27 marzo 2019

The Dirt: Mötley Crüe

Andiamo al Cinema su Netflix

Dopo la storia dei Queen, quella dei Mötley Crüe.
Il paragone nasce spontaneo visto il successo sorprendente e inarrestabile di Bohemian Rhapsody (sale ancora piene dalle mie parti) e vista la decisione dei produttori di darsi ad altri biopic rock.
A battere sul tempo la concorrenza Netlix, che rilascia la storia di un band magari meno popolare, con un repertorio non certo universale, ma dalla storia decisamente rock.
Tanta, tanta droga.
Tante, tante donne.
In mezzo, tournée esplosive, amicizie speciali, dipendenze a non finire.
Ma non si prendono troppo sul serio i Mötley Crüe, diventando narratori per primi delle loro gesta, mettendo parecchio da parte la musica a favore di retroscena piccanti e drammatici della loro carriera, a partire dagli esordi e da come Nikki Sixx e Tommy Lee si sono incontrati e piaciuti, trovando lungo la loro strada "l'anziano" Mick Mars e ingaggiando infine il biondo e bello Vince Neil, scelto fondamentalmente perché biondo e bello e con un'ottima presenza sul palco.



Nascono così i Mötley Crüe che capiscono su cosa puntare: sui live, sugli eccessi, su performance che fanno il botto e conquistano da subito la Sunset Strip di Los Angeles.
Si raccontano quindi più aneddoti che storie, dalle formiche di Ozzy Osbourne alle groupie assatanate, dagli incidenti mortali che minano la fiducia, fino alla rottura per una dipendenza eccessiva e un'altra morte improvvisa.
Insomma, qui di musica, di emozioni, si parla davvero poco.
Ci si diverte però, a seguire questi quattro scalmanati che non sanno perdere né peli né vizi, e la regia di Jeff Tremaine -creatore e poi regista di Jackass e dei suoi vari film- ci va a nozze.


C'è da ammettere che lo spessore manca, l'equilibrio della sceneggiatura è messo in dubbio da una seconda parte molto più pesante e meno frizzante in cui anche l'espediente dei narratori multipli viene messo da parte sposando la tradizione.
E c'è da dire che anche il casting gioca il suo ruolo.
Se infatti con Bohemian Rhapsody si è riusciti ad amalgamare somiglianze e moda in modo più accettabile, qui l'effetto "Tale e quale" si fa più sentire, fra parrucche imbarazzanti, eyeliner eccessivi e pure un Iwan Rheon che chissà come è stato scelto per interpretare l'anziano del gruppo. La bellezza di Douglas Booth cozza poi con il resto, meglio invece Machine Gun Kelly e Daniel Webber, a conti fatti quelli con una marcia in più data anche dai loro personaggi.
Se a vedere i Queen sono andati vecchi fan e nuove generazioni ora adoranti, qui lo spettatore è più selezionato, e se il giovine godeva di successi a me sconosciuti, c'è da confessare anche che di brividi, di canzoni da ricordare e riascoltare non ne ho trovate.
Limiti da fan a parte, come per altre produzioni Netflix, si gode dello spettacolo e nulla più.

Voto: ☕☕/5


9 commenti:

  1. Non conosco la band, lo ammetto, ma lo spirito alla anti-Bohemian alletta il giusto. Anche se, a giudicare dal trailer, mi aspetto faville giusto da Elton John.

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    1. La band la conoscevo pochissimo anch'io, diciamo che il bello -o il brutto?- è che la musica qui conta poco. Contano i loro eccessi.
      Da Elton John, vista la presenza di Madden, mi aspetto più faville anch'io ;)

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  2. Ho il post in rampa di lancio dalla mie parti, ma direi che siamo sulla stessa lunghezza d’onda. Il film non è certo raffinatissimo nella regia, ma ci sta visto che nemmeno i suoi protagonisti sono proprio dei gentlemen inglesi. La sensazione è che davanti ai tanti e folli aneddoti del libro da cui è tratto, abbiamo voluto stiparne dentro quanti più possibili, sacrificando purtroppo l’elemento più importante, ovvero la musica. In ogni caso dici bene, ne vedremo tantissimi di film così, il prossimo sarà “Rocketman” se non ho fatto male i conti. Cheers!

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    1. Non vedo l'ora di leggerne da te allora, io che non conoscevo la loro musica continuo a rimanere ignorante a riguardo, ma potrò snocciolare tutti i loro aneddoti d'ora in poi ;)

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  3. Prima dovrei sapere chi sono, e poi forse potrei vedere il film in futuro ;)

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    1. Nome e Tommy Lee a parte non li conoscevo nemmeno io, ma visto che la musica è marginale e loro non si risparmiano nel presentarsi, puoi goderne e divertiti anche così ;)

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  4. Io mi sono divertito parecchio. :)
    Certo, la bella musica e lo spessore abitano da un'altra parte ma, per un gruppo non proprio imprescindibile come i Mötley Crüe, credo che questo sia il ritratto ideale.

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    1. Diciamo che un po' più di musica non avrebbe guastato, in ogni caso sì, il divertimento è assicurato.

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  5. Io mi sono divertito come un matto: un film che riprende molto fedelmente alcuni episodi della vita del gruppo e che ha lo spirito tamarro di quegli anni e di quelle band! :)

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