10 novembre 2020

La Regina degli Scacchi

 Mondo Serial

Qual è il colmo per una marosticense?
Non saper giocare a scacchi.
Da piccola ero fiera di questa freddura, ma forse ai più mi tocca spiegarla: Marostica, il paese in cui sono cresciuta, è la città degli scacchi, dove ogni due anni la scacchiera incastonata nella sua piazza prende vita, in una rievocazione medievale in cui viene raccontata la storia della bella Lionora, contesa da Vieri da Vallonara e da Rinaldo d'Angarano, che invece di sfidarsi a duello sanguinolento, si sfidano a scacchi, premio in palio la sua mano.
Femministe, non inveite.
Era il Medioevo e i tempi sapevano essere anche più bui.


Sta di fatto che pur essendo cresciuta nella Città degli Scacchi, pur non avendo mai, dico mai, saltato un'edizione della Partita a Scacchi come pubblico (comparsa in vesti medievali? No grazie, non ancora) di scacchi non c'ho mai capito niente.
Ma proprio niente.
Il cavallo si muove a L, questa è l'unica cosa che so.
Ma La regina degli Scacchi era lì che mi tentava fra i "prossimi arrivi" di Netflix, era lì con l'elegante compostezza di Anya Taylor-Joy, una cura innegabile già dalle prime immagini per i costumi come per la scenografia e allora mi son detta: proviamoci.
E posso rassicurare tutti quelli come me, che di scacchi, scacchiere e mosse non ne sanno nulla: lo si può capire, lo si può amare, senza problemi.
Certo il giovine che promette da una decina d'anni di insegnarmi a giocare si è goduto di più le partite, gli studi. Chi ne sa a sentir parlare di miti, di eroi, di giocatori maledetti si sarà sentito più partecipe... Ma questa è un'altra storia.



La storia di cui è meglio parlare è quella di Beth.
Siamo in Kentucky, negli anni '50, e Beth Harmon rimane improvvisamente e tragicamente orfana.
Mandata in un istituto che non disdegna di tenere a bada i piccoli a suon di tranquillanti, trova una via di fuga dalla sua tristezza grazie al custode Shaibel. Lui sarà il suo Maestro, lui vedrà in lei quella luce, quell'intelligenza, quella freddezza che la rendono un prodigio degli scacchi, capace di battere una classe di liceali in un sol colpo.
La vita di Beth cambia con l'adozione, un'adozione non troppo fortunata: nessuna famiglia unita e amorevole, ma una famiglia disfunzionale che presto si sfalda, con l'alcolismo a palesarsi nuovamente nella sua vita.
Ma Beth è ormai una calcolatrice che capisce come funziona il mondo, si iscrive a gare, mette in mostra le sue doti e il passo per battere i campioni d'America e del mondo è breve.
Ci sono cadute, ci sono vittore fulminanti, ci sono perdite cocenti, ci sono amori passeggeri e infatuazioni da gestire, c'è il lutto e c'è la dipendenza da affrontare prima di dirsi davvero vincitrice.


La rivincita di Beth grazie al cielo non passa per le vincite economiche. 
Quelle fanno comodo all'inizio, e poi sono un ottimo investimento per schiaffi in faccia e abiti mozzafiato.
Non passano nemmeno per un femminismo attivo nei rivoltosi anni '60, nonostante diventi un simbolo e un'eroina per chi da casa la segue e la ama.
Passano per una fame di vittoria, di rivincita pura, di voler dimostrare di essere brava. 
Di essere la migliore.
Per farlo, ci vorranno 7 episodi che scorrono lisci in una tensione crescente, in anni che passano e di cui si tiene conto solo attraverso le sfide da affrontare.
Tra America, Messico, Parigi e infine Mosca, Beth lascia dietro di sé una scia di maestri, amanti e ammiratori, che si riveleranno in ultima la sua famiglia. Quella che nonostante il suo carattere difficile, nonostante quella solitudine a cui è abituata, quel suo bastarsi e far vedere che si basta, porterà ad un finale in cui commuoversi senza bisogno di ricatto.


