8 aprile 2020

Paris, Je t'aime

Chiusi in casa da più di un mese?
Viaggiare sembra un sogno ormai irrealizzabile?
Ci pensano i film, allora, a portarci a scoprire capitali in giro per il mondo e a farcene innamorare.
O almeno, ci provano.
Un progetto ambizioso, di fare quei film ad episodi che andavano un tempo, richiamando grandi registi, grandi attori, per raccontare quartiere per quartiere una città.


Tutto è partito nel 2006 con Parigi, riuscendo a convincere gente come i Coen, Wes Craven, Cuaròn, Alexander Payne e Gus Van Sant assieme a Natalie Portman, Juliette Binoche, Nick Nolte, Maggie Gyllenhaal e tanti altri.
Il risultato?
Diciotto episodi da 5 minuti l'uno, diligentemente divisi e presentati, in cui ovviamente non sempre tutto funziona ma che ci provano: a raccontare di passioni, sentimenti e matrimoni.
Le prossime tappe saranno New York, Rio de Janeiro e Berlino.
Ma partiamo dalla città dall'amore per antonomasia e per rendere più divertente questo viaggio per il mondo, cosa c'è di meglio che non farne una classifica?
Mais oui, et alors... allons-y!

18. Montmartre - Bruno Podalydes



Partiamo dall'inizio, partiamo dal fondo della classifica.
Partiamo da un uomo arrabbiato perché incapace di trovare un parcheggio, per il traffico che c'è a Parigi, perché solo. 
Lui, solo lui. 
Il riscatto arriva quando una donna cade letteralmente ai suoi piedi: svenuta. 
La aiuta, la fa stendere nella sua macchina, la conquista.
Forse.
Resta tutto in sospeso, infatti, e senza una logica. 
Un racconto così breve e così esiguo che ha la pecca pure di aprire il film, non facendo sintonizzare il pubblico alla giusta frequenza.
17. Porte de Choisy - Christopher Doyle


Siamo nel quartiere asiatico. 
Lo esploriamo con un timido commerciante di prodotti per parrucchieri che deve scalfire una manager spietata.
Volano cliché (tra calci volanti e kung-fu) che finiscono in un musical. 
In una parola: nonsense.
16. Le Marais - Gus van Sant


Il primo nome importante, dal quale chiaramente mi aspettavo di più.
Invece, dentro una copisteria d'artisti, si incrociano i destini di due giovani, attratti l'uno dall'altro, ma divisi dalla lingua (e dal silenzio inspiegabile nel non dirlo).
Purtroppo, niente di che, anche perché un giovane Gaspard Ulliel infastidisce con i suoi capelli a nasconderlo, Elias McConnell (portato in trasferta dopo Elephant) non è certo un portento della recitazione. 
Così quella corsa finale appare imbarazzata più che liberatoria.
15. Quais de Seine - Gurinder Chadha


Il lungo Senna come pista per commentare e fischiare alle donne.
Per fortuna, non tutti i ragazzi sono così, e sanno pure andare oltre le apparenze, intravedendo la bellezza sotto il velo.
L'amore che è inclusione poteva però essere trattato meglio: 
5 minuti non bastano per lasciare il segno 
(ed essendo il secondo cortometraggio del progetto, 
fatica a far cambiare il mood dato dall'ultima posizione).
14. Parc Monceau - Alfonso Cuaròn


Questa volta è l'amico di Iñárritu a confrontarsi con il piano sequenza.
Una lunga camminata tra un padre e una figlia, a commentare un misterioso "uomo".
La macchina da presa se ne sta però davvero troppo distante per renderci partecipi della discussione, e il vocione di Nick Nolte infastidisce alquanto.
13. Place de Victoires - Nobuhiro Suwa


Il dolore più difficile da rappresentare: la perdita di un figlio.
Juliette Binoche non riesce ad uscirne, lo piange, lo aspetta.
Infine lo sogna, cowboy come avrebbe sempre voluto, e trova pace.
Anche in questo caso, storia troppo intensa e minutaggio troppo breve per poter lasciare il segno.
12. Quartier des Enfants Rouge - Olivier Assayas


Maggie Gyllenhaal è un'attrice in trasferta e s'invaghisce del suo spacciatore.
Tutto qua, nonostante del metacinema presenta, la bellezza naturale della sottovalutata Maggie.
La firma di Assayas non si sente.
11. Quartier Latin - Fredéric Aubutin, Gérard Depardieu


Finalmente le cose iniziano ad ingranare, gli episodi a farsi positivi.
Basta poco.
Basta un tavolo in un bar, due quasi ex a discutere dei nuovi compagni, prendendosi in giro, ripensando al loro passato. 
Infine, andando ognuno per la sua strada.
Quando c'è l'alchimia, c'è un buon copione, sì: basta poco.
10. Pigalle - Richard LaGravenese


Un'altra coppia agée che cerca di riaccendere il desiderio.
Lo fa provando l'abbordaggio in un locale notturno, finendo per andare fuori copione, ancora una volta fuori strada.
Ma se la scintilla è ancora viva, se ne può ridere e tornare nel giusto tracciato.
Bob Hope e Fanny Ardant fanno il resto.
9. Bastille - Isabel Coixet


Non c'è due senza tre, e quindi ecco un'altra storia di un matrimonio che sembra finito.
Lui (Sergio Castellitto) è deciso: lo dirà che non la ama più, che ha un'altra. 
Ma non fa i conti con l'annuncio di una malattia terminale.
Se ne starà zitto, e proprio prendendosi cura di lei, riscoprirà quell'amore che sembrava perduto.
Raccontato tutto in voice over, come piace a me.
8. Place des Fetes - Olivier Schmidt


