In breve: Dimentichiamo pure la prima stagione ambientata in Paradiso con un Dio fannullone pronto a distruggere il nostro mondo, questa volta siamo nel Medioevo e i lavoratori miracolosi sono due: da una parte un principe debole e sfortunato, mai all'altezza del sanguinolento padre; dall'altra una donzella che sogna Parigi e l'Università e si ritrova invece a spurgare le case dei paesani assieme al padre, degna tradizione della famiglia Shitshovel.
Ci sono poi la migliore amica Maggie che ripiega in Convento, un fratello non così sveglio, un consigliere del re che ci vede lungo, da sempre.
Sono tempi oscuri, e bisogna arrangiarsi per sopravvivere.
Chi c'è: c'è lo stesso cast presente nella prima stagione a partire dagli irresistibili Daniel Radcliffe e Steve Buscemi, passando per Geraldine Viswanathan e Karan Soni. Ma c'è soprattutto la penna di Simon Rich dietro, sì, quello della meravigliosa Man Seeking Woman
Si ride? Sì, le situazioni sono davvero assurde e l'ironia la fa da padrone, tra decapitazioni pubbliche, ambasciate di pace e barbari che invadono il territorio e le immancabili canzoncine esilaranti.
Funziona? Sì, anche se un pizzico di genialità in più era lecito aspettarselo visto che la scintilla d'amore la si prospetta fin dal primo episodio. Manca poi qua e là di un vero equilibrio, ma come comedy dalle risate facili funziona.
Voto: ☕☕½/5
Feel Good
In breve: Mae è un'aspirante comica arrivata a Londra dal Canada e cercando fortuna negli open-mic dei bar. Qui conosce George (al femminile), che con una donna non era mai stata e in fretta si innamorano, vanno a vivere insieme, dimenticando parti fondamentali di una relazione: Mae non confessa di avere un passato di tossicodipendenza e il rischio caduta è sempre alto, George non se la sente di fare coming out, lasciando fuori dalla sua vita privata amici e famiglia.
Chi c'è: c'è Mae Martin, comica nella vita reale, c'è la sconosciuta Charlotte Ritchie, e Lisa Kudrow come unico volto noto, madre che dal Canada riesce ancora a mettere in soggezione Mae.
Si ride? Diciamo che si sorride, un po' innamorati di questo amore dalla giusta chimica, un po' grati per la bellezza di scene/case/spazi. Si ride un po' di più agli incontri dei narcotici anonimi vista l'eterogeneità dei partecipanti.
Funziona? Onestamente, non per me. Che Mae sul palco una risata non me la strappa mai, che certe dinamiche, certe scelte, le trovo un po' troppo arraffate e frettolose (i genitori che dal Canada arrivano in Inghilterra, per dire) con il gusto più di raccontare situazioni che una storia vera e propria.
Breve com'è, mi aspettavo qualcosa di più.
Voto: ☕☕/5
Catastrophe - Stagione 4
In breve: arrivata in sordina, senza troppo clamore e con un ritardo di due anni dal finale della terza, questa stagione mette fine alle avventure di Sharon e Rob, uniti da una gravidanza frutto della passione di una notte. Li avevamo lasciati con il fantasma dell'alcolismo a ripresentarsi alla loro porta, e ora si raccontano le conseguenze: Rob impegnato negli alcolisti anonimi e nei lavori socialmente utili, Sharon incapace di essere davvero d'aiuto. Spazio ovviamente anche all'ingombrante famiglia di entrambi, fra compleanni da organizzare, sorelle da ospitare, funerali a cui assistere.
Chi c'è: sempre loro, Rob Delaney e Sharon Horgan, che pure scrivono e producono. Non c'è più invece Carrie Fisher, che interpretava la madre di Rob e che qui viene salutata con un funerale in un ultimo episodio particolarmente toccante.
Si ride? Sì, perché saranno pure delle brutte persone Rob e Sharon, ma sono così vere e senza peli sulla lingua. Insomma, la versione inglese e più avanti con l'età di Jimmy e Gretchen di You're the worst, basta per convincervi?
Funziona? Sì, anche se l'urgenza di un finale non sembra farsi sentire e gli episodi si fanno quasi riempitivi. Ma arrivati in fondo, la soddisfazione c'è.
Voto: ☕☕½/5
This is Us - Stagione 4
Visto che non solo di risate si può vivere, si parla in breve anche della serie da kleenex per antonomasia.