Se il più lo fa una Anya Taylor-Joy da brividi, perfetta in ogni gesto o sguardo, il resto lo fa un'eleganza, una solidità della messa in scena difficile da battere, in cui la tensione e l'attenzione non calano mai. Mostrando le tecniche, le mosse, l'intelligenza e la memoria che stan dietro una semplice giocata, dividendo i suoi episodi con le fasi di una partita e mostrando pure quanto è importante saper perdere con dignità (cosa che qualcuno oltreoceano potrebbe imparare a fare).
Anche gli effetti speciali si installano bene all'interno di camere da letto e camere d'hotel, forse solo Thomas Brodie-Sangster tra i tanti comprimari (citiamo giusto il sempre inquietante potteriano Harry Melling) stona, con baffi posticci che lo fanno sembrare ancor più giovane.
Senza essere mai ricattatoria, dimostrando come il politicamente corretto si possa inserire senza essere forzato, parlando in modo trasversale di femminismo, razzismo, protesta e pure di Guerra Fredda, La regina degli scacchi fa scacco matto.
Ok, ok, ok... chiusa prevedibile e già abusata?
Mettiamola così, La Regina degli Scacchi è una delle migliori serie in circolazione, parola di una marosticense anomala, di chi a scacchi non c'ha mai giocato.

Voto: ☕☕☕☕/5

22 commenti:

  1. Lo scacchi è maestro di maestri, Kubrick era solito giocarlo a New York ed ha più volte comparato il gioco al suo lavoro. Comunque lo sapevi che inizialmente questo progetto doveva essere diretto da Heath Ledger? Voleva farne un film, ma poi tutto è sfumato.

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    1. Lo avevo letto su Wikipedia, senza ben sapere cosa ne avrebbe fatto Ledger, il respiro lungo della miniserie è stato più adatto a far entrare e capire la storia secondo me.

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. Una bellissima metafora di vita, che altro non è che una partita a scacchi, in cui ogni mossa ha delle conseguenze, dove non puoi tornare indietro, ma solo cambiare strategia.

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    1. Anche per questo mi pento di non saperci giocare.

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  4. Ero in dubbio se cominciarla o no, ora so cosa devo fare grazie ;-) Cheers

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    1. Prego, la si divora senza problemi e poi tutti con una scacchiera!

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  5. Mi sono perdutamente innamorata di questa serie !

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    1. Pure io, e gli abiti sono una fetta importante di questo amore.

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  6. Ne ho scritto oggi anch'io! Mi è piaciuta molto e mi sono innamorato (di nuovo) di lei. Wow.
    Però dobbiamo impare a giocare, io voglio assolutamente!

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    1. Siamo in sincrono :) Lei che mi ha sempre fatto antipatia ha un'eleganza innegabile, e dopo Emma. pure qui è al suo meglio.

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  7. Gli scacchi sono il Gioco per eccellenza e qui è rappresentato ai massimi livelli, in modo attendibile e appassionante. Temevo che il libro di Tevis ne uscisse snaturato, invece la serie merita veramente.

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    1. Ora sono curiosa di leggere il libro, me lo dicono breve quindi voglio capire cosa si è aggiunto o approfondito. Intanto, gli scacchisti hanno approvato in toto la serie.

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  8. Vabbè nel medioevo tutto era permesso...per quanto riguarda questa serie, ne parlate tutti così bene che non posso non vedere ;)

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    1. Esatto, devi. Sarà di sicuro sul podio di molte classifiche a fine anno ;)

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  9. Una serie fantastica! Mi ha preso a tutti i livelli: recitazione, suspence, storia, coinvolgimento emotivo... tutti bravi e nessuna sbavatura! Spero quasi in un'altra stagione.. anche se il libro di origine era uno solo.. ;)

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    1. Tutto è stato così bello e così ben gestito che io spero invece si fermino qui come previsto... Ma che Netflix capisca che certe serie di spessore sanno essere apprezzate, non di sola Spagna si può vivere!

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  10. Non posso che essere d'accordo con te, e confesso che era da un po' che non vedevo una serie così completa e fatta bene.

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    1. Esatto, era davvero da tanto che tutto non filava così liscio, che il sonno non veniva a prendermi in anticipo.
      Ora c'è un'altra regina Netflix che fa lo stesso, ma Beth difficilmente la si dimenticherà.

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  11. Quindi vivi nella città degli scacchi?
    E quindi la regina degli scacchi sei tu? :)

    Qual è invece il colmo per uno che non è mai riuscito a finire una partita di scacchi?
    Amare una serie sugli scacchi come questa.

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    1. Né Regina né Lionora la promessa sposa. Sempre e solo una semplice spettatrice e creatrice di freddure ;)

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