23 luglio 2021

La Vita che Verrà - Herself

Andiamo al Cinema

Parola in Codice: Black Widow.
Questo il segnale per la piccola Molly, che deve prendere la sua cesta del pranzo, correre fino al supermercato all'angolo e chiedere al commesso di chiamare la polizia.
Nella cesta, un messaggio: mia mamma è in pericolo, vi prego aiutatemi.
Il pericolo si chiama papà, è il compagno di Sandra che beve, che la picchia, da cui lei vorrebbe scappare… ma per andare dove?
Finalmente, la polizia interviene e l'aiuto arriva: un alloggio temporaneo in un hotel, due lavori con cui riuscire a gestire le figlie, in una situazione che prevede ancora la custodia congiunta.
Sandra dall'incubo deve ancora uscire.
Tra ferite fisiche e psicologiche, valutazioni statali e una casa che manca.
La casa, allora, decide di costruirsela da sé.
Trova un tutorial online, una vecchia amica le cede il suo terreno, raggruppa un manipolo variegato di amici e amici di amici e si mette al lavoro.
Non solo per costruire la sua nuova casa, ma soprattutto per ricostruire se stessa.


È uno di quei film edificanti, La vita che verrà scritto per questi tempi in cui la violenza sulle donne è drammaticamente cronaca quotidiana.
Un film non buonista, anche se in bilico per esserlo.
Uno di quei film che dà speranza, nell'umanità che si aggrega e si aiuta, nel trovare una soluzione. 
La dà pur non dimenticando come spesso la giustizia non stia dalla parte della vittima, con la burocrazia, i modi, le domande e le indagini a mettere sotto torchio chi non se n'è andato prima e non chi non si è mai fermato.
Ma, in tutta questo equilibrio, viene da ammettere che La vita che verrà poteva essere migliore.


Niente da dire sulla bravissima e naturale Clare Dunne, che il film lo ha pure scritto e prodotto lasciando la regia a Phyllida Lloyd creando quello che viene facile definire un Ken Loach al femminile.
Ma nella costruzione della storia viene da chiedersi se togliere spazio ai più classici momenti di lavoro d'insieme con canzone trainante in sottofondo (canzoni decisamente pop che stonano con l'immaginario irlandese) e concederne invece ai vari aiutanti che Sandra incontra, non avrebbe giovato.
Il fulcro è e rimane lei, ma nel finale, in cui si è ritrovato l'antico significato di meitheal, ci si rende conto di aver saltato parti importanti, con la costruzione di quella casa che rispetto ai rischi legali è passata quasi in secondo piano.


La sensazione è che il film poteva essere fatto diversamente, gestito diversamente nei suoi tempi e nei suoi focus, ma con un colpo di coda finale ben diverso da quello a cui ormai ci si era preparati, ci si risolleva nuovamente.
Perché costruirsi e ricostruirsi è un lavoro continuo, che parte dalle ceneri e che da quelle trova forza.

Voto: ☕☕/5

2 commenti:

  1. ciao lisa, come stai ?????????? Bellissimo blog complimenti continua così!!!!!!!!!!
    guarderemo tutti i film proposti da te!!!!!!!!!!!!!!un grande saluto (ps: salutami tutti i tuoi bellissimi animaletti)!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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