che per fortuna sto con un giovine che il calcio preferisce giocarlo con gli amici che non seguirlo alla TV e nei dibattiti, io mi sono ritrovata tifosa.



Ok, in realtà, un passato da tifosa ce l'ho, ho avuto un paio d'anni di strana venerazione verso il Real Madrid, con tanto di formazione imparata a memoria, lacrime versate per l'uscita dalla Champions contro la Juve, ma forse il tutto si spiega con una certa cotta molto adolescenziale verso il portiere Casillas. Poi, fortunatamente, sono rinsavita.
Sta di fatto che in un'estate che ci vede fuori dai mondiali e senza quelle partite che pure io vedevo -più per l'occasione grigliata-birre in compagnia- sono andata allo stadio, sono andata sugli spalti, ho applaudito, sofferto, gioito.
E mi sono pure un po' stupita, perché come prima volta allo stadio mi aspettavo un maxi-schermo per agevolare la mia ciecatezza, un commentatore a mantenere alta l'attenzione. E invece, niente, Cittadella-Bari -sfida diretta e per questo ancor più combattuta- l'ho seguita seguendo l'onda emotiva dei tifosi più scavati, accompagnata dai cori degli ultras, dal loro tamburo, mentre in campo si correva, ci si scontrava, si facevano più gol del previsto per i quali spontaneamente mi sono ritrovata in piedi ad applaudire. Urlare no, non mi si confà.


Un battesimo di fuoco, il mio, con una sfida di quelle avvincenti proprio perché partita secca valevole per proseguire lungo il percorso dei play-off. Con un 2-2 che per posizione in classifica mandava avanti il Cittadella, appena tre giorni dopo la mia prima volta, c'è stata la seconda, ancora allo stadio, ancora tra i tifosi e un po' più tifosa, ma questa volta più preparata. E anche un po' meno entusiasta, in realtà, perché contro il Frosinone c'era anche un ritorno, i toni erano quindi più calmi, più tranquilli, consapevoli che la sfida in trasferta sarebbe stata quella più dura.
O forse, già mi ero stancata un po' io, già pativo uno stadio pieno, sì, ma pure troppo caotico (siamo pur sempre in Veneto, e le bestemmie volano già di per sé per un nonnulla, figurarsi durante una partita di calcio!) e un filino ignorante/ipocrita visto come si fischiavano gli altri e non i "nostri/loro" per lo stesso errore o tattica. Ma si chiama fattore campo, mi dicono.
Il percorso da tifosa, comunque, l'ho voluto completare, e anche se speravo di andare avanti un altro po', sognando pure una trasferta veneziana e di rimandare alla prossima domenica questo resoconto, contro il Frosinone (al momento passato in A, anche se il Palermo ha chiesto il ricorso) non c'è stata storia.


L'ultima partita da tifosa, quindi, l'ho vista sullo schermo di una TV, in un bar pieno di tifosi che nel Lazio no, non son riusciti ad andare, ma incitavano, urlavano, e ovviamente bestemmiavano lo stesso contro quello schermo.
Qualche moto di speranza c'è stato, qualche simpatia per quei giocatori che finalmente -alla TV- riuscivo a vedere in faccia, pure, ma anche se nel finale un gol lo volevo, l'entusiasmo iniziale per questo mio esperimento era già scemato.
Forse non sono fatta per il calcio, forse l'avere vicino un giovine che pur spiegandomi con pazienza tattiche e tecniche di gioco conosce anche il marcio che inevitabilmente dietro c'è, mi rende più vaccinata, forse, semplicemente, una mia passione già ce l'ho e come gli ultras che si dannano l'anima per la loro squadra non capiscono me, che mi dànno per un film, o un regista, io non capisco loro e la loro fede cieca.
Mi si è dato comunque appuntamento per il prossimo anno, con la speranza di un esito diverso e di sfide importanti da giocare. Nel mentre, archivio e ringrazio per l'esperienza, che visto il disinteresse per un Mondiale a vuoto iniziato ma non sentito/seguito, fa anche da contentino per questo 2018.

