28 luglio 2021

Old

Andiamo al Cinema

Quando parlo di M. Night Shyamalan inizio sempre con una confessione.
Lo consideravo il mio regista preferito.
Erano gli anni de Il Sesto Senso, di Unbreakable, di Sign e di The Village (che, pensa te, trovavo il più noioso dei suoi). 
Erano gli anni in cui avevo un'inspiegabile cotta per Bruce Willis, leggevo thriller e consideravo Armageddon il mio film del cuore.
Erano i primissimi anni del liceo, insomma, quelli della stupidera adolescenziale.
Guardo alla me di quegli anni, e mi dico: quanto si può cambiare con l'età!
In fatto di gusti cinematografici e letterari, in fatto di uomini e sì, di registi.
Non che ora ne abbia uno preferito, impossibile, ma Shyamalan sta ancora nella cerchia di quelli che sempre incuriosiscono, che ancora sanno far parlare di sé.
Uno che ha saputo rialzarsi dopo flop clamorosi e beh, che sempre volentieri ritrovo in sala.
Si chiama invecchiare, o si chiama maturità.

Ora, al suo Old mi sono approcciata come sempre: senza leggere niente, senza vedere trailer o teaser, senza andare a cercare i pareri altrui.
Due soli indizi, questi poster:


Un altro intrigante motivo per andare a vederlo, lui:


E, immaginando una mia trama, mi sono forse rovinata la visione?
No.
Intuendo qualcosa, mi sono costruita un film tutto mio, più avvincente?
Sì.
Il metaforone che il buon Shyamalan  ci propone è quanto mai banale, buonista e già sentito?
Eccome.
E allora, il buono, dove sta?
Sta nel mistero iniziale, che mi sono goduta, sta in quella società ridotta che deve affrontare qualcosa più grande di lei in cui le differenze di carattere emergono.
Sta nella sensazione di essere tornati sull'isola di Lost, e la presenza di Ken Leung aiuta a mantenere l'illusione tanto che il famigerato colpo di scena finale che immancabilmente Shyamalan piazza, lo pensavo ambientato lì, in un progetto Dharma 2.0.


Invece il nostro si diverte a girare in maniera fluida, ad andare in circolo, sopra, sotto, a seguire i suoi protagonisti in quella spiaggia paradisiaca in cui il tempo corre troppo veloce, in cui Eliza Scanlen, Thomasin McKenzie, Alex Wolff si alternano nel giro di pochi minuti, mentre vediamo invecchiare in modo credibile il bel Gael Garcia Bernal e la sempre brava Vicky Kriesp, entrambi con fantastico accento al seguito.
L'orrore, però, non sta di casa.
La psicologia, quella sì.
Fatta anche di colori, che il viola mica lo possono indossare tutti.


Anche troppo fluida e claustrofobica, la regia cerca di dare sostanza a un ambiente, una situazione, che è la manna dei film apocalittici o sci-fi e che inevitabilmente sa di già visto. 
Qui, poi, il metaforone è doppio: etico e filosofico, ma la sensazione non cambia.
Sono lontani i tempi in cui Shyamalan era il mio regista preferito.
Ora è un buon regista, che a volte fa un buon film, altre un flop, altre ancora, come in questa, un film che intrattiene e poco più.
Ah, come cambia il tempo!

Voto: ☕☕½/5

8 commenti:

  1. Shyamalan sta diventando come Allen, lo vedi, resti male, ma continui a vederlo.
    Da Il sesto senso in poi, sempre in discesa, a volte lieve (The village), a volte a precipizio (Glass), ma sempre in giù.. vedremo pure questo..

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    1. Con Split e The Visit con me si era rialzato, però quando floppa fa ancora male. Ovviamente, al prossimo giro lo andrò a vedere, e anzi, mi sono ricordata di avere ancora la sua serie The Servant in lista.

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  2. Lo vedrò con la consueta curiosità, ma ho intuito che neanche questa volta è fumata bianca...

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    1. Facciamo fumata grigia, buona idea, sviluppo così così, finale anche no.
      Sarà per il prossimo giro.

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  3. Ti dirò, dopo prima mezz'ora (almeno fino all'estrazione del "tumore") volevo alzarmi e andarmene, poi però... oh, pur in mezzo a tante ingenuità e nonostante attori non esattamente in parte (Bernal inespressivo come sempre), devo ammettere che il film funziona e inquieta. Peccato solo per lo spiegone finale troppo lungo, ma fin lì ci si arriva di un fiato. Insomma, seppur stiracchiato... per me è un SI!

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    1. Per intrattenere, intrattiene. Però mi è rimasto poco, le riflessioni che fa fare non sono così originali, lo sviluppo si inceppa in una serie di morti dopo l'altro e il finale è davvero buttato via. Il mio è un sì piccolo e non gridato, e pure poco convinto.
      E poi, che ti ha fatto Bernal? Più spaesato del solito e mal accoppiato, ma funziona.

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  4. a me il film è piaciuto^^
    io ho trovato il finale buonista, li avrei fatti morire annegati soprattutto per la rivelazione finale; secondo me le scene finali sono state aggiunte dopo

    invece, dove hai trovato la seconda copertina? ADORO

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    1. Il finale che non è nemmeno così "colpo di scena" ha abbassato anche quello che salvavo. Pare davvero appiccicato.

      La seconda copertina l'aveva condivisa Shyamalan nei social e sembrava il poster ufficiale, poi hanno optato per l'altro, più macabro.

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