La Parigi multietnica non è così rappresentata in questo insieme.
Ci pensa un solo corto a dare volto a chi sembra non avere voce.
Un ferito come tanti, un uomo come tanti che vive per strada.
Ma che ha una sua storia, capace di far versare lacrime sincere a chi l'ha sfiorata.
7. Quartiere de la Madeleine - Vincenzo Natali


Un horror gotico, con gli effetti speciali degni di Sin City e che da Sin City 
si porta dietro Elijah Wood.
Ragazzo sbagliato nel posto sbagliato, che verrà salvato due volte dalla vampira Olga Kurylenko.
Una ventata di originalità.
6. Père-Lachaise - Wes Craven


Solo a Parigi i cimiteri diventano un'attrazione turistica.
E in questo caso anche il teatro di un bisticcio d'amore fra una Emily Mortimer che chiede di più (più risate, più poesia) a Rufus Sewell.
Verrà in suo soccorso nientemeno che Oscar Wilde.
Il corto che non ti aspetti da uno come Craven.
5. Tuileries - Joel e Ethan Coen


Bastano pochi fotogrammi (vedi foto), e la regia che fa la differenza la riconosci subito.
Steve Buscemi, tipico turista medio appena uscito dal Louvre, non ha bisogno di parole basta il suo sguardo, attonito, sognante, spaventato mentre la sua guida tascabile lo avverte di ogni pericolo.
Girato interamente nella fermata metro, che in caso di pioggia i fratelli non avevano spazio per altri giorni di riprese.
4. Loin du 16ème - Walter Salles e Daniela Thomas


Unico spezzone fuori dal centro di Parigi, unico spezzone che mostra le banlieu e si fa denuncia.
Perché succede da sempre che una madre deve rinunciare a crescere i suoi figli, crescendo allo stesso tempo quelli di chi l'ha assunta come baby-sitter/donna delle pulizie. 
Gesti che si fanno universali, e poesia in azione.
3. Tour Eiffel - Sylvain Chomet


I mimi mi hanno sempre fatto paura.
Ma qui il protagonista sa essere così bizzarro, così a suo modo romantico, che conquista con facilità.
Un ottimo modo per l'animatore Chomet di ripiegare su attori in carne ed ossa.
2. 14e Arrondissement - Alexander Payne


"L'attrice caratterista" Margo Martindale è perfetta nel ruolo della turista americana tipo, che decide di percorrere a piedi Parigi, di sfruttare una vacanza tanto attesa che la fa ripensare a tutta la sua vita.
E commuove, con semplicità, nel momento esatto in cui capisce di essersi innamorata della capitale francese.
Anche in questo caso, basta davvero poco: una voce fuori campo, le giuste parole.
1. Faubourg Saint-Denis - Tom Tykwer


In pochi minuti far battere il cuore, raccontare un storia d'amore in cui Parigi è protagonista.
L'amore quasi impossibile e nato davvero per caso fra un ragazzo cieco e un'aspirante attrice.
I primi momenti pieni di passione, l'abitudine che fa perdere le speranze.
Tutto raccontato da lui, con un monologo bellissimo.
Usato come cortometraggio pilota per attirare finanziamenti e registi, ha fatto pienamente centro.
Merito, anche, di Natalie Portman.
QUI per vederlo

10 commenti:

  1. Se non ci fossi bisognerebbe inventarti! Ho sempre sentito parlare di "Paris, Je t'aime" senza averlo mai visto per intero, penso di aver visto solo il corto dei fratelli Coen, ma visto che ho una rubrica su Wes Craven in corso mi hai ricordato un'informazione preziosissima. Ti devo una birra, o un caffè, insomma quello che preferisci ;-) Cheers!

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    1. Ahah, grazie, e vada per la birra che nonostante la caffetteria non bevo caffè :)
      Il corto di Wes Craven non è molto alla Wes Caven, come vedrai, e alcuni di questi corti non sono un granché... ma il progetto, anche nel suo futuro, stuzzicava troppo!

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  2. Non sapevo di questa cosa, diciamo che c'è interesse, peccato non siano in italiano ;)

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    1. Mi ha stupito trovarli già tutti su youtube, per le prossime tappe sarà più difficile. Il progetto nel suo intero lo volevo vedere da tanto!

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  3. Visto un po' di tempo fa, poco prima di tornare a Parigi per la quarta volta, discontinuo ma nel suo complesso godibile, non ricordavo ci fossero progetti anche per altre città, New York, Rio de Janeiro e Berlino sono stati poi realizzati?

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    1. Si, ne sto parlando/ne parlerò nei prossimi giorni, Berlino è uscito giusto lo scorso anno.
      Anche se alla fine questo di Parigi resta il più bella, sia per i nomi coinvolti che per le storie raccontate.

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  4. Li ho sempre sentiti nominare, ma mai visti! E con queste grandi firme è imperdonabile!

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    1. La quarantena mi è servita per rimediare! Va detto che non tutto si salva, ma prendendoli per episodi c'è qualcosa di davvero bello.

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  5. Bella l'idea dei viaggi cittadini "virtuali".
    I film a episodi però proprio non mi piacciono...
    ma l'episodio con Natalie Portman potrei anche vedermelo. :)

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    1. Questo parigino funziona perché non mescola i corti come le altre città, e la visione si può fare tranquillamente anche solo per quelli interessanti. Inutile dire che quello con la Portman lo è.

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