10 commenti:

  1. Un bel battesimo allo stadio! Il Cittadella da anni è una splendida realtà della serie B, quest'anno ha lanciato un giocatore molto interessante (il difensore Varnier) che è destinato alla serie A. Ci sono anche due bravi ragazzotti scuola Milan, Vido e Lora (quest'ultimo in carriera bloccato da gravi infortuni). I playoff riservano emozioni, che sicuramente hanno arricchito la tua prima volta. Il Vicenza immagino sia quello degli anni '90, una bellissima squadra!

    Bene, peccato invece per i mondiali, che secondo me, anche senza Italia, sono piuttosto interessanti :D

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    1. Cavoli, sei più informato tu sul Cittadella di me, che in una settimana ovviamente mica ho imparato nomi e/o talenti ;)
      Sì, parlo di quel Vicenza, il bar dei miei era diventato anche uno dei locali dove i tifosi si riunivano e vedevano le partite, ma per il resto, poco calcio, pochi stadi da piccola.

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  2. Un bel battesimo certo, peccato che avrei preferito vincesse il Bari ;)

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    1. Ahah, consolati che con il Frosinone non è andata bene neanche per noi/loro!

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  3. Adesso mi ti immagino che segui pure tutte le partite del Mondiale, senza perderne una, ahahah ;)

    Non sapevo che il Cittadella rischiasse di finire in serie A...
    Peccato che alla fine non ce l'abbiate fatta. Sarà per il prossimo anno, magari ti ritoccherà fare dà ultras. :D

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    1. Questo Mondiale è iniziato senza che me ne accorgessi, mi rifarò finiti i gironi e sfoltite le squadre? Forse.

      Per il prossimo anno volevano convincermi a fare l'abbonamento, ma se dopo una settimana mi sono stancata, figurarsi dopo un mese!

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  4. Confesso che questa non me l'aspettavo! ;D
    Come dico spesso a chi (non) mi conosce, il cinema è una passione mentre il calcio è una malattia... altrimenti non si capisce il motivo per cui da anni, ogni maledetta domenica ;D, seguo sempre in casa e in trasferta (quando posso), con qualunque condizione climatica (e il calcio si gioca soprattutto d'inverno) la squadretta del mio paese, che nonostante sia più popoloso di Cittadella milita tre categorie più in basso. Da anni ormai svolgo, a titolo assolutamente volontario, il ruolo di segretario, accompagnatore, addetto stampa e... all'occorenza magazziniere e bigliettaio. Ma che ci posso fare? Ancora mi diverto! In tutti questi anni, grazie al calcio, ho viaggiato in largo e in lungo l'Italia, scoprendo luoghi bellissimi e per molti sconosciuti. E la bellezza di viaggiare insieme a tifosi e giocatori, condividendo un'emozione, è difficile da spiegare...
    Quindi brava Lisa, che del calcio hai assimilato la parte migliore, quella della condivisione e dello stare insieme.

    Ricordiamoci sempre una cosa: non bisogna mai confondere il calcio con il sistema-calcio (cioè con tutti gli interessi - troppi - che gli gravitano intorno). Perchè il calcio, quello vero, inteso come gioco, è davvero lo sport più bello del momdo!

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    1. Condivido Kris. Il calcio è lo sport più bello anche se il sistema calcio è profondamente malato. Anche io per anni ho fatto l'addetto stampa della squadra del mio paese, è stata una palestra bellissima per il mio lavoro. E ricordo certe partite con temperature sottozero, di giorno...Quindi la tua squadra è dell'Eccellenza o della Serie D?

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    2. La mia squadra è il Poggibonsi, Eccellenza toscana, ma con un passato neppure troppo remoto in LegaPro... qualche fallimento fa! :(

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    3. Mi sono sorpresa anch'io, ma era da un po' -visti gli amici tifosi- che volevo togliermi lo sfizio e andare allo stadio, ora vorrei solo andare in uno più grande e impegnativo. Ma aspetto, già ho saltato il resto del campionato proprio per il freddo e il maltempo che dici... purtroppo, comunque, la passione non ha attecchito, ma mi sono divertita e non lo dimenticherò facilmente.

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