13 aprile 2020

Il Lunedì Leggo - Notte di Stelle di Margherita Hack e Viviano Domenici

Ho una confessione da fare: non sono mai riuscita a capire dov'è il Grande Carro.
"Non lo vedi? E lì, segui il mio dito, conta, ecco... è quello".
No, non l'ho mai visto.
Non fino a quest'estate però, sotto il cielo più bello della mia vita, in riva ad un lago che sembrava un mare, nel bel mezzo del Kirghizistan.
Fuori dalla nostra yurta, alzato lo sguardo, si veniva travolti dalla bellezza e dalla quantità di stelle in cielo.
La Via Lattea lì, come una strada di glitter, il Grande Carro lì, preciso, perfetto, finalmente distinguibile anche al mio occhio.
E poter, finalmente, perdermici dentro.

La costellazione a cui sono più legata, però, è Orione.
La sua cintura per la precisione, quella sì sono sempre stata capace di individuarla: tre stelle precise, in fila, immutabili.
Mi davano la Buonanotte tutte le sere nella mia seconda casa.
Salivo le scale, le cercavo, le trovavo, entravo in casa.
Un piccolo rituale.


Di stelle, però, ne so pochissimo.
Non mi sarà mai chiaro quanto dura un anno luce, ci sarà sempre a prevalere la parte poetica di me, quella alla Simba ("Una volta qualcuno mi ha detto che i grandi Re del passato ci guardano e proteggono da lassù") rispetto alla più scientifica di Pumba ("Io ho sempre pensato che fossero masse gassose che bruciano a miliardi di chilometri di distanza!") -su quella di Timon ("Sono delle lucciole. Lucciole che sono rimaste attaccate a quella grande cosa nero-bluastra!") stendiamo un velo di risate.

Ma quando mesi e mesi fa ho trovato questo libro al mercatino dell'usato mi son detta: perché no, perché non tentare di capirci di più, di appassionarmi. A quella gattara della Hack ho sempre voluto bene!
Ora, non posso dire di aver capito tutto tutto, non credo di riuscire a ripetere correttamente le evoluzioni di una stella, come si forma una galassia, come la si studia.
Ma ne sono rimasta affascinata, sono soprattutto riuscita a seguire i ragionamenti, le spiegazioni, e un po' mi illudo di saperne di più.
Per fortuna, Notte di Stelle non è fatto solo di spiegazioni scientifiche che partono da una costellazione precisa per poi ampliare il loro raggio (e il più delle volte, si parte dagli studi, da stelle, tanto care alla Hack).
Ci sono i miti di come queste costellazioni hanno ricevuto una forma e un nome, ci sono i "fattarelli storici", ovvero quelle curiosità su astrologi che per farsi ben volere da re e principi ed elettori li hanno messi nel cielo, ci sono leggende antiche dei maya, degli egizi, ripresi poi dai greci e dai romani.
Per non parlare di quei fatti straordinari, di racconti che sono vagati per anni e anni, per chilometri e chilometri, di stelle studiate e riportate su sassi prima che su carta.
Un turbinio di storie in cui non mancano mai il sangue e il sesso, in cui alla fine tutti, da sempre, ci siamo ritrovati con il naso all'insù.
A cercare di dare un senso e un ordine alla bellezza che ci travolgeva.

Il cielo prima del buio, fori dalla yurta.
(che diciamolo, nessuna foto da smatphone avrebbe potuto rendere giustizia alla magia che ho visto)

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