14 ottobre 2018

La Domenica Scrivo - Perdere Tempo

Quando l'ispirazione non arriva, mi perdo.
Prendo il largo, cerco cose, me ne vengono in mente altre, mi collego, faccio collegamenti, e finisco in posti che mai avrei pensato di visitare.
Funziona così.
Perdo tempo su internet.
E mi odio per questo, quando vedo che è passata mezzora, che il mio programma di iniziare un film, un episodio, la pagina di un libro ha subito questo brusco ritardo, mi arrabbio. E questo porta l'ispirazione a non arrivare proprio, porta ad altri giri da fare, per trovarla.
Succede spesso, facciamo pure ogni giorno. Facciamo pure che appena apro il computer per fare una semplice cosa, finisco per farne altre 10, non particolarmente richieste.
Ma, notizia delle notizie: non è un male.



Kenneth Goldsmith nel suo saggio Perdere tempo su internet (2017, Einaudi) -che no, non ho letto, ma a cui sono capitata perdendo proprio tempo su internet- dice di no. Nella sua sinossi dice che è un bene, che è un modo per ricevere, scovare, immagazzinare informazioni, per acculturarsi, pure, e agire. Già, anche se non si sta agendo per quel che ci si riproponeva, lo si fa lo stesso.
E penso: quanti film ho trovato, ho appuntato e poi amato partendo dalla pagina wikipedia del film che dovevo recensire, passando al regista, al fidanzato di quell'attrice, al nome in fondo al cast, arrivando lì, ad un titolo mai sentito ma che stuzzica?
Happythankyoumoreplease  (chiedendomi cos'altro aveva fatto Josh Radnor oltre How I met your mother) e Cheerful Weather for the wedding (spulciando nella filmografia di Felicity Jones) per dire, sono finiti nelle mie liste proprio così.


E quante piccole e grandi informazioni non richieste mi sono andata leggere e mio malgrado a memorizzare perdendo tempo su internet?
Ricordo ancora l'ora passata a scovare di tutto sul caso Mostro di Firenze qualche tempo fa, mentre il giovine mi aspettava per varie commissioni, e a me era saltata questa pulce all'orecchio, su un fatto di cronaca di cui avevo sempre sentito parlare, ritornato in auge in quel calderone che è FB dove scomodavano pure Zodiac. E mi sono persa, acculturandomi e facendomi le mie teorie, sui numerosi doppi omicidi lunghi 17 anni, aspettando ancora una serie TV come si deve che ne ricostruisca i fatti.
Così, sono passata alle serie crime, ad appuntarmi altri grandi e piccoli casi di killer e serial killer, in previsione dell'ormai prossima Crime Week qui sul blog.
Visto, che non tutto vien per nuocere?


Certo, il tempo sul web lo si può perdere anche in malo modo, si possono passare ore a commentare stupidamente notizie politiche, come se il proprio commento acido fosse richiesto, come se valesse davvero la pena perdere ore preziose del proprio tempo davanti ad uno schermo sputando veleno.
O si possono appuntare liste infinite di libri da leggere.
Uno degli ultimi (Vita e opinioni di Tristram Shandy, gentiluomo) l'ho inserito passando dal profilo Instagram di Stefano Accorsi, scoprendo con chi è sposato -Bianca Vitali-, di chi è figlia lei -Aldo Vitali, il direttore di TV Sorrisi & Canzoni- che si dichiara fan sfegatato dell'autore Laurence Sterne, consigliando quindi il suo strano, sperimentale romanzo. Capito come anche un momento di gossip può trasformarsi in cultura?
Basta saper scegliere, basta saper guardare davvero, e avere sete di informazioni.
Poi, sì, su Instagram ci si può anche far venire la depressione a guardare la vita felice e solare degli altri, con i loro filtri, o si possono prendere spunti a non finire per la propria casa, io per dire ho scelto colore delle pareti, pomelli e disposizione dei quadri, così, fra i profili giusti.
Alla fine, quindi, anche se non l'ho letto, anche se tempo potrei averne di più per leggerlo se non mi perdessi così tanto su internet, do ragione a Kenneth Goldsmith sulla fiducia.
Anche perché sono dell'idea che il tempo non è mai perso davvero, è vissuto appieno o semplicemente passa, in attesa di meglio, di qualcosa da ricordare, da leggere, vedere, sperimentare, più avanti.

6 commenti:

  1. No, secondo me il tempo non si perde mai davvero. Alla fine, in un modo o nell'altro, tutto serve, tutto fa esperienza, tutto torna utile. O così mi giustifico, quando la voglia di oziare mi tenta un po' o ho la testa persa tra le nuvole. :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi giustifico allo stesso modo, e questo post serve a giustificarmi ancora di più ;) certo, un po' più di disciplina non mi farebbe male!

      Elimina
  2. Perdere tempo su Internet ormai dovrebbe essere considerata una professione.
    Ci farebbe diventare tutti ricchi. :)

    RispondiElimina
  3. In effetti anch'io se mi ci metto non finisco più ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Perditempo di professione, o semplici affamati di informazioni, notizie, collegamenti :)

      Elimina