8 giugno 2018

La Truffa dei Logan

Andiamo al Cinema

Ci sono più Steven Soderbergh con cui fare i conti.
C'è il Soderbergh impegnato, che parla di temi scottanti e eroi quotidiani, come Erin Brokovich, come Che Guevara, o come le strette relazioni tra Messico e Stati Uniti e la diffusione della droga in Traffic.
C'è il Soderbergh più serioso e lento, quello della serie The Knick, quello di Effetti Collaterali.
C'è il Soderbergh che sembra preso in affitto, nascosto in un certo anonimato che le biografie portano con sé, come in Dietro i candelabri.
C'è il Soderbegh sperimentatore di cui si parlerà domani, e infine c'è il Soderbergh più cialtrone, quello leggero e spensierato, che ha capito la formula giusta per intrattenere, che ne ha fatto un marchio di cui non ci si stanca.
È partito con il primo capitolo di Ocean's Eleven, è proseguito con il Twelve e il Thirteen, e ora che il suo franchise sta per essere convertito al femminile, lui si rifugia nella profonda America del sud.
Quella dei bifolchi, quella di famiglie che sopravvivono come si può, dei bar in cui si beve sempre, dei vestiti da campagnolo, dei grossi furgoni e delle grosse fiere.
Qui, abitano i Logan.



Una famiglia con una sua maledizione, sfortunata tra lotterie perse, bracci amputati, gambe claudicanti. Qui, tra un lavoro a rischio, una figlia da mantenere e un riscatto da prendersi, i Logan organizzano la truffa che potrebbe svoltare la loro vita.
O meglio, la organizza Jimmy, la mente, non che Clyde sia il braccio visto che solo uno ne ha a disposizione, ma da fratello minore, al grido di "Cavolfiore!" si unisce volentieri alla rapina perfetta al Charlotte Motor Speedway ai danni di una corsa automobilistica e dei divertimenti che l'immenso parco offre.
Il piano prevede il coinvolgimento di un'altra famiglia sui generis, i Bang, con il fratello bombarolo chiuso in carcere da far evadere e due fratelli non propriamente cime da usare sì come braccia. Di mezzo, infine, la spericolata Mellie, chiamata alla guida di auto sportive a dare una mano.
A condire il tutto, una madre che cresce la figlia con i complessi fisici, un concorso di bellezza a cui la figlia deve partecipare e a cui si prepara, un'infermiera carina che ha una cotta dai tempi del liceo per quel Jimmy che era una promessa del football.
Ovviamente, la rapina perfetta non esiste, il piano studiato nel dettaglio e sincronizzato non andrà come previsto, tra inghippi, riorganizzazioni e colpi di scena. Ma tutto andrà in quel modo veloce, strano, estremamente caratterizzato tipico di questo Soderbergh e dei film à la Ocean's.


Peccato però che ci sia uno strascico da digerire, che l'azione si porti avanti, mostrandoci anche le indagini dell'FBI riguardo al colpo messo a segno, e che questo spezzi il ritmo, allunghi il brodo. Forse solo per permettere a Hilary Swank di tornare su grande schermo? Forse solo per lasciare una porticina aperta per un possibile -quanto non auspicabile- sequel?
Sta di fatto che fino a questo finale, Channing Tatum aveva saputo essere più bravo del previsto, Adam Driver era uscito almeno un po' dal classico personaggio sconclusionato alla Adam Driver, mentre Daniel Craig e Katie Holmes si sono divertiti a cambiare pelle e stile.
Per il resto, Soderbegh gioca facile correndo veloce, mostrando quel che vuole, serrando il ritmo con il montaggio, ma come detto, trasferendosi nell'America più a sud ha dovuto fare i conti con quei ritmi più rilassati tipici del country, e con il bisogno non necessario di spiegare tutto.

Voto: ☕☕½/5



8 commenti:

  1. Evitato sottotitolato fino a ora, potrei recuperarlo in questi giorni fiacchi.
    Anche di Soderbergh, con molta più curiosità, vedrò senz'altro Unsane.

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    1. Io l'ho voluto vedere in originale proprio per i forti accenti da America del Sud, che fanno ovviamente la loro parte. Visione leggera leggera, e godibile, nulla di più.
      Di Unsane parlerò domani, tra tanta ansia e poca originalità, ma quanto è bella e brava Claire Foy!

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  2. L'ho visto per puro svago e mi sono anche divertito, per poi dimenticarmene dopo pochi minuti... un film di genere, di puro intrattenimento, che arriva dritto allo scopo. Senza molte altre pretese, ma (per me) va bene così: ogni tanto al cinema ci si deve anche rilassare ;)

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    1. Va bene anche per me così, anche se quel finale appiccicato lo avrei evitato e ha fatto scendere l'attenzione e l'entusiasmo già durante la visione.

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  3. Tutti i vari lati di Soderbergh in fin dei conti mi piacciono, anche se non sempre mi convincono in pieno.
    Qui mostra il suo lato più cazzaro e senza troppe pretese e tutto sommato il suo dovere il film lo fa, anche se senza purtroppo lasciare il segno. A me non ha lasciato nemmeno la voglia di scrivere una recensione, per dire. :)

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    1. Il giorno lo avevo in parte rimosso pure io, leggero leggero, quasi troppo. Ma vista la stagione, va benissimo così.

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  4. E' una bella supercazzola, mi sono divertita e Daniel Craig fuori Bond è uno spasso!

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    1. La sensazione è che tutti si stessero divertendo un mondo ad uscire dai soliti personaggi, ad organizzare la truffa, Craig in particolare!

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