12 aprile 2020

Pasqua con... Bruce, Taylor e Gaga [Tre speciali Netflix da vedere]

Tutti in coro: "Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi!".
E con chi passarla se la quarantena impone di non uscire di casa?
Le mie proposte sono tre, sono tutte su Netflix, tutte musicali, e sono tutte (o quasi) da non perdere:

Sprigsteen in Broadway

Non sono una vera e propria fan di Bruce.
Conosco poche canzoni, le più famose (quindi, in realtà, parecchie), ma l'ho sempre ammirato.
Trovandolo autentico, solido, una certezza.
Ruvido come solo certi americani sanno essere, bello a modo suo, come quelle canzoni capaci di esaltare o commuovere.
L'ho riscoperto da poco, qualche anno, dopo un'intervista molto bella, cogliendo le sue canzoni in film che mi piacevano, trovandone pure una del cuore assieme al giovine e infine entusiasmandomi come Javed per i suoi testi.
Ci siamo promessi, prima o poi, di farla la pazzia di andare ad un suo concerto.
In mancanza di fondi e possibilità, c'ha pensato Netflix.
Producendo uno speciale del suo spettacolo a Broadway, dove doveva rimanere in cartellone poco più di un mese, ma vista la richiesta di biglietti le serate in totale sono state 236.
Lo speciale è nel catalogo da un po', ma come per i concerti di Bruce la pecca è di durare un tantino tanto: 153 minuti, e quindi solo ora, solo in una quarantena che il tempo lo dilata, ci siamo messi comodi, ad ascoltarlo.



Lo spettacolo è qualcosa di meraviglioso.
Presente la tanto amata parola storyteller?
Bruce è uno storyteller nato.
Il suo storytelling mette i brividi.
Racconta di sé, estrapola capitoli dalla sua autobiografia, racconta di quel New Jersey dove è nato e cresciuto, da dove è scappato e dove alla fine è tornato.
Racconta di genitori della working class heroes, di quartieri, di infanzia e di adolescenza, racconta dei viaggi per cercare di sfondare, dell'amore che alla fine ha incontrato.
Racconta soprattutto di chi non c'è più.
Di alberi che l'hanno cullato, di ragazzi chiamati ad un guerra inutile, di un uomo dal cuore grande com'era Clarence Clemons, ma soprattutto di un padre.
Il suo eroe, il suo punto di riferimento, il suo alter ego.
Quello per cui ha sempre cantato, quello che sui testi interpretava.
E si piange.
Oh se si piange!
Ma si ride, anche, perché da cantastorie, da paroliere eccelso, Bruce sa come stemperare i toni, come strappare una risata al pubblico in teatro commosso, come continuare ad emozionare.
Poco conta allora se delle canzoni cantate e che danno un senso -aumentano il senso dei vari capitoli- ne conoscevo pochissime.
C'è la nostra, quella su cui ballare, c'è tutto il resto: per cui continuare a ringraziarlo.
Fatevi un piacere, guardatelo.

Miss Americana

Da Bruce a Taylor.
Un passo gigante, sembra.
Anche se alla fine la polvere del country li accomuna, la dedizione al lavoro, l'autoreferenza dei testi pure.
Taylor Swift l'ho però conosciuta grazie a Kanye West.
Sì, proprio come si esalta di aver fatto nella controversa canzone Famous.
Solo dopo il fattaccio ai VMA del 2009 ho dato un volto a questa ragazza cresciuta in Pennsylvania ma innamorata di Nashville e della sua musica, ritrovandomela così nelle pagine del gossip per i tanti chiacchierati amori, improvvisamente alla radio con una svolta pop e infine eroina delle femministe di oggi per le sue prese di posizione.
L'idea era approfondirla.
Conoscerla finalmente.


E capire un po' di più il mondo dell'industria americana, che male non fa.
Miss Americana uscito un paio di mesi fa su Netflix racconta tutto questo: il lungo percorso che ha portato Taylor ad essere una quasi trentenne e quindi più adulta, la lavorazione del suo ultimo album (Lover) e la nuova presa di coscienza ora che -mai come ora- schierarsi e opporsi può fare la differenza.
In politica, con un tweet che segna la (sua) storia.
Nel sociale, con una denuncia per molestia.
In questo breve documentario qualche pezzo costruito c'è (la cena con l'amica a parlare di eventuali figli), qualche promozione è ovvia (ai nuovi pezzi, ai video in realizzazione) ma alla fine ne esce il ritratto di una ragazza che voleva il successo, l'ha avuto, e ha dovuto pure pagarne le conseguenze, riuscendo a ritrovare l'equilibrio.
Se prima non la conoscevo, non ne avevo chissà quale opinione soprattutto musicalmente, ora, Taylor la rispetto.

Gaga - Five Feet Two

Stessa operazione (ma qualche anno addietro) risultato un tantino diverso.
Era il 2017, Lady Gaga stava uscendo con il suo album più autobiografico e diverso (Joanne), era appena stata scritturata da Bradley Cooper per A star is born.
L'idea quindi di un documentario che raccontasse la nascita dell'album, la raffinazione di questo in studio con Mark Ronson, lo stress della promozione, della vita vera, fino al grande evento che ne celebra la carriera: il Super Bowl del 2017.


Le telecamere la seguono, di casa in casa, di appuntamento in appuntamento: una tipa davvero strana, una squadra di lavoro altamente funzionale, una routine difficile da spiegare.
Purtroppo, però, manca una storia.
Manca il percorso, una narrazione a fare di questo spaccato di vita qualcosa di più di un semplice spaccato di vita, di un dietro le quinte  in cui confessare paure, dolori, antipatie.
La sensazione (come ultimamente è sempre più forte nei confronti della Germanotta) è che il velo della finzione ci sia sempre.
Nonostante l'originalità, manca dell'autenticità.
Un super spottone per Joanne, insomma, che faceva ben sperare per la sua carriera musicale.
Anche se ora sembra di essere tornati indietro con l'era Chromatica.

7 commenti:

  1. Pasqua alternativa sì, ma qui si esagera, anche se sono tre speciali decisamente interessanti, soprattutto il primo ;)

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    1. Sono un'ottima compagnia, garantito, che sia Pasqua o una serata qualunque ;)

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  2. Bruce anche no, grazie. Lo lascio a Mr. James Ford. :)

    Decisamente più nelle mie corde Lady Gaga, anche se questo docu ormai mi è sfuggito da troppo, e Taylor Swift. Miss Americana mi incuriosisce molto ma, non avendo l'abbonamento a Netflix, per altre vie traverse non sono ancora riuscito a trovarlo.

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    1. Con questo Bruce però potresti farci pace, è davvero uno spettacolo meraviglioso.

      Da fan di Taylor non puoi perdertelo Miss Americana, un ottimo ritratto, con qualche elogio di troppo, ma più veritiero di Lady Gaga.

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  3. Interessanti i tre documentari. Grazie della dritta

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    1. Prego, quarantena permettendo ne ho altri 3 in canna ;)

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  4. Quell'autobiografia vorrei leggerla da un po', ma ho sempre paura di essere troppo poco sprigsteeniana per godermela davvero. Facciamo che con questo spettacolo ho già guadagnato punti, e versato davvero tante lacrime.

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