E chi lo avrebbe mai detto che dopo una terza stagione senza troppi guizzi, senza troppe lacrime, This is Us si riprendesse così?
Fortunatamente succede, e il piano di arrivare a una sesta stagione ha così più senso e lo si gradisce.
Ci sono sprazzi sul futuro che aspetta i Pearson, con flashfoward accattivanti che fanno sorgere domande che restano in sospeso: chi sarà la fidanzata di Kevin? Cosa succederà a Kate e Toby?
Si parte già con dei misteri, con degli sconosciuti: un'altra veterana da aiutare per Kevin (la prezzemolina Jennifer Morrison), un nuovo amore per Deja, un misterioso musicista cieco.
Il tema verrà ripreso nel finale, creando una narrazione a puzzle notevole.
La prima parte comunque, scorre andando a sondare l'inizio difficile della relazione tra Rebecca e Jack, le loro difficoltà con i figli adolescenti e si conosce il vecchio amore di Kate.
Tutto si conclude nel Giorno del Ringraziamento, lanciando non una, ma due bombe del tutto inattese.
La seconda parte migliora a vista d'occhio e si concentra invece su Rebecca stessa, andando finalmente a mettere in luce tutti i suoi pregi, i suoi punti di forza dopo episodi a tessere le lodi di Jack.
Si parte qui con un trittico di episodi (A Hell of a Week) in cui Kevin svetta nuovamente. Lui, l'eterno single, l'eterno depresso, sembra decisamente la copia umana e sexy di Bojack Horseman, alla ricerca dell'amore e del ruolo giusto. La parte due di quella settimana infernale è talmente bella da riuscire a rendere ancora più perfetto Will Hunting e il suo finale, facendo di Shyamalan(lala) un preveggente a cui forse dare ascolto.
Dopo questo trittico, arriva una riunione nella baita di montagna dove un tesoro sepolto farà sgorgare altre, numerosissime lacrime.
Non ce ne saranno lì dove le aspettavo, però, in un episodio What If che non convince del tutto, visto com'è ormai compromesso il personaggio di Randall, ma capita di versarle per una semplice figurina da collezione, siete avvertiti.
Poi si va nella casa di Joni Mitchell, al MET di New York, si va ad appuntamenti da sogno con John Legend, si festeggia un anno di Jack e tutto è così meraviglioso che ci si chiede come si sia riusciti a tornare nella giusta carreggiata, riportare vecchi volti e nuovi ruoli tutti da scoprire.
In tutto questo, brillano come non mai le stelle di Mandy Moore e Justin Hartley.
Chiedo scusa se la mia fede aveva tentennato, in This Is Us, nella sua capacità di parlarmi, di chiarire emozioni e momenti, non dubiterò più.
Almeno spero.
Voto: ☕☕☕☕/5
Miracle Workers 2 inizia alla grande, poi la genialità diminuisce un po', effettivamente. Però come comedy ci sta. :)
RispondiEliminaFeel Good un po' mi ispirava, ma a quanto dici non sembra fenomenale, quindi resterà in lista d'attesa...
Catastrophe oramai sono troppo indietro. Anzi, sono fermo alla prima puntata. :D
This Is Us con la seconda parte della quarta stagione è tornato a far quello che sapeva fare: far piangere. Bene così, anche grazie a BoKevin Horseman.
Catastrophe ero convinta di averla finita, fortuna che Mr. Ink qui sotto mi ha avvertito di quest'ultima stagione... non fenomenale come You're the worst, ma Rob e Sharon si fanno volere bene.
EliminaFeel Good è breve e leggero, fila tutto anche troppo liscio però per lasciare davvero il segno.
Tocca recuperae This is us allora. Sono fermo all'ottavo episodio da mesi!
RispondiEliminaRispondo già sapendo che hai ascoltato il consiglio, e che ha funzionato. Fazzoletti sempre a portata, mi raccomando ;)
EliminaMi mancano le ultime tre puntate di This is Us, ma siccome lo seguo con mia mamma e siamo quarantenate in case diverse, chissà quando ce la farò!!
RispondiEliminaPotreste vederle in sincrono al telefono, io stavo pensando di fare così con qualche film (o con la modalità Netflix-Party se capisco come funziona). In ogni caso, viste le lacrime previste, posticiparle non fa male ;